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Lampi di Colore

NB1 oggi nota sintetica causa impegni pressanti

NB2 Lampi salta 2 giorni e torna Giovedi con l’ECB.

Inizio settimana di consolidamento sui mercati, dopo la baldoria della settimana scorsa (S&P 500 +2.7% e test soglia 2.000. Eurostoxx +3.7%, MSCI All Country +3.8% tra il 29/2 e il 4/3).

Nel week end è iniziato il Congresso del Partito Cinese, ed il Premier Li Kequiang ha illustrato i target macroeconomici per l’anno: una crescita tra il 6.5% e il 7% e un deficit del 3%. In particolare la seconda figura, pur superiore all’anno scorso (2.3%) sembra deludere le attese dell’ultim’ora, che si posizionavano al 3.5%-4%. Ma non bisogna dimenticare che la tendenza recente a superare nella pratica questi target (il deficit 2015 dovrebbe terminare oltre il 3% secondo i calcoli di molti analisti). Anche l’aggregato monetario M2, quest’anno elevato per la prima volta da 7 anni di un punto al 13%, a conti fatti l’anno scorso si è espanso del 13.3% vs un 12% progettato. A parte ciò le autorità hanno abbassato il target di revenues fiscali e rallentato il processo di liberalizzazione dei mercati.
In generale un progetto accettabile ma senza il “botto” che alcuni speravano. Detto ciò, l’atteggiamento prudente dei mercati era giustificato anche dall’incombere della pubblicazione delle riserve monetarie di Febbraio, che hanno tenuto in scacco i mercati di tutta l’area asiatica.

L’attesa pubblicazione, giunta poco dopo l’apertura europea, ha presentato un calo di “soli” 29 miliardi di $, 12 in meno rispetto ad attese che già proiettavano una discesa di meno della metà di quanto osservato a gennaio (100 bln). Ciò sembra confermare quanto osservato dai volumi di trading su cambi, e cioè che il flussi di capitali in uscita si sono ridotti. A tale proposito, è interessante notare che la BIS, nel suo report trimestrale ha concordato con il Governatore dellla PBOC Zhou  sulla circostanza che parte di questi flussi era costituita da rimborso di debito in $ da parte di aziende cinesi. Oltre a ciò, vi è stato, secondo la BIS, un robusto smobilizzo di depositi offshore legati a carry trade sulla divisa cinese. Insomma la natura dei flussi sembra più tranquillizzante e transitoria rispetto alla fuga di capitali temuta.

Con l’apertura europea, la tendenza consolidativa dei mercati si è accentuata. Tra i catalyst della debolezza, sicuramente il riacutizzarsi dello stress sul settore bancario italiano seguito alle news su Carige di venerdi scorso. A ciò si aggiunge eventualmente il richiamo all’Italia sul debito che è nell’aria da qualche giorno, sebbene i BTP non ne risentano granchè al momento. Anche il risultato deludente della Merkel in Assia non aiuta.
Infine, l’incombere, nel volgere di pochi giorni, del meeting ECB sta facendo venire qualche dubbio ai mercati sulla capacità di Draghi e C. di accontentare aspettative che si trovano nuovamente su livelli elevati. La delusione di dicembre, con quello che ne è seguito, è ancora fresca nella mente degli investitori. E infuria il dibattito sull’effetto, sul settore bancario, di tassi depo ancora più negativi e acquisti ancora più aggressivi, con diverse voci che parlano di danni crescenti per la profittabilità del business bancario.
Non a caso, l’Eurostoxx banks sottoperforma significativamente l’indice generale, e non solo per colpa delle italiane (le 3 francesi perdono in media il 2%).

Personalmente, resto convinto che l’impatto sul settore bancario europeo della politica monetaria ECB dipenda in massima parte non dall’utilizzo di questa o quella misura, ma dalla capacità del pacchetto di produrre un recupero delle attese di crescita e soprattutto (eventualmente con la collaborazione di un rimbalzo delle commodities) di quelle di inflazione.
In altre parole, un tasso di deposito negativo nel breve non aiuta certo una banca, ma se, inserito in un pacchetto di misure sufficientemente aggressivo, ottiene il risultato di far salire i tassi a lunga, e far scendere i tassi reali, allora le banche se ne gioveranno molto di più di quanto soffrano la “tassa sulle riserve”, perchè potranno prendere a prestito a vista a tassi bassi e prestare a medio termine a tassi più elevati.  Non a caso in US e in Europa il recupero dei rispettivi settori bancari è iniziato in parallelo con il recupero (in europa forse sarebbe più onesto parlare di stabilizzazione) delle attese di inflazione.

Nel pomeriggio, complice una sorprendente forza delle commodities, oil in testa, Wall Street sta effettuando un nuovo assalto a quota 2.000 di S&P 500 il che ha consentito all’Europa di contenere i danni al mezzo punto di perdita (Eurostoxx), anche se per i motivi citati banche e piazza milanese restano particolarmente attardati (rispettivamente -1.7% e -1.2%).

Dopo l’esperienza di Dicembre, ritengo che l’ECB farà di tutto per non deludere i mercati. Quindi mi attendo
** un nuovo taglio di 10 bps al depo rate, con però introduzione di un sistema che protegga le banche da eccessive penalizzazioni
** un aumento degli acquisti di assets di almeno 20 miliardi-mese, con modifica delle regole per evitare di restare a corto di titoli (accorciamento della scadenza minima acquistabile e modifica di altre regole)
** Attribuisco una probabilità rilevante (60%) a nuovi schemi di finanziamento alle banche, del tipo LTRO, ma a lunga scadenza, e una ridotta (25%) ad acquisto di corporate e/o bonds bancari.

A giovedi.