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Quadro macro e prese di beneficio su AI, si incupisce il sentiment sui mercati

Pari e patta ieri sera (martedì) a Wall Street, con l’S&P 500 che ha chiuso a 0.0%, una media del +0.4% del Nasdaq 100 (nuovo massimo per l’anno), e del -0.15% e del -0.32% del Russell 2000 Small Caps. La breadth continua ad essere scarsa, con 3/5 dei titoli dell’S&P 500 in calo.
Il sentiment si è ulteriormente incupito in Asia, con tutti i principali indici a mostrare cali. Ancora bello pesante il China Complex, con lo HSCEI che ha effettivamente chiuso in calo del 20 % dai massimi del 27 Gennaio, un bear market tecnico dal significato relativo.
Con buona pace di Beige Book China (vedi Lampi di ieri) i PMI ufficiali cinesi di maggio sono usciti brutti e sotto attese.

Sul manifatturiero la contrazione si nota anche nei sottoindici principali, con i new orders -0.5 a 48.3 e l’employment -0.4 a 48.4. L’NBS ha parlato di “insufficiente domanda”. Male anche il canale estero con gli export orders -0.4 a 47.6. Il comparto non manifatturiero ha rallentato, con i servizi -1.3 a 53.8 e le costruzioni -5.1 punti a 58.2. Una nuova doccia fredda sulle aspettative di ripresa che non ha mancato di riverberarsi sui mercati, che per la verità ormai scontano uno scenario ben negativo. Anche la divisa ha continuato a crollare, e scambia ai minimi da novembre contro Dollaro, avendo cancellato tutto il rally di gennaio, quando annunciarono l’abbandono dello “zero Covid”. D’altronde, il surprise index cinese la dice lunga su quanto i dati hanno sorpreso in negativo di recente. E’ calato di 150 punti solo a maggio.

Debolezza, in fine, anche a Tokyo, legata in parte all’ipercomprato di breve e al rimbalzo dello Yen, e in parte a numeri macro sorprendentemente deboli.

Considerando che a maggio le “H” shares cinesi hanno fatto -8% e il Nikkei +6%, forse si potrebbe ipotizzare a breve un po’ di “mean reversion”.

La seduta europea è partita subito con un tono negativo, influenzata dalla pesantezza dell’Asia, con i principali indici in calo. Sul fronte macro, da inizio sessione hanno cominciato a fluire i dati inflattivi delle regioni tedesche, tutti deboli (il dato aggregato, alle 14 ha confermato una sorpresa negativa di ben 0.4). Questo, insieme al dato di CPI francese ha dato un bell’impulso ancora ai bonds, con rendimenti in massiccio calo per la terza seduta di seguito.

A rovinare questo quadro virtuoso, ancora una volta, l’Italia con numeri che mostrano un rallentamento inferiore alle attese dei prezzi nel Belpaese. Ma in generale il quadro di inflazione, con sorprese al ribasso in Spagna, Francia, Germania, e i prezzi alla produzione che crollano in Italia e Francia, si afferma ancora di più con i dati di maggio. Oltretutto, petrolio e gas non fanno che scendere. Comprensibile la reazione del fixed income. Arrivano anche le prime ammissioni dei membri ECB.
*VILLEROY: COMPOSITION OF INFLATION EASING IS ENCOURAGING
*VILLEROY: PART OF LOWER INFLATION SHOWS FIRST EFFECTS OF HIKES

Per il resto, sia il GDP italiano che quello francese del primo trimestre sono stati rivisti marginalmente al rialzo.
I mercati però restano focalizzati sul quadro macro cedente, che è riverberato anche sulla divisa, con l’€ stabilmente sotto l’1.07 vs Dollaro e sui livelli di inizio anno, avendo cancellato a sua volta interamente il rally. Il settore bancario ha accusato le dichiarazioni dell’ECB nella Financial Stability Review ( link )
*ECB: OUTLOOK FOR EURO-AREA FINANCIAL STABILITY REMAINS FRAGILE
*ECB: UNCERTAIN ECONOMY, INFLATION, RATES WEIGH ON FIRMS
*ECB: FINANCIAL MARKETS ARE VULNERABLE TO DISORDERLY ADJUSTMENTS
*ECB: CRITICAL TO MONITOR VULNERABILITIES IN FINANCIAL SECTOR
*ECB: BANKS MAY NEED TO SET ASIDE MORE FUNDS TO COVER LOSSES
*ECB: EURO-AREA REAL ESTATE MARKETS ARE UNDERGOING A CORRECTION
*ECB: COMMERCIAL REAL ESTATE MARKETS REMAIN IN A DOWNTURN

Qualche dato nel pomeriggio anche in US:

** le richieste di mutuo sono calate per la terza settimana di seguito, e l’indice delle richieste per acquisto casa è tornato sui minimi post crisi. Nessuna particolare novità qui.
** Il Chicago PMI, che aveva marcato un discreto rimbalzo a aprile, a maggio ha ceduto oltre 8 punti, segnando i minimi per il 2023. Questa lettura ha indotto alcune case ad abbassare le previsioni per l’ISM manufacturing, in pubblicazione domani. Goldman la ha abbassata di 0.5 a 46.7, 0.3 sotto il consenso.
** I Job openings di aprile sono tornati sopra il livello di 10 milioni e anche il dato di marzo è stati rivisto al rialzo. Le dimissioni sono calate marginalmente, ma anche i licenziamenti sono scesi.

Questa serie continua a indicare una domanda di lavoro molto robusta, in contrasto con quanto generalmente indicato dai sottoindici delle survey  e altri indicatori. Vedremo venerdì cosa dirà il labour market report, che però è relativo al mese successivo rispetto ai job openings, ovvero maggio.
** Infine anche il settore servizi del distretto della Fed di Dallas ha accelerato il ritmo di contrazione.
Wall Street ha preso queste news macro  non particolarmente ispirate come catalyst per una presa di beneficio sul tech e AI e una nuova ondata di vendite sulle banche regionali. Gli indici hanno accumulato ribasso, e aggiunto pressione all’azionario europeo che già calava.
Così gli indici europei hanno ceduto in maniera significativa, andando a chiudere sui minimi con perdite ben superiori al punto percentuale per tutte le principali piazze. Tutti i settori dell’Eurostoxx 50 hanno chiuso in calo, con Finanziari, Materials, Energy e Consumer Discretionary a guidare la discesa. I bonds hanno restituito in chiusura un po’ di guadagni, ma i cali dei rendimenti restano decenti. Le commodity restano deboli, preziosi a parte, mentre l’€  ha marcato i minimi dal 20 marzo prima di rimbalzare un po’.
Dopo la chiusura Wall Street è rimbalzata un po’, grazie anche alle dichiarazioni del vice presidente Fed nominato Jefferson e del membro Fed Harker, che entrambi hanno aperto ad una pausa al FOMC del 14 Giugno. Per effetto di queste headline, le probabilità di rialzo al prossimo FOMC  sono calate dal 55/60% di ieri al 25% di stasera.
*JEFFERSON: PAUSE AT A COMING MEETING DOESN’T MEAN RATES AT PEAK
*JEFFERSON: A YEAR NOT LONG ENOUGH TO FEEL FULL EFFECT OF HIKES
*JEFFERSON: HIGHER RATES COULD EXACERBATE BANKING STRESS
*FED’S JEFFERSON: SKIPPING HIKE WOULD ALLOW TIME TO ASSESS DATA
*HARKER SAYS FED SHOULD SKIP A RATE HIKE AT JUNE MEETING
*HARKER SAYS FED DOESN’T HAVE TO HIKE AT EVERY MEETING
*FED’S HARKER: NO SIGNS INFLATION EXPECTATIONS ARE UNANCHORED

Domani abbiamo i PMI globali finali di maggio, manifatturieri, servizi e composite in Asia Eurozone e US, il CPI europeo flash di maggio, e in US l’ADP survey, i jobless claims e l’ISM manufacturing. non dovremmo annoiarci. Intanto stasera si vota alla camera l’accordo per il Debt Ceiling. Sia tra i Repubblicani che tra i Dem vi è chi si oppone, ma i moderati di entrambi gli schieramenti dovrebbero permettere l’approvazione.