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Lampi di Colore – 4 Giugno 2015

La nuova fiammata sui tassi continua a dominare i mercati (per lo meno quelli europei).

La seduta asiatica è stata agitata anche dall’estrema volatilità dei mercati locali cinesi, crollati a -5 a metà seduta per poi chiudere marginalmente positivi. Da un lato Bill Gross ieri ha definito l’azionario cinese il nuovo “short of a lifetime” dopo il bund. Dall’altro gli indici sono stati inseriti nei propri benchmark da una nota casa di ETF, e tra qualche giorno Morgan Stanley potrebbe fare altrettanto, il che alimenterà domanda internazionale. Con questa volatilità dura prendere posizione in un senso o nell’altro. Tranquilla Tokyo, che mostra un livello di volatilità incredibilmente ridotto rispetto agli altri mercati. Pesanti Taiwan e Sydney mentre dopo 2 giorni di selloff Mumbay ha tenuto.

L’apertura europea è stata, al solito, assai difficile. La relativa vicinanza del livello rendeva scontato da parte del bund un test della soglia dell’1%, e  cosi è stato, nella sostanza. Nella sua aggressiva discesa, il decennale tedesco ha trascinato il resto del mercato obbligazionario, e anche l’azionario, che non poteva non reagire a tassi che salgono di 45 bps nello spazio di 2 sedute e poco più. A metà mattina in concomitanza col massimo sui rendimenti, l’azionario perdeva oltre 2 punti percentuali (Eurostoxx). Significativo anche il livello raggiunto dal BTP decennale, 2.27%, esattamente il doppio del minimo segnato a marzo 1.13%. E l’€? naturalmente in gran denaro, come si addice ad una divisa i cui asset vengono pesantemente venduti. Ironia a parte, la pessima forma del trade ECB ha causato ricoperture sulla divisa unica che ha ampiamente rotto la soglia di 1.13 vs $.

Il tempo di sfiorare la soglia dell’1% (0.995% il massimo indicato da Bloomberg, in modo da lasciare a bocca asciutta quanti erano pronti a comprare sul cambio di “big figure”) e il contratto future ha invertito la rotta dando il la ad una progressiva inversione di tendenza del sentiment.
Immediata la reazione del BTP, che ha a sua volta invertito la marcia più o meno all ‘unisono, più meditata quella dell’azionario che si è deciso solo quando hanno visto i bonds passare in positivo.
Stesso discorso per la divisa, con il dollaro che ha rapidamente cambiato direzione lasciando gli operatori a interrogarsi sui motivi. Alcuni hanno indicato il costo del lavoro per unità di prodotto USm del primo trimestre, rivisto a 6.7% da 5% e vs attese per 6.1%. Di fatto, molti di questi indicatori (Employment Cost Index, compensations plans SME etc) segnalano un inizio di pressioni sul costo del lavoro, il che non ha impedito al biglietto verde di perdere forza nell’ ultimo mese e mezzo. Sorprendente anche la nonchalance con cui il dollaro ha superato questa headline “*IMF URGES FED TO DELAY FIRST RATE INCREASE UNTIL 1H 2016″.
La verità è che con l’attenuazione della risk adversion, si riduce la necessità di ricoprire il corto € che costituisce una delle gambe dell’ ECB QE trade.

Complici alcune headlines ambigue sulla questione greca, che mostravano uno Tsipras intenzionato a chiedere la fiducia in parlamento sulla proposta EU (#BREAKING #Greece – Tsipras to ask for vote of confidence tomorrow, @jo_pit reports,) l’azionario europeo riusciva perfino a portarsi temporaneamente in positivo a metà pomeriggio, un risultato inimmaginabile ore prima. Le successive smentite, e una Wall Street di cattivo umore (eventualmente in ansia per i payrolls domani) hanno calmato l’euforia, producendo una chiusura (Eurostoxx -0.75%) migliore rispetto alle premesse della mattina, ma deludente per come si era messo il pomeriggio. Il bund ha mantenuto i guadagni, e chiude col rendimento in calo di 4/5 bps a 0.83%. Simile la performance del BTP che chiude a 2.14% con spread in allargamento di 1 bp a 130 (per quanto dopo la chiusura del cash il future abbia perso un po’ di terreno per altre headline greche ( GREECE PM TSIPRAS TOLD MINISTERS EXTREME POSITIONS OF LENDERS CANNOT BE ACCEPTED BY GREEK GOVT – GOVT OFFICIAL).

La reazione mostrata dal bund a contatto con la soglia dell’1% sembra indicare che per un po’ il livello dovrebbe fungere da supporto. La figura grafica di inversione (un lungo hammer) indica la stessa cosa. Ma bisogna ricordare che il mercato veniva da un crollo di 5 figure in meno di 3 giorni, e che una figura analoga a maggio aveva solo stabilizzato brevemente il mercato.

Guardando al quadro generale, non bisogna dimenticare ciò che Dragh ha dichiarato ieri :

  • Sebbene la volatilità sui tassi vada accettata, e l’ECB debba avere mano ferma, la tendenza è per aumentare eventualmente gli acquisti, alla luce del mandato sui prezzi.
  • E’ assurdo parlare di exit strategy per ora, non se ne è parlato perche il Governing Council è assai lontano da dover affrontare il problema e c’e’ una lunga strada da percorrere.
  • L’ECB è pronta a intervenire nel caso si manifesti un inasprimento significativo delle condizioni finanziarie o ostacoli all’erogazione della politica monetaria. L’interpretazione che do e che dovessero i tassi reali salire troppo, oppure la curva prezzare ulteriori rialzi dei tassi (già ne abbiamo uno prezzato con una buona probabilità l’anno prossimo), l’ECB si fara sentire.

Sul fronte greco, oggi sono emersi i particolari della proposta di Bruxelles alla Grecia: surplus di 1% nel 2015 e 2% nel 2016, nessuno smantellamento riforma pensioni o mosse unilaterali sull’occupazione, aumento IVA pari a 1% GDP e altre minuzie. Un accettazione di ciò libererebbe l’esborso di 10.9 bln di fondi EFSF avanzati dalla ricapitalizzazione bancaria. Inizialmente si è creduto che Tsipras chiedesse la fiducia su questo programma, ma in realtà il Premier greco deve solo illustrare la proposta al parlamento e discuterne, e già si vedono levate di scudi dallo stesso Tsipras. Varie fonti riferiscono che la distanza tra le parti è ancora molta. Ovviamente un deal è possibile nelle prossime settimane. Il Bruxelles Group si sarà lasciato margini per negoziare, e si spera che le parti giungano a una bozza degna di essere seriamente discussa in parlamento. Vedremo, ma il rifiuto della prima proposta UE è di prammatica direi. Ne frattempo sembra che il Governo abbia infine chiesto di accorpare i pagamenti a fine giugno e quindi la querelle del pagamento di domani dovrebbe essere finita.