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Lampi di Colore – 28 Settembre 2015

Impressionante la quantità di focolai di crisi che sta affliggendo i mercati in questo ultimo periodo.
Dopo la Cina, e il ciclone VolksWagen, i cui effetti sono ancora da circoscrivere, oggi nuova giornata di passione incentrata sulle basic resources, con Glencore, il broker di materie prime, che lascia sul terreno il 29%, gettando scompiglio nel settore, sui mercati azionari e quelli del credito. E si comincia a temere la possibilità di una riedizione dello shutdown del governo in US. La tregua di venerdi, propiziata da un discorso della Yellen cautamente positivo, sembra già consegnata alla storia. 

Venerdi sera, a Europa chiusa, Wall Street aveva già cancellato i guadagni, complice una scivolata del healthcare (-2.5%) guidato dal biotech, che soffre ancora per il tweet della Clinton. Nel week end, l’annuncio dell’ECB che gli ABS di VolksWagen non sono più idonei all’acquisto da parte dell’ECB ha alimentato qualche ulteriore tensione sul nome.
Oltre a ciò, stanotte abbiamo avuto il risultato delle elezioni in Catalonia, con gli indipendentisti che hanno raggiunto la maggioranza in parlamento, ma non quella dei voti totali, necessaria per validare la loro richiesta di indipendenza. Il partito Junts pel si ha ottenuto poco sotto il 40% mentre l’altro partito indipendentista, che concorre a portare gli indipendentisti al 48%, non sostiene la candidatura di Arturo Mas come Premier, e ha dichiarato che non avrebbe supportato la richiesta di indipendenza unilaterale senza una maggioranza di voti. Per cui le negoziazioni per la formazione di un governo locale non sembrano facili, e in generale il risultato non è cosi antieuropeo come temuto.

La seduta asiatica non ha fornito grossi spunti. Qualche attenzione ha attirato il dato di Industrial profits di Agosto in Cina (-8.8% anno su anno), anche se non si tratta di una gran sorpresa. Il prossimo appuntamento degno di rilievo è il PMI ufficiale in uscita giovedi. La speranza è che, essendo più esteso del PMI Markit, rechi i segni dell’inizio di un rimbalzo del manifatturiero.
In generale , con Hong Kong, Seul e Taiwan chiuse per festività, l’attività è stata ridotta. Pesanti Tokyo e Mumbay, mentre Shanghai e Sydney hanno tenuto.

Viste le premesse (VW e profitti cinesi soprattutto), la seduta europea ha inizialmente illuso, tentando un recupero verso i massimi di venerdi.  C’è stato spazio anche per un po’ di positività, con la Consumer confidence italiana di settembre ai massimi dal 2001 (112.7 da prec 109.3 e vs attese per 108.7) e la Business confidence a sua volta assai sopra attese (104.2 da prec 102.7 e vs attese per 102.7), nuovo massimo da maggio 2011. Davvero niente male.
Ma di li a poco Glencore ha iniziato ad affondare, trascinandosi dietro il settore (Basic Resources  chiuderà a -7.6%, -15% in una settimana) e demolendo, con la collaborazione di VolksWagen, il sentiment. Già perchè complice un newsflow che non da tregua (Audi ha comunicato che 2.1 milioni di mezzi nel mondo contengono il “software truffa” ) le vendite sul settore e in particolare sui nomi tedeschi non si sono arrestate (VW-7.3%, Daimler -3.25%, BMW – 2.92%).
L’apertura di Wall Street ha aggiunto benzina sul fuoco, con l’S&P 500 che in breve tempo ha bucato quota 1900, e sembra rapidamente diretto verso i minimi di agosto, distanti circa mezzo punto percentuale mentre scrivo. Pressochè snobbati i dati macro US, che mostrano un discreto personal incomee e spending in agosto, inflazione bassa e vendite di case leggermente sotto attese (ma altri dati suggeriscono un immobiliare robusto.
Particolarmente pesante è stato nelle ultime ore l’impatto sul mercato del credito. Con i settori auto e minerario agitati dai vari casi alla fine il mercato ha fatto di ogni erba un fascio e gli indici hanno mostrato seri segnali di stress: 7 bp di allargamento per l’investment grade europeo e 25 per l’high  yield, mentre in US, dove la presenza di energy e materials nel settore high yield è assai più rilevante, il movimento è stato davvero grosso (+90 bps), come testimoniato dall’ ETF High Yield US, finito sotto i livelli di agosto scorso (toccati per meno di mezza giornata). Il tutto in un contesto di liquidità disastroso, con compratori pressoche assenti a prescindere dai livelli.
Positive, in questo contesto estremamente risk adverse, le performance dei bonds, btp compreso, che sembra, in questa fase, tenere molto bene il sentiment (chi si ricorda più la volatilità di aprile/maggio?).
Stranamente calmi i principali cambi, chiusi tra sentiment e potenziali mosse delle banche centrali. perdono terreno comprensibilmente le divise emergenti.

Un po’ di considerazioni a caldo.

  • La price action odierna, a mio modo di vedere, ridimensiona alquanto la teoria che la FED avrebbe dovuto alzare i tassi per supportare il sentiment e tener fede a presunti impegni presi. Il sollievo per la correzione del tiro operata dalla Yellen è durato lo spazio di ore, ed mi pare evidente che, sebbene una certa opacità nella comunicazione della FED non abbia aiutato forse il sentiment, in generale i mercati abbiano ben poco da guadagnare da una politica monetaria più restrittiva da parte degli USA, in questa fase.
  • Il disastro Volksvagen resta una mina per il sentiment, vista la difficoltà di definirne i contorni. Se è già difficile capire l’impatto sull’azienda di ritiri e ripristino dei mezzi, cause, danno reputazionale etc, l’entità dei danni a settore e economia è ancora, più oscura. Sarebbe un buon inizio che la cosa potesse essere circoscritta a Volkswagen, in modo che i rivali, dopo aver sofferto il contagio, possano invece spartirsi eventuali perdite di quote di mercato. Per ora è impossibile dirlo con certezza, sebbene alcuni segnali in questo senso stiano arrivando.
  • Dopo oltre 4 anni di bear market, pare che le commodities stiano cominciando a produrre i primi seri segnali di stress nel settore. Oggi Glencore, reduce da un aumento di capitale da 2.5 bln conclusosi la scorsa settimana e dall’annuncio di misure volte a ridurre l’indebitamento di 10 bln, ha perso quasi un terzo di capitalizzazione, grazie ad un pezzo di Investec in cui si sostiene che in assenza di una ripresa dei prezzi delle commodities la sua capacità di produrre profitti è azzerata. Ciò ha seminato la devastazione nel settore, con aziende del calibro di Anglo American che hanno lasciato sul terreno il 10%.
  • La domanda è: stiamo infine vedendo segnali di capitulation nel settore minerario? Il sottoindice basic resources dello Stoxx 600 ha perso oggi il 7.5%, il 20% in un mese, il 42% da inizio maggio. Si trova sui livelli del primo trimestre del 2009, osservati in precedenza nei primi anni 2000. La price action e il livello di stress nel settore dicono che un bottom non dovrebbe essere lontano. Il problema è il forte legame con la performace del “sottostante”, ovvero le commodities. Timidi segnali di ripresa sono stati affossati dallo scandalo VW, che ha colpito anche i materiali utilizzati (ferro, rame, platino etc), infliggendo un altro colpo al sentiment.
  • Le speranze di un catalyst positivo riposano soprattutto sulla Cina. Dovessero comparire segnali di una stabilizzazione della crescita, sentiment in Asia/emergenti, globale e sulle commodities ne risentirebbero rapidamente. L’impatto sarebbe significativo, perchè, come si vede dalla price action, il sentiment è davvero disastroso.
  • In assenza, direi che le condizioni per un incremento dello stimolo monetario straordinario da parte delle banche centrali, ECB in primis, potrebbero verificarsi in tempi brevi. Senza un inversione di tendenza, a questi ritmi, l’allargamento degli spread del credito in Europa costituirà senza dubbio un inasprimento delle condizioni finanziarie, da contrastare (eventualmente con acquisti di corporate bonds?).
  • Sul fronte tecnico, il test dei minimi di agosto sta praticamente avvenendo. Con quali esiti, lo scopriremo tra breve. Personalmente mi attenderei un “falso breakdown”, ovvero un iniziale rottura dei minimi, che lascia il posto ad un successivo recupero, perchè gli indici vi arrivano troppo ipervenduti. Ma è più una sensazione, legata al ricordo di precedenti simili, che non una precisa view tecnica.