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Kraft offre $143 mld per Unilever

Lampi di Colore 487

Ebbene si, ieri sera l’S&P 500 ha interrotto la serie di record, mentre il Nasdaq 100 ha arrestato, sulla soglia delle 2 cifre, la serie di sedute positive. Si tratta però di un evento puramente formale, perche i 2 indici hanno perso rispettivamente lo 0.09% e lo 0.03%, mentre il Dow Jones è riuscito, sia pur di poco (0.04%), a mettere a segno il quinto record di seguito.
Chi invece non ha problemi a correggere è il biglietto verde, che ha lasciato sul terreno lo 0.7% (dollar index) nonostante la survey Philly Fed più forte da oltre 30 anni. Si direbbe che il mercato dei cambi nutra qualche scetticismo circa l’affidabilità delle survey, marginalmente avallato negli ultimi giorni dalla loan officer survey della FED, dalla produzione industriale di gennaio in US, e, volendo dar credito al discorso fatto ieri sui dati reali, dalle retail sales, che restano comunque solide, ma non quanto la consumer confidence ai massimi dal 2001.

La seduta asiatica ha avuto un andamento sorprendentemente opaco, considerate le circostanze. Passi per la pesantezza di Tokyo, che ha snobbato un buon Tankan per concentrarsi al solito sulla forza dello yen. Ma nel resto dell’area solo l’India ha beneficiato del dollaro debole e dei tassi US in calo, mentre i mercaati locali cinesi hanno corretto significativamente, nonostante i regulators abbiano allentato i limiti al trading di futures.

Poco dopo l’apertura europea il sentiment ha visto un ulteriore deterioramento. Tra i catalyst, la notizia che il candidato socialista francese Hamon sta intensificando i colloqui con quello di estrema sinistra Melanchon, su un ipotesi di unire le forze in vista delle presidenziali. Si tratta di un intesa difficile, ma dovessero le parti sopraggiungere a un accordo, il rischio di un ballottaggio tra estrema destra e una coalizione socialisti-estrema sinistra non sarebbe trascurabile. Ciò aumenterebbe le probabilità di successo della Le Pen e comunque condurrebbe ad un presidente assai meno europeista di Macron o Fillon.
Sul fronte greco, il media Ekathimerini ha riportato che sono ripresi i deflussi di depositi dal paese, sebbene a ritmi inferiori (ci sono i controlli di capitale).

Così l’allargamento degli spread periferici, arrestato bruscamente ieri dalle news sulle minute ECB, è ripreso, l’azionario continentale ha ripreso la via del ribasso guidato dalle banche, e l’€ ha perso un po’ di terreno contro $. Pesante anche la Sterlina, dopo retail sales UK di gennaio che non hanno minimamente accennato a recuperare il brusco calo di dicembre (-0.2% da -2.2% e vs attese per +0.7%). Secondo una nota quanto discutibile dinamica, la borsa inglese ha reagito assai bene all’indebolimento del pound, snobbando un segnale preoccupante sulla tenuta del rimbalzo congiunturale UK a favore di una maggiore competitività dell’export.

Nel primo pomeriggio, l’offerta di Kraft per Unilever ha ridato un po di verve ai mercati europei. La potenziale preda (132 miliardi di capitalizzazione) che ha consigliato agli azionisti di respingere l’offerta con premio del 18% misto cash e carta, ha chiuso in guadagno del 13% trainando anche Danone (+3%) Nestlè e Henkel (+2%), ovvero le principali candidate ad un arrocco difensivo. Tra impatto diretto (Unilever è il 3% dell’Eurostoxx 50) e quello sul sentiment, l’azionario continentale ha recuperato gran parte delle perdite, anche se Parigi e i principali periferici hanno conservato un rosso marginale. Al recupero ha probabilmente contribuito un dollaro un po’ più brillante, soprattutto per demerito di € e Sterlina.
Ma il recupero non ha intaccato la forza del Bund tornato a 0.3%, ne aiutato particolarmente BTP e c. nonostante le condizioni per un accordo elencate da Melenchon non sembrino agevolare particolarmente un ticket.
La forza dei bonds core (bund e treasury) resta un po’ il rebus degli ultimi giorni. Il primo offre un rendimento incredibilmente basso a fronte dei livelli di crescita e inflazione riscontrabili attualmente in Germania ed Eurozone. Ma è evidente che trae vantaggio dalle uscite da OAT e BTP per motivi politici. Il secondo è meno avaro, ma la sua tenuta cozzq con il quadro macro US, e il sentiment a Wall Street, che anche oggi fa fatica a scendere.

Tensioni politiche, pausa nel rialzo dei rendimenti sulla parte lunga della curva e problemi locali (l’aumento di capitale Unicredit e l’insaziabile bisogno di capitale delle Venete) hanno arrestato il recupero del settore europeo, con l’Eurostoxx banks che staziona sui livelli della prima metà di dicembre. Dal punto di vista tecnico il quadro positivo è immutato, con l’indice contenuto nella parte bassa del canale rialzista, e la media mobile a 200 giorni in fase rialzista. Ciò detto, un eventuale nuovo minimo relativo con rottura della trendline rialzista configurerebeb una sorta di massimo arrotondato, aprendo ad uno scenario negativo. I supporti sono in area 113 e 110.

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Il destino potrebbe essere legato a quello dei tassi europei, con il Bund tornato sul livello in area 164.5 che lo ha respinto più di una volta negli ultimi mesi.

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