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Italicum, si esprime la corte costituzionale

Lampi di Colore 444
NB: Lampi salta un giorno e torna venerdi

Ieri sera, Wall Street ha continuato la salita, ottenendo di fatto il breakout di cui oggi dovremmo avere la conferma tecnica, se l’indice conserva in chiusura la performance. Il movimento ha avuto i driver giusti, Materials, Financials, Industrials, Tech, mentre la roba difensiva è rimasta al palo o è scesa.
La seduta asiatica ha ovviamente raccolto il testimone, mostrando un buon tono sulla maggioranza delle piazze. Buon recupero di Tokyo, grazie al rimbalzo del $ yen su quota 112.5, ma anche ai buoni dati di trade balance, con le esportazioni assai sopra attese (+5.4% vs +1.1% stimato) e tornate positive anno su anno per la prima volta da 14 mesi.
Meno euforici, per quanto positivi, i mercati cinesi. Wilbur Ross, nominato Segretario al Commercio da Trump, ha attaccato la Cina, sostenendo, in risposta alel domande dei Senatori Democratici, che non rispetta le regole del WTO e continua a fare concorrenza scorretta usando il suo enorme eccesso di capacità produttiva. Il Portavoce del Ministero degli Esteri cinese ha dichiarato che la Cina ha un “indiscutibile sovranità” sul mar cinese meridionale e invitato Trump alla cautela. Il resto dell’area si è giovato del sentiment, come di un dollaro che resta abbastanza debole.

Discorso analogo per la seduta europea, con gli indici rapidi a fare catch up con l’America, trainati da un settore bancario in grandissimo spolvero, vuoi per i tassi che continuano a salire, vuoi per i numeri di Santander, vuoi per il fermento sul settore finanziario.
Sul fronte macro, piccola sorpresa negativa dall’IFO tedesco, che è calato marginalmente (109.8 da prec 111 e vs attese per 111.3) a causa di una discesa di 2.4 punti della componente expectations, ai minimi da agosto. La divergenza con la componente coincidente, rimasta stabile può dipendere dall’impatto della dialettica di Trump (Buy american, Hire american) nonchè eventualmente dall’avvicinarsi delle negoziazioni sulla Brexit. In ogni caso il livello resta storicamente elevato, ed in una giornata del genere, i mercati non vi hanno badato più di tanto. L’azionario ha continuato a guadagnare terreno, mentre i tassi hanno continuato a salire, per la gioia delle banche.

Nel pomeriggio, in assenza di dati significativi in US, il follow trough al breakout di ieri, con tanto di superamento di 20.000 punti da parte del Dow, è stata una conseguenza ovvia. Anche oltreoceano sono le banche a guidare il movimento, gratificate da un rialzo dei rendimenti inferiore a quello europeo, ma comunque apprezzabile, e dai continui accenni alla deregulation del nuovo presidente.
Con comodo, e arrivata anche la sentenza della Corte Costituzionale sull’Italicum , con la bocciatura del secondo turno, ma il mantenimento del premio di maggioranza nel caso un partito superi il 40%. Cosi com’è, la legge è immediatamente utilizzabile secondo la Consulta. Ciò riduce gli stimoli a cercare una nuova legge elettorale, e lascia aperta la possibilità di elezioni anticipate, anche se non è chiaro che interesse possono avere i partiti ad andarci. La soglia per ottenere il premio e il proporzionale con sbarramento al Senato richiedono la formazione di coalizioni per ottenere la governabilità (in bocca al lupo). Da un lato l’eliminazione del secondo turno riduce la possibilità di che la maggioranza della Camera vada a un singolo partito, eventualmente anti-europeista come i 5 Stelle. Dall’altro il ritorno delle coalizioni è un passo indietro rispetto a ciò che l’Italicum si proponeva di ottenere, ovvero una maggiore stabilità politica. Gli investitori devono esserci concentrati su questo secondo aspetto, visto che il listino milanese ha perso mordente e il BTP ha ceduto terreno nella parte finael della seduta contro bund, sebbene nella rotta dei bond europei sia azzardato fare ipotesi.

La chiusura europea è trionfale, con il DAX in robusto breakout e l’Eurostoxx sui massimi visti a inizio gennaio. Detto di Milano, solo londra ha mostrato poca brillantezza, con le ali tarpate, apparentemente, dalla forza della sterlina. Schiacciati i bonds globali, con il Bund ai massimi da gennaio 2016 e il t-note sopra il 2.5%.
Il mercato dei cambi resta l’unico in cui i “Trump Trades” non riescono a riprendere il sopravvento. Il $ è ben distante dai massimi sia contro €, che contro £, che contro Yen, e in generale il Dollar Index ristagna sul supporto in area 100.50 (o poco sotto), a oltre 3 punti dai massimi (vedi grafico, sorprendente come le 3 gambe rialziste abbiano funzionato).

Lampi di Colore 441

Difficile dire cosa lo abbia fermato, positioning, dichiarazioni dell’entourage di Trump, movimenti sui tassi di interesse. E’ un fatto che la stabilizzazione favorisce il sentiment (niente effetti collaterali su Cina e Emerging, ne eccesso di tightening delle condizioni finanziarie in US) ma cozza un po’ con parte della narrativa dietro a questi movimenti sui risk asset, ovvero l’accelerazione della crescita US trainata dallo stimolo fiscale e dal rimpatrio degli utili in dollari.

Sul fronte tecnico, il quadro è definitivamente rialzista. L’uscita dai range è netta, e guidata dai settori giusti. Il movimento è corale. La price action indica un potenziale di qualche punto percentuale, in tempi brevi.
Peraltro, permane una situazione di statistiche di mercato che invita alla cautela. Il positioning è elevato, gli indicatori di sentiment sono vicini ai massimi, il Vix è sui minimi da luglio 2014, mentre per vedere livelli inferiori bisogna tornare al febbraio 2007. La correlazione implicita tra le azioni del S&P 500 è ai minimi storici, a indicare investitori impegnati a generare alpha selezionando titoli e assolutamente poco preoccupati di una correzione in arrivo. Un po sorprendente, visto lo stile del Neopresidente, e il mistero che circola ancora intornao alle sue politiche.

Lampi di Colore 443
Cosi come il chiudersi delle Bollinger bands illustrato i giorni scorsi indicava l’imminenza di una brusca uscita dal range, queste indicazioni aumentano la probabilità che il breakout di ieri si riveli, alla distanza, falso, o che comunque , diversamente da quello di novembre, sia seguito da una fase di volatilità realizzata più elevata.
Va peraltro ammesso che si tratta di condizioni presenti da un po’, il che non ha impedito un breakout rialzista.