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Lampi di Colore – 24 Luglio 2015

Mesta chiusura di settimana sui mercati, con il perdurante crollo delle commodities che alimenta perplessità sulla crescita globale e sullo scenario inflattivo, e pesa sul sentiment attraverso l’impatto sui settori collegati (Stoxx Basic Resources -3% oggi, – 9.5% in una settimana).

Wall Street, ieri sera, ha ceduto terreno a mercati europei chiusi, guidata da alcuni nomi industriali come Caterpillar, 3M, e Union Pacific, le cui trimestrali non sono piaciute. 
Ovviamente stamattina l’Asia non era in forma. Un PMI cinese assai sotto attese (48.2 da prec 49.4  e vs attese per 49.7) ha avvalorato la teoria che la debolezza del commodity complex riflette un rallentamento maggiore delle attese del gigante asiatico. E poi c’è da mettere in conto l’impatto del calo delle commodities sui paesi produttori dell’area.  L’annuncio da parte delle autorità cinesi di misure, in preparazione, a supporto degli scambi commerciali, non ha per ora sortito effetti positivi sul sentiment, anche perchè si parla di allargare la banda di oscillazione dello Yuan, il che aggiunge benzina sul fuoco, già arzillo, della deflazione.
Così stamattina non si è salvato nessuno, con i principali indici asiatici che si collocano tra il -0.25% di Taiwan (che pero si era persa il 2.5% nelle 2 sedute precedenti) e il -1.3% di Shanghai.  Tokyo ha completamente snobbato il buon PMI di luglio (51.4 da 50.1 e vs 50.5 atteso).

L’apertura europea, su queste basi, è stata cauta, con gli indici intenti a fare catch up con la debolezza di Wall Street nella seconda parte di seduta di ieri (parzialmente mitigata dalla trimestrale monstre di Amazon, +19% in aftermarket) .
Stamattina era prevista in europa la pubblicazione dei PMI flash di luglio.  Deludenti i dati tedeschi e francesi, gli unici disponibili nella release flash. Significativo l’arretramento del dato composite francese (51.5 da prec 53.3 e vs attese per 53.3) penalizzato in egual misura da manifatturiero e servizi. Marginale il calo in Germania (53.8 da prec 54.4 e vs attese per 54.2) il cui livello di attività resta solido. Il modesto calo del dato composite dell’intera Eurozona (53.7 da 54.2 e vs attese per 54) mostra che nel resto dell’area (di cui Spagna e Italia costituiscono la buona parte) gli indici dovrebbero essersi marginalmente rafforzati. Vedremo tra 2 settimane quando, con i dati finali di luglio, disporremo del dettaglio. Magari l’allontanarsi nel tempo della fase acuta della crisi greca premetterà un marginale miglioramento del sentiment. Per il momento si intuisce che il livello di attività resta discreto, nonostante la lieve perdita di momentum, e coerente con un GDP europeo in crescita di 0.4-0.5%.

Confortate da queste riflessioni,  da un € in calo, e da rendimenti dei bonds che, grazie all’effetto commodities, scendono coralmente in un regime di volatilità ridotta, le borse europee si sono portate in positivo, per rimanerci fino al primo pomeriggio, quando l’arrivo degli USA ha fatto ripartire prontamente i temi di ieri. Rinnovato massacro delle commodities (nuovi minimi per petrolio, rame, oro tra gli altri), prese di beneficio sui settori che meglio hanno performato (vedi i finanziari) e cosi via.

Per dare un idea del “dibattito”, Anglo American, tra le prime mining company globali, ha riportato sopra attese e confermato un dividendo di 32c vs attese di zero. Il titolo è stato premiato in apertura con un +4.5%, diventato un -3.5% nel pomeriggio,  (-11% sulla settimana!) coll’avvitarsi del mood. Difficile che il sentiment globale tenga, quando lo stress su alcuni settori è di queste dimensioni.
Peraltro, si intravedono chiari segnali di capitulation, e quindi, come avvenuto per l’azionario cinese un paio di settimane fà, una stabilizzazione non dovrebbe essere lontana (sebbene i settori basic resources e energy globali non possano contare sulla PBOC per eventuale supporto). Tra l’altro, il disastro sulle commodities è, almeno in parte, figlio del crollo cinese di un mese fa.
Dovesse continuare quest’aria, sembra improbabile che la Yellen e C. potranno tenere fede alle loro ambizioni di primo rialzo nel 2015. Il che dovrebbe essere ben visto dall’azionario, in particolare in US. Ma in questo momento il mercato non guarda a questi aspetti, anzi, non guarda proprio al macro, al di fuori di certe aree. Snobbati il PMI US di luglio lievemente meglio delle attese e un brutto dato di new home sales di giugno (-6.8% vs +0.3% atteso) che però non quadra con i dati sui cantieri e i permessi di costruzione, assai più brillanti, visti giorni fà.

Pesante la chiusura europea, con l’Eurostoxx che cede lo 0.95%. Fa peggio il Dax (-1.4%), mentre Milano limita i danni (-0.5%) aiutata forse dal costante calo dei rendimenti dei BTP : il 2 anni è tornato sui minimi (0.11%), il 5 anni ha recuperato 0.5% nelle ultime 2 settimane (da 1.35% a 0.85%) e il 10 anni è tornato ai livelli di maggio (1.86%, spread 117).