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Lampi di Colore

Lampi di Colore 23

NB: Lampi salta un giorno domani, e torna Lunedi

Ieri sera, Wall Street ha prodotto un recupero marginale, che non ha comunque impedito all’S&P 500 di mettere a segno la terza seduta a fila di significativa discesa (-0.77% la variazione, – 2% in 3 sedute). In assenza di dati o news  particolari, è  difficile indicare un catalyst preciso, ma certo agli investitori non sono sfuggiti il terzo nuovo minimo ciclico di seguito dell’ oil (nonostante le scorte US in robusta discesa) e la quarta seduta di salita  dei rendimenti dell’indice dei bonds high yield US, fenomeno strettamente legato al  primo. Il fatto che entrambi stiano prolungando la serie oggi mentre scrivo non depone bene per la tenuta del rimbalzino messo in atto da Wall Street, anche se la volatilità  su questi asset è  tale che non si può  dire con certezza dove saranno tra un ora. In fin dei conti, ieri l’oil a metà  seduta  saliva  di oltre il  3% ieri.

Con queste  premesse, che l’Asia abbia nuovamente sottoperformato stamattina  sorprende poco. Tokyo ha subito il robusto recupero dello yen, l’ultima divisa a ritracciare totalmente il recente indebolimento (in questo caso seguito, al  FOMC del 28 ottobre) dopo  € e Franco svizzero. Shanghai ha ottenuto un po’  di supporto dalle vendite d’auto di novembre, cresciute del 23% anno su anno grazie agli stimoli. Emblematica la risposta di Sydney ai fortissimi dati occupazionali di novembre (71.000 nuovi occupati vs attese per -10.000 disoccupazione a 5.8%). Calo delle attese di nuovi tagli dei tassi, divisa  su e borsa giù in perfetto stile del nuovo millennio.

L’apertura europea ha ovviamente preso atto della defaillance di Wall Street ieri sera, ma, complice il fatto che l’ €, dopo aver bucato temporaneamente 1.10 vs  $, ha messo la marcia indietro,  a metà mattina si  è  intravista una reazione. Un marginale supporto può essere giunto dai dati di produzione industriale francesi di novembre (+0.5% vs 0.0% atteso, e +3.6% anno su anno). Restano deboli i prezzi, col CPI in calo di 0.2% vs attese per 0.0%.
Effimero il supporto alle banche italiane (ed europee in generale), derivante dal primo calo dell’ammontare complessivo di sofferenze del sistema bancario del belpaese, tornato sotto  i 200 miliardi di €. Sarà perchè Reuters ha riportato ieri che la negoziazione con l’EU sulla bad bank segna il passo.
Poche novità dai meeting della Swiss National Bank e della Bank of England, con le stance  e la retorica rimaste pressochè invariate.

Scarsi spunti macroeconomici anche in US, con i jobless claims settimanali in modesto rialzo, ma sempre a livelli frizionali. L’unico dato rilevante della settimana, le retail sales di novembre, esce domani.

Poco prima della chiusura europea è sembrato che, grazie ad un € in ritirata e una Wall Street ispirata, gli indici avrebbero evitato la settima discesa su 8 sedute ( per un totale di un 7% di calo dell’Eurostoxx). Ma l’oil e l’HY US hanno detto no. Se non altro la tendenza a sottoperformare gli USA, esplosa dopo il fiasco ECB, si sta attenuando.

Una gestione perfettibile, checchè ne dicano Nowotny e Mersh, della comunicazione ECB, ha contribuito (insieme alla Grecia,  alla Cina, Vw etc) a ridurre la performance 2015 dell’Eurostoxx a un misero 4%, nonostante tutto lo “sturm un drang” di stimolo monetario e liquidità. Fossimo in un altro periodo dell’anno, sarei ben felice di raccogliere questi livelli. Purtroppo, l’incombere del FOMC e di fine anno impongono cautela, e probabilmente spiegano la  scarsità generale di compratori su un buon numero di asset, nonostante il robusto repricing.

Peraltro, come osservato qualche settimana fa, il paragone con il movimento dell’anno scorso sta offrendo indicazioni utili per questo scorcio di 2015. Anche un anno fa, a un forte episodio di volatilità (li assai più effimero) è seguito un brusco rimbalzo seguito da una serie di correzioni, una delle quali è culminata a metà dicembre, data quest’anno coincidente col FOMC (16). Su queste basi, il punto di acquisto per ottenere per lo meno un rimbalzo tattico non dovrebbe essere lontano.
Su quest’argomento, giunge a proposito il buy signal dell’indice proprietario di ipervenduto  di Citigroup sull’ Eurostoxx, che proprio oggi segna il terzo giorno sotto -100. La statistica indica che a 5,  10 e 15  giorni questi segnali sono seguiti rispettivamente da una media di +0.8%, +2% e +4%, con una probabilità  di ritorni positivi crescente (+53 a 5 giorni, + 67 a 10 e 80% a 20).