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Lampi di Colore – 8 Settembre 2015

Dopo il rientro opaco di ieri, gli asset cinesi erano osservati speciali oggi, anche alla luce della pubblicazione dei dati di trade balance di agosto, e del rientro degli investitori americani, ieri assenti.
Di per se, i dati non hanno portato spunti particolarmente positivi. Le importazioni, al secondo calo mensile a fila, hanno battuto di poco le stime (-5.5% da prec -8.3% e vs attese per -6.6%) mentre le importazioni hanno clamorosamente deluso (-13.8% vs -7.9% atteso). Il trade balance è quindi assai superiore alle attese (60 bln vs 48 attesi) il che, messo insieme con il dato sulle riserve ieri mostra che le fughe di capitali sono state rilevanti nel mese. Il mio collega Gianni Piazzoli fa però osservare che la svalutazione dell’€ produce una sottostima degli ammontari di volumi importati dall’Europa (si tratta di variazioni anno su anno) il che mitiga il quadro.
Su queste basi, in molti hanno visto, nel repentino recupero dei mercati locali nella seconda metà della seduta, segnali di un massiccio intervento delle autorità. Personalmente non dispongo di alcun elemento per smentire o confermare tali sospetti, ma osservo che oggi il recupero non è rimasto confinato agli asset cinesi ma si è esteso a diverse tra le principali borse emergenti, varie commodities (vedi il Rame che scambia ai massimi da un mese e mezzo) e, udite udite, anche alle divise asiatiche/emergenti, il che sembra un obiettivo un po’ ambizioso per un supporto statale che finora ha fallito anche in patria.
Ovviamente, una rondine non fa primavera, e dovrà passare parecchio tempo prima di poter parlare di stabilizzazione dei mercati cinesi. Detto ciò, osservo che il margin debt su Shanghai si è più che dimezzato negli ultimi mesi, essendo tornato ai livelli di dicembre, il che indica che il posizionamento si è assai ridotto. E alla luce delle dichiarazioni delle autorità cinesi al G-20, sembra sensato attendersi un periodo abbastanza lungo di stabilità sulla divisa, il che dovrebbe contribuire a calmare gli animi (la seconda gamba di ribasso è stata scatenata dalla “svalutazione” cinese, che ha messo enorme pressione su un elevato numero di divise emergenti).

Tra le poche piazze incapaci di giovarsi del turn around del sentiment troviamo Tokyo, che continua a essere oggetto di tardiva liquidazione. La revisione del GDP del secondo trimestre con un dato finale meno negativo (-0.3% vs -0.5% della stima precedente) non ha aiutato, un po’ perchè riduce le probabilità di un intervento a breve, un po’ perchè il grosso della revisione riflette un accumulo di scorte. A parte ciò, si può osservare che la borsa ha chiuso prima che il sentiment globale operasse il grosso del recupero. Certo, se qui il quadro non cambia, non ci vorrà molto perchè Kuroda metta mano al policy mix. Sappiamo quanto gli piacciono le sorprese.

Sospinta dai venti asiatici l’Europa ha aperto in discreto progresso, per accelerare ulteriormente in mattinata. Non hanno guastano al sentiment il record surplus tedesco di luglio, trainato da esportazioni robustissime, e il GDP Eurozone del secondo trimestre, rivisto a +0.4% da +0.3% (anno su anno è il dato migliore dal secondo trimestre del 2011).
Cosi le borse europee si son presentate all’apertura di Wall Street con guadagni nell’ordine del 2%. Robusta anche la performance dei bonds periferici che continuano a beneficiare del supporto di Draghi la scorsa settimana.
Strano vedere, in questo contesto, un € in tenuta. Un ipotesi che mi è venuta in mente è che sul dollaro abbiano pesato prese di beneficio di chi lo ha comprato contro divise emergenti, molte delle quali oggi hanno messo a segno la prima seduta positiva da diversi giorni (Real, Lira Turca, Rand, Rupia, etc). Ma forse il motivo va cercato altrove.
Come spesso succede di recente, il primo pomeriggio è coinciso con il miglior momento per gli asset europei, che poi hanno grossomodo dimezzato i guadagni, presumibilmente per paura di quello che poteva fare Wall Street dopo la chiusura europea (vedi la recente esperienza di giovedi e venerdi).
Detto ciò, e con i citati caveat sulla performance US delle prossime 2 ore (e quella dell’Asia domani), oggi il bicchiere mi sembra mezzo pieno perchè:

  • Ad una seduta comunque positiva per l’azionario si associa un tentativo di stabilizzazione delle divise emergenti (vedremo con che esito)
  • Alcune commodities la cui domanda mostra una buona correlazione con l’economia cinese (vedi il citato rame oggi +5%e anche il recupero dell’oil) da qualche giorno hanno interrotto la discesa e danno segnali di bottoming.

Sul fronte tecnico, l’S&P dista ancora un po’ dalla prima resistenza seria, in area 1990-2000 punti. Stesso discorso per l’Eurostoxx che la incontra in area 3290-3300, mentre il Dax si puo’ dire che l’abbia testata quest’oggi (area 10400 punti9 di Dax future). Come supporti valgono i minimi di venerdi.