Ieri la seduta a Wall Street è finita in gloria (S&P 500 +2.4%), col brillante superamento del livello chiave di 1950 e della media mobile a 50 giorni. Alla base del movimento, presumibilmente 2 fattori: il brusco rientro delle attese di rallentamento fiorite a gennaio, visto che perfino il vituperato manifatturiero da segnali di risveglio, e il posizionamento alquanto difensivo con cui il mercato è giunto sulla rottura tecnica, convinto che il rally avesse vita breve.
Che il mercato sia “scarico, lo si nota dal fatto che non reagisce al rimbalzo dei rendimenti, ne alla forza del $. E non sembra preoccupato che il miglioramento del quadro macro riporti d’attualità rialzi dei tassi da parte della FED in tempi brevi, anche se in questo ha forse giocato la recente retorica accondiscendente di Dudley ed altri membri FED.
Il movimento era troppo forte perchè l’Asia lo snobbasse stanotte. E cosi finalmente abbiamo avuto una performance convincente da parte dei principali indici, Sugli scudi finalmente Tokyo, favorita da uno Yen in calo vs $, e Shanghai, cui il downgrade dell’outlook ad opera di Moodys non ha fatto nemmeno vento. Sabato parte il Congresso Nazionale del partito e le orecchie sono tese per capire se, dopo l’easing monetario di lunedi, è in arrivo anche dello stimolo fiscale extra. Vedremo la prossima settimana che aria tira, ma negli ultimi giorni le indiscrezioni di un incremento del budget si sono intensificate.
L’Azionario europeo è partito nuovamente di slancio, ma un rally di oltre 5 punti percentuali in 48 ore era difficile da sostenere per l’Eurostoxx, e cosi, in assenza di dati, è partita una fase di consolidamento fisiologica.
Di grande interesse il discorso di Coeure al Finance Day di Francoforte. Il Membro del Board ECB ha dedicato un ampia parte di esso al settore bancario, dichiarando tra l’altro che:
** l’ECB è conscia che l’utilizzo di tassi negativi ha alimentato timori che questi penalizzino il business bancario, e sta studiando attentamente le esperienze di altre giurisdizioni, allo scopo di mitigare quest’effetto.
** l’Euro area ha urgente bisogno di un’accelerazione della crescita, per abbassare la disoccupazione, ridurre il debito e permettere all’inflazione di tornare a target. Incertezze nel settore finanziario costituiscono un ostacolo a quel percorso. Autorità monetarie e banche devono collaborare a rendere il settore in grado di finanziare la ripresa, e devono farlo subito.
Queste dichiarazioni hanno immancabilmente alimentato attese di un occhio di riguardo per il settore da parte dell’ ECB tra una settimana, e cosi l’Eurostoxx banks ha preso il volo, outperformando l’indice generale durante tutta la seduta (+4.17% finale).
A metà giornata, l’ADP survey ha a sua volta sorpreso in positivo segnalando 214.000 nuovi occupati per il settore privato a febbraio, contro attese per 190.000. La nota accompagnatoria suggerisce che la crescita occupazionale US resta robusta in tutti i settori tranne Energy e manifatturiero, e il pieno impiego si avvicina rapidamente.
A meta pomeriggio, la pubblicazione delle scorte EIA di petrolio ha causato i consueti brividi. Il dato API ieri sera aveva anticipato un numero forte, ma i 10.3 milioni di barili di accumulo settimanale restano tanti sotto tutti i punti di vista. In linea col consenso il calo di 1.4 milioni di carburante mentre i distillati sono saliti di 2 milioni contro attese di discesa. Unico aspetto positivo il calo della produzione US, il sesto a fila, che porta l’output sotto i minimi del 2015, al livello di novembre 2014.
Sul dato, l’oil ha buttato giù un paio di punti percentuali, ma li ha sorprendentemente recuperati in breve tempo, e, al momento, oscilla sui livelli pre dato a dimostrazione che un sentiment anche qui mutato, ed impermeabile alle bad news.
Con le scorte alle spalle, nulla poteva impedire a all’Europa di chiudere positiva per la quinta seduta consecutiva, un record, specie per i tempi. Col movimento odierno l’Eurostoxx si mette alle spalle anche la media a 50 giorni, anche se non è ancora fuori dalla congestione in area 2960-3050, range di fine gennaio. Wall Street, che oggi non ha ancora deciso il suo fato, incontra il primo ostacolo decente in area 2000 di S&P 500.
Alla lista di asset in risk appetite mood illustrata ieri oggi si sono infine aggiunte anche le aspettative di inflazione europee, col 5y forward tornato sopra 1.40% e l’inflation swap a 10 anni ben sopra l’1%. Inevitabilmente pesante il long end europeo, con il precipitoso smontamento dei flattening (trade volti a trarre profitto da un appiattimento della curva). Prese di beneficio anche sui periferici.