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Mercati in consolidamento, il dollaro prova a risalire

Lampi di Colore 520

NB: Lampi salta un giorno e torna lunedi

Se c’erano ancora dubbi sull’intenzione della Fed di alzare i tassi tra 2 settimane, la Brainard dovrebbe averli spazzati ieri sera.
Il Membro FOMC, tra i più prudenti del Committee, ha dichiarato di giudicare appropriato un rialzo dei Fed Funds “presto” ed ha aggiunto che il bilancio dei rischi si è modificato recentemente, con un meno “downside risks” sul quadro internazionale e più rischi al rialzo su quello interno, quindi una modifica della stance è giustificata nei prossimi mesi. Quindi non stiamo parlando solo del FOMC di marzo.
Dopo la “magra” della scorsa primavera, quando i membri segnalarono l’intenzione di muoversi a giugno per poi vedere le loro ambizioni frustrate dall’orrendo labour market report di maggio, c’è da pensare che stavolta la “svolta” sia stata meditata a sufficienza, e quindi sia degna di fiducia. Peraltro, come illustrato ieri, è un fatto che le condizioni finanziarie di recente sono diventate, grazie all’asset inflation, assai accomodanti, ed è difficile perfino per la Yellen argomentare ulteriore prudenza .

Il cambio di prospettiva sulla politica monetaria US è probabilmente il motivo per cui  l’Asia ha reagito con tanta freddezza alla baldoria dei mercati occidentali ieri. Se Tokyo ha costruito sui progressi di ieri, i mercati cinesi sono marginalmente scesi, e tra gli altri indici solo Sydney e Seul mostrano progressi decenti.

L’Eurozone invece aveva partecipato al movimento, e ha passato la giornata a consolidare i livelli, con solo Milano, tra i principali indici, in grado di proseguire sulla strada del rialzo, principalmente grazie alla buona vena degli istituti bancari.

Sul fronte macro, il CPI flash europeo di febbraio ha effettivamente raggiunto quota 2%, ma il dato core è rimato a 0.9%, a dimostrazione che la salita dei prezzi è guidata principalmente dalle componenti volatili come cibo ed energia.

In US oggi calendario vuoto, con solo il numero di sussidi di disoccupazione settimanali (223.000 minimo dal 1973) a catturare l’attenzione degli investitori.
In tema di dati macro, torno su un paio di release di ieri, che ribadiscono il tema della (temporanea?) divergenza tra dati e survey:
** le vendite d’auto di febbraio hanno deluso le attese (17.47 mln annualizzati in linea con gennaio, vs 17.7 attesi) risultando in calo di un 1% circa rispetto a febbraio 2016. Questo nonostante la confidence a livelli record e incentivi in crescita (3830$ secondo alcune stime)
** Il Beige Book FED ha indicato che la crescita ha continuato a migliorare in tutti i distretti, ma la definisce “a passo tra modesto e moderato”. I consumi sono cresciuti, ma a un ritmo più basso rispetto a gennaio. E le prospettive restano positive, ma meno rispetto al report precedente. Un quadro positivo, ma che mostra un tono diverso rispetto all’esplosività delle survey.

Nel pomeriggio, vuoi per l’impatto della nuova stance FED su dollaro e tassi, vuoi perchè l’azionario US è più iperesteso nel movimento rialzista, Wall Street ha mostrato una lieve tendenza a ritracciare. Gli indici europei hanno però tenuto bene, conservando, in aggregato, i guadagni di ieri. L’€ debole è sicuramente un elemento a supporto, mentre le tensioni politiche continuano lentamente a stemperarsi  con i problemi penali di Fillon, e in minor misura, della Le Pen, che rafforzano Macron. Naturalmente anche il quadro tecnico, con i breakout di Eurostoxx ed, in minor misura, Dax, aggiungere forza.

Il dollaro forte ha forse ostacolato un po’ Wall Street, ma ha sicuramente sgambettato gli emergenti, con il MSCI Emerging future che al momento restituisce tutto il rimbalzo di ieri.

Volendo dar fiducia a Yellen e C. nel breve le prospettive per il biglietto verde tornano ad essere positive: la divergenza tra la politica monetaria FED e quella delle altre principali banche centrali (esclusa la PBOC che però è comunque alle prese con le fughe di capitale) è ripristinata, mentre la nuova stance potrebbe riportare al rialzo i tassi reali, recentemente schiacciati tra la prudenza FED e le pressioni sui prezzi. Le ultime 4 sedute hanno visto il real yield 10 anni US salire di 17 bps a 0.47%.
Sul fronte tecnico, il dollar index ha la sua resistenza fondamentale a quota 103.50, superata la quale si aprono praterie. Finchè non la superiamo, siamo a rischio formazione doppio massimo o testa e spalle ribassista.

Lampi di Colore 518

Sul treasury, dopo aver fallito l’uscita rialzista dal cuneo, si propone quella ribassista, che aprirebbe ad una ripresa del movimento di rialzo dei rendimenti.

Lampi di Colore 519