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Sorprendono in positivo i PMI EU di marzo.

Correzione, ieri sera (Mercoledì) per Wall Street, con l’S&P  500 in calo di 1.23% e il Nasdaq 100 in calo dell 1.41%. Se da un lato le prese di beneficio erano da attendersi, dopo il massiccio rally dei giorni precedenti, la motivazione ufficiale può essere fatta risalire ai timori legati al meeting straordinario NATO  di oggi, eventualmente foriero di un ulteriore irrigidimento delle sanzioni e dell’atteggiamento nei confronti della Russia. A ciò si sono aggiunti gli scambi non proprio amichevoli di ieri, e il  voto della Cina a favore della mozione russa all’Onu. Nulla di particolarmente nuovo, ma venendo da un recupero di quasi l’8% in 6 sedute (S&P 500) per motivi altrettanto formali, il  consolidamento ci stava e potrebbe proseguire ancora un po’.

Il sentiment opaco si è trasferito alla seduta asiatica, naturalmente. Dei principali indici dell’area, solo Giappone, Australia e Indonesia hanno mostrato performance moderatamente, marginalmente positive. La salita di Tokyo può sembrare poca cosa (+0.25%) ma bisogna tener conto che si tratta dell’ottava salita di seguito per un totale di +11% (+9% negli ultimi 5 giorni).
Da dove viene tanta improvvisa bonanza? Basta dare uno sguardo allo Yen per capirlo. La  divisa giapponese si è fumata,  dal 10 Marzo quasi il 6% contro $.
La data non è  scelta a caso. E’ il  giorno in cui l’ECB ha confermato l’accelerazione nel ritiro del QE, lasciando la BOJ come unica rappresentante dovish delle principali banche centrali del G7 (oltre quest’insieme, c’è  anche la People Bank of China).

Il movimento è stato così brusco che l’RSI 14 daily è quasi a 87, pesantemente ipervenduto (ovvero il $/ Yen è enormemente ipercomprato). Il livello dello Yen//Dollaro è al minimo dal Dicembre 2015. Ovviamente anche le recenti news sullo stimolo fiscale, e la cancellazione dello stato di emergenza hanno aiutato il sentiment, ma come si vede la  stance della politica monetaria e l’impatto sulla divisa sono il driver principale. Su questi livelli, entrambi i movimenti mi paiono iperestesi, il che vuol dire che continueranno, ma poi il pullback sarà potenzialmente brusco.
Fiacchi, per contro, gli indici del China Complex, in particolare le “H” shares e Hong Kong, che correggono il recente rimbalzo (altro movimento estremo, che ha bruscamente ritracciato). Tra i motivi la trimestrale debole di Tencent, che le è valsa un -6%. Perdite modeste per le “A” shares, e marginali per Taiwan, Seul, Mumbai e Ho Chi Min.
Sul fronte macro, i PMI Flash di Marzo in Giappone e Australia sono tutti migliorati, a riflettere presumibilmente le  riaperture post ondata Covid.

Nonostante il forte miglioramento l’attività resta in contrazione in Giappone, e le aspettative per l’anno in corso sono state rilevate ai minimi da 14 mesi a causa dei timori di impatto della crisi Ucraina.

Parlando di PMI flash, mi tocca di fare ammenda.  Quelli europei sono usciti in aggregato migliori delle stime di consenso, che io giudicavo molto troppo benevole. A prima vista, l’attività ha tenuto piuttosto bene a Marzo, pur mostrando un rallentamento in Germania e in aggregato in Eurozona (In Francia si è vista un accelerazione).

A performare peggio è il manifatturiero, mentre i servizi hanno tenuto meglio, giovandosi delle riaperture post Omicron. Se guardiamo ai dettagli dei report, però, il  quadro si mostra più  opaco:
1) le  aspettative hanno mostrato il calo più forte da Marzo 2020, e sono tornate ai livelli di Ottobre 2020 (Giugno nel caso della Germania) a causa dei timori legati alla crisi Ucraina.
2) I new orders hanno rallentato molto, e i new export orders sono andati in contrazione (non ho i numeri, il report è riservato agli abbonati, ma i commenti riportano cali di 5.6 punti per i new orders). A sostenere i PMI sono componenti “lagging” come emploment.
3) Il ridotto calo del PMI manifatturiero (-1.2 a 57 per  l’Eurozona aggregato) è mitigato dal deterioramento nei tempi di consegna, che il modello giudica come positivo (forte domanda) ma qui indica problemi di approvvigionamento, tornati a “mordere” in seguito al conflitto.
Con le componenti più “forward looking” che si dimostrano le più  deboli, sembra evidente che ancora l’effetto del conflitto non si è dispiegato interamente, ma lo farà, in particolare  se la situazione non cambia rapidamente.

Sarà un caso che il momento migliore per  l’azionario EU è stato attorno alla pubblicazione dei reports,  dopodichè gli indici hanno perso momentum e cancellato i guadagni per metà mattina.
Ad incupire il  sentiment ha contribuito l’ECB, lasciando intendere che a Luglio inizierà a ridurre le  misure create all’indomani della crisi Covid per facilitare alle banche il reperimento di collaterale da dare in rifinanziamento (*ECB TO GRADUALLY PHASE OUT COVID COLLATERAL EASING MEASURES). La mossa in se non è un dramma, anche se riporterà  sulle spalle del mercato la  necessità di finanziare alcuni asset. Solo che sottolinea come l’ECB continui a essere focalizzata sul ritiro dello stimolo e la lotta all’inflazione, nonostante l’incertezza del quadro geopolitico. Valli a capire ‘sti banchieri centrali. Per tutta la seconda metà del 2021, con l’inflazione che volava e l’attività che cresceva, hanno continuato a sostenere di dover preservare la ripresa. Ora, guardano solo ai prezzi, e hanno pure fretta. Con il sentiment economico in calo e la consumer confidence in picchiata. Mah.

Così, i rendimenti hanno ripreso la  via del rialzo, l’azionario ha bruciato i guadagni, ma l’€ non ha reagito positivamente.
In un clima nervoso, agitato dalle headline provenienti dal summit Nato (una su tutte :  *U.S., NATO PREPARING FOR RISK OF RUSSIAN NUCLEAR INCIDENTS) siamo così approdati al pomeriggio. i numeri USA hanno proposto qualche sorpresa.

Se il current account deficit Q4 è uscito in linea con le attese, i sussidi di disoccupazione sono crollati sul minimo dal ’69. Salute. Vedremo che cosa uscirà la prossima settimana. In compenso i Durable goods orders di Febbraio hanno deluso. Bene per contro i PMI flash di Marzo, in accelerazione su tutta la linea, a indicare attività ai massimi da Giugno 2021, trainati dal settore servizi. Particolarmente brillanti i new orders, ma le  expectations sono state anche qui colpite dalla crisi ucraina, che le ha spedite ai minimi da Ottobre scorso.  Un livello comunque lusinghiero, a differenza di quanto visto in Europa. Infine il Kansas Citi Fed ha sorpreso in positivo, come il  Richmond FED martedì. Sembra che la  crisi ucraina abbia colto il manifatturiero USA in un momento felice, per lo meno.
Wall Street è sembrata reagire a queste good news, partendo in rialzo e accumulando progressi strada facendo. L’Europa ha provato a seguire, ma non poteva contare ne su dati altrettanto brillanti,  ne sulla collaborazione del newsflow sulla  geopolitica, rimasto poco  ispirato, anche se, come da  attese, non si va verso energy embargo e No Fly Zone e un coinvolgimento della Nato nel conflitto continua ad essere accuratamente evitato.
**BELGIUM’S DE CROO: WE WON’T TAKE SANCTIONS THAT WEAKEN US IN AN UNNECESSARY WAY
**NEHAMMER: AUSTRIA WON’T AGREE TO ANY OIL OR GAS SANCTIONS – BBG
**SCHOLZ SAYS THERE NEEDS TO BE A CONSTANT FLOW OF WEAPONS TO UKRAINE
**UKRAINE PRESIDENTIAL ADVISER SAYS IN MANY AREAS RUSSIAN FORCES DO NOT HAVE THE RESOURCES FOR AN OFFENSIVE
**UKRAINE PRESIDENTIAL ADVISER SAYS SITUATION ON THE FRONT LINE IS “PRACTICALLY FROZEN”
**MACRON: WE’RE ENTERING IN AN UNPRECEDENTED FOOD CRISIS
**MACRON: THE SITUATION WILL BE EVEN WORSE IN 12 TO 18 MONTHS AS UKRAINE CANNOT SOW
**MACRON SAYS NO DECISION ON SANCTIONS ON RUSSIAN OIL, GAS, COAL
**RUSSIAN FOREIGN MINISTRY SAYS NATO SUMMIT DECISION TO KEEP PROVIDING SUPPORT TO UKRAINE CONFIRMS ALLIANCE WANTS CONFLICT TO CONTINUE – RIA
**BIDEN: WEAPONS ARE FLYING INTO UKRAINE AS WE SPEAK
**BIDEN: MADE CLEAR TO CHINA’S XI CONSEQUENCES OF HELPING RUSSIA
**BIDEN: HOPE CHINA DOES NOT GET ENGAGED WITH RUSSIA ON UKRAINE
**BIDEN SAYS HE THINKS RUSSIA SHOULD BE REMOVED FROM G20
**BIDEN SAYS HE ASKED THAT UKRAINE BE ABLE TO ATTEND G20 MEETINGS

Sul fronte FED, continua la  serie di dichiarazioni aggressive da parte anche dei membri più “dovish” come Evans.
*EVANS `FINE’ WITH STEEPER BALANCE-SHEET RUNOFF; NO NUMBERS YET
*FED’S EVANS SAYS `OPEN’ TO HALF POINT IF IT HELPS

Il Presidente della Fed di Minneapolis Kashkari ha dichiarato apertamente che la FED cerca un “soft landing” (**KASHKARI: THE FED IS TRYING TO ENGINEER A SOFT LANDING). Con questi metodi non credo che sarà molto soft. Oggi anche Morgan Stanley ha ritoccato le attese e si aspetta 50 bps di rialzo sia a Maggio che a Giugno, per un totale di 200 bps per l’anno in corso e un 3% di Fed Funds target da raggiungere l’anno prossimo.

La chiusura europea vede gli indici in marginale  perdita.  Milano ha outperformato, grazie anche a single  stories come l’interesse di KKR e CVC su Telecom Italia. I rendimenti salgono ovviamente, con tutto questo frastuono di banche centrali, ma la curva USA si appiattisce sempre di più. Sui cambi continua la scivolata dello Yen, vediamo dove si ferma. Il petrolio cede, grazie alle news dal  summit e alle garanzie USA.
Dopo la chiusura EU Wall Street  ha aumentato i progressi e ritraccia quasi itneramente le perdite di ieri. Ma l’oro continua a segnalare il nervosismo, salendo ai massimi da metà  Marzo.