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L’inflazione vola anche in EU, che farà domani l’ECB?

Un altro rally nell’ultima ora ha prodotto la terza seduta positiva di seguito per l’S&P 500 (+0.69%) e il Nasdaq 100 (+0.6%) ieri sera (martedì). Direi che lo short squeeze continua ad essere il  principale driver di questo recupero. La price action è eloquente: dopo una prima parte di seduta passata a toni alterni, andando verso la chiusura una cronica mancanza di venditori produce questi rally finali. Dal punto di vista dei singoli settori, energy e risorse naturali comtinuano a volare, i financials fanno bene insieme ai ciclici e i difensivi soffrono. Ieri si è  aggiunto un ulteriore collasso del Vix, al quarto calo di seguito, e con una discesa media del 10% nelle ultime 3 sedute,  segno che la domanda di hedging sta collassando.
I tecnicals non sono l’unico driver. abbiamo anche di recente dati un po’ meno scarsi, e una earning season a Wall Street che pur non fracassando le stime come le precedenti, e con delle guidances un po’ più  incerte,  comunque continua a deliverare utili buoni.
Uno sguardo al grafico del future S&P  500 mostra che il  rimbalzo è giunto a ritracciare il 61.8% del calo dai massimi di inizio Gennaio (considerando come minimo quello segnato nel durante lunedì 24 gennaio). L’approccio a questo livello di Fibonacci potrebbe aprire ad una fase di consolidamento,  visto che oltretutto si entra nell’area che ha delimitato il movimento laterale di Dicembre, che dovrebbe costituire una zona di resistenza.

L’indice ha parecchio momentum e potrebbe arrivare a 4600 punti, ma dubito che possa andare oltre senza consolidare.  Quindi questa mi pare un area per alleggerire roba comprata sullo storno.
Tornando alla seduta di ieri, dopo la chiusura Alphabet ha fracassato  le  stime ( link ) e il suo +10% in aftermarket ha offerto  ulteiorre supporto al future Nasdaq 100 e a quello S&P 500 nel corso della seduta asiatica, che continua ad essere azzoppata da un cospicuo numero di chiusure per Capodanno Cinese (Shanghai, Shenzen, Hong Kong,Taiwan, Vietnam e Seul). Le  piazze restanti hanno ben figurato, con Tokyo finalmente sugli scudi, e Sydney, Mumbai e Jakarta tutte in guadagno di oltre l’1%.
In un intervista post meeting il Governatore della Reserve bank of Australia Lowe ha ulteriormente addolcito la  performance,  dichiarando che la fine del  QE non implica un imminente rialzo dei tassi,  anche se l’inflazione è salita più rapidamente delle attese. Un anticipo di quello che vedremo da ECB e BOE? Chissà.

Intanto l’apertura delle borse europee è stata spumeggiante, dietro ai futures USA, a Google, al tech e alle banche. Il sentiment ha fatto un picco poco prima della pubblicazione dell’atteso  dato di CPI flash Eurozone di Gennaio, e poi ha preso a ripiegare gradualmente.
I numeri hanno ovviamente sorpreso abbondantemente in positivo. Ovviamente, perchè dai dati tedesco, spagnolo e francese usciti nelle ultime 48 ore si capiva benissimo che il consenso non era più  attuale e il  rischio era di un CPI sopra il  5%, e una core ben sopra il  2%, prontamente verificatisi.

Il quadro è completato da in CPi italiano a sua volta molto forte a dimostrare che anche in Eurozone l’inflazione non vuole minimamente rientrare. I report hanno assestato un  altro colpo ai bonds europei, il cui rimbalzo già  si stava sgonfiando. E la divisa unica si è spinta temporaneamente sopra 1.13 vs Dollaro. Con l’ECB domani, un impatto del genere era  il minimo sindacale:  i falchi interni al Governing Council si faranno sentire, e la Lagarde avrà  il  suo daffare durante il  Q&A, quando verrà  grigliata dai giornalisti.
Va ricordato peraltro che il meeting di domani non prevede la pubblicazione di nuove projections, cosa che potrebbe permettere alla Presidente di rimandare il problema a Marzo, reiterando che loro reagiranno prontamente quando diverrà evidente che l’inflazione si sta radicando, ma che la loro previsione è  ancora per in inflazione core che torna sotto il target   a medio termine. La curva  EU prezza un rialzo di 10 bps praticamente per il  meeting di Luglio, per cui un po’ di margine c’è.
In ogni caso, l’azionario eurozone ha ceduto ancora un po’, approcciando  la metà  giornata con i guadagni dimezzati. A pesare sul sentiment anche la nuova puntata della telenovela USA –  Russia sull’Ucraina
** RUSSIA WANTS NATO TO REMOVE BASES IN EASTERN EUROPE: KREMLIN
**KREMLIN `CONCERNED’ ABOUT U.S. SANCTIONS THREATS, PESKOV SAYS
**PUTIN CITED ‘VERY CAUTIOUS OPTIMISM’ ON SECURITY TALKS: KREMLIN
**RUSSIA HAS PLANS TO MINIMIZE POSSIBLE SANCTIONS IMPACT: KREMLIN
**KREMLIN SPOKESMAN DMITRY PESKOV SPEAKS ON CONFERENCE CALL
** PENTAGON SAYS MOVING 2,000 TROOPS FROM U.S. TO EUROPE IN COMING DAYS
**U.S. TO SEND ADDITIONAL FORCES TO ROMANIA, POLAND AND GERMANY -PENTAGON
** U.S. FORCES WILL NOT FIGHT IN UKRAINE, WILL ENSURE ROBUST DEFENSE OF OUR ALLIES -PENTAGON
** RUSSIA SAYS NEW U.S. TROOP MOVES IN EUROPE DESTRUCTIVE: IFX

Nel primo pomeriggio, l’ADP Survey USA di Gennaio ha dato un’altra svegliata agli analisti, segnalando un calo di 301.000 nuovi occupati nel settore privato, a fronte di un attesa di 150.000 posti creati. Si tratta in gran parte di un impatto di Omicron, come mostrano i 274.000 posti persi nei servizi, con 154.00 solo nel leisure & ospitality. Sembra che il consenso per il paayrolls di venerdi, a 150.000 posti creati,  sia  davvero troppo alto,  anche se ci potrebbe essere un payback dopo il flop di Dicembre (ADP  aveva segnalato +776.000, payrolls solo +199.000).
Il mercato la  ha presa abbastanza con filosofia, considerando che i rendimenti dei treasury sono in effetti calati,  ma il Dollaro ha tenuto i livelli post CPI Eurozone. D’altronde l’epidemia si sta attenuando anche in US e le  assunzioni dovrebbero riprendere.

A metà pomeriggio, l’OPEC, al  termine del suo meeting, ha confermato l’aumento di 400.000 barili di quota di produzione a Marzo. Li per li il Petrolio non ha fatto una piega,  anche perchè le scorte EIA sono uscite in calo a fronte di attese di rialzo ( EIA: Crude -1,047k Bbl, Median Est. +1,800k Bbl). E poi Bloomberg ha commentato che i paesi esportatori già  faticano a stare dietro alle attuali quote. Successivamente però il contratto future sul greggio ha preso a calare un po’,  dopo aver superato 90$ in giornata (WTI).

Wall Street  ha aperto in positivo, ma successivamente ha perso forza,  arrivando a lambire la  parità (S&P 500). La cosa si è  riflessa sull’azionario continentale, già  nervoso per l’incombere dell’ECB domani. Così alla fine i principali indici chiudono attorno alla parità, tranne Milano, che mostra decenti progressi, e Londra. Alla fine l’€ si è fermato  poco oltre 1.13,  mentre i rendimenti Eurozone salgono ma moderatamente. Nel pomeriggio sono trapelate indiscrezioni targate Market News secondo le quali domani i falchi faranno rumore, ma alla fine una svolta vera e propria non dovrebbe esserci. L’outlook continuerà a indicare inflazione sotto target per il  2023 e 2024. Vedremo.
In recupero anche la  Sterlina, che anticipa  il  rialzo dei tassi BOE per domani.
Tra le commodities il  Natural Gas continua a volare,  scontando oltre che le frizioni con la  Russia, una prosecuzione dell’ondata di freddo in US. Per un petrolio che si assesta, metalli preziosi e industriali in rialzo.
Dopo la chiusura EU, Wall Street ha ripreso un po’ quota. Vedremo se anche stasera farà  lo squeeze finale oppure nel breve ne ha abbastanza, come mostra l’analisi fatta in apertura. Alla fine a 4600 punti manca meno di un 1%.
Venendo all’Eurostoxx 50, la correzione era stata meno profonda, e il  rimbalzo dell’indice,  pur meno forte di quello dell’S&P 500, ha già  raggiunto le medie mobili a 50 e 20 giorni che insieme al consolidamento di metà gennaio fungono da resistenza. Il momentum è inferiore agli USA e l’impressione è che a meno di forti rialzi di Wall Street per il momento potremmo consolidare.