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FED conferma balance sheet reduction… Il mercato ignora, domina effetto Trump

Lampi di Colore 765

Le minute FED ieri sera hanno più  o meno mantenuto le attese. Da un lato è stata  espressa  preoccupazione per l’andamento dell’inflazione, ma la  maggioranza ha conservato fiducia in un suo ritorno al target del 2%. Dall’altro, l’intenzione di procedere con la riduzione del bilancio FED in tempi brevi ha ricevuto una robusta conferma, con l’indicazione che alcuni membri avrebbero voluto annunciarlo direttamente allo scorso FOMC. In generale, un report cautamente hawkish, nella misura in cui segnala con ogni probabilità un annuncio di balance sheet reduction a settembre, con inizio a ottobre (Debt Ceiling permettendo).

Ma la reazione dei mercati,  almeno per quanto riguarda tassi e divisa, è apparentemente andata nella direzione opposta, soffermandosi maggiormente sulla minoranza di membri che comincia a mettere in dubbio la relazione inflazione-disoccupazione (curva di Phillips).

Peraltro, l’impatto  sul mercato è  stato  “inquinato” dalle malefatte di Trump,  il cui rifiuto di prendere seccamente le  distanze dall’estrema destra ultra nazionalista e razzista, dopo i fatti di  Charlottesville, sta provocando polemiche a non finire e seri problemi all’esecutivo. Ieri sera Trump ha deciso di smantellare i 2 forum strategici di advisory creati con i principali CEO americani per coordinare la politica economica, a causa di un nutrito numero di dimissioni per protesta. Le reazioni interne al partito non si sono fatte attendere, e il rischio, sottolineato tra gli altri da da Reuters, è che l’esecutivo subisca simili defezioni,  che ne paralizzino ulteriormente l’azione.

Quest’incremento di tensioni politiche giunge in un momento delicato, in quanto abbiamo le frizioni con la Nordcorea, che potrebbero tornare di attualità  la  settimana prossima con la ripresa delle  esercitazioni militari di USA e Sud Corea. E a settembre, alla riapertura dei lavori del Congresso, c’è da affrontare l’argomento Debt Ceiling. Cosi il dollaro ha bruscamente restituito i guadagni messi a segno in giornata, passando in negativo, i bonds hanno trovato supporto e anche l’azionario ha pressoché azzerato i guadagni.

Naturalmente il tono stamattina in Asia è stato contrastato, con Seul e i mercati locali cinesi (più Taiwan) in positivo e il resto più  o meno al palo o marginalmente negativo.
In questo contesto, l’apertura europea è  avvenuta in negativo, ma considerando il rimbalzo dell’€ e il clima, nemmeno troppo. Il calendario macro Eurozone odierno era dominato dalla pubblicazione delle minute del meeting ECB di luglio e, dopo le fonti anonime di ieri, in mattinata si sono materializzate attese di un contenuto con maggior focus sul cambio rispetto a quanto fatto trasparire da  Draghi il 20 luglio. Cosi’ l’€ ha rapidamente restituito per intero il rimbalzo di ieri pomeriggio in questo aiutato da un $ che sembra tenere le tensioni a Washington meglio delle attese.
A metà giornata, le minute ECB hanno confermato i sospetti: il rally dell’€ ha trovato parecchio spazio nel testo. Si è dichiarato che il repricing occorso in alcuni mercati, in particolare quello dei cambi, ha inasprito le condizioni monetarie. Inoltre, sebbene l’apprezzamento dell’€ rifletta in gran parte il miglioramento del quadro macro, sono state espresse preoccupazioni su un suo eventuale overshoot.
Su queste basi, l’€ ha fatto un ultimo tuffo al ribasso, ma nel breve aveva già  prezzato l’outcome,  e ha passato il pomeriggio a recuperare, aiutato in questo dalla ripresa della  dialettica di Trump, torrenziale e incendiaria, sui social.
Sul fronte macro US per una produzione industriale di luglio leggermente inferiore alle attese, il Philly FED di agosto si è confermato su livelli elevati, mentre i sussidi alla disoccupazione settimanale sono tornati sui minimi storici.
Ma l’attenzione è a Washington, e sui media fioccano i commenti all’ostinazione del Presidente, alla sua avventatezza e alla sordità  ai consigli degli elementi più esperti dello staff.
Così, Wall Street ha preso la via del  ribasso, imponendo chiusure negative agli indici europei, mentre la risk aversion comprime i rendimenti e offre supporto allo Yen. In questo contesto il biglietto verde ha restituito gran parte dei guadagni, anche se conserva qualcosa in termini assoluti e vs €. Al  momento il biglietto verde sembra chiuso tra instabilità politica da un lato e fondamentali e positioning dall’altro.

Sul fronte tecnico, il fallimento dell’S&P al cospetto della resistenza in area 2470-85 (consolidamento sui massimi di luglio-agosto) lascia l’indice in fase correttiva, con primo supporto al minimo di giovedi scorso (2437) seguito da 2405. Tra gli altri indici il più pericolante è il Russell 2000 small caps, che ha perso il  5% dai massimi e sta testando la media a 200 giorni.

Lampi di Colore 764