Seleziona una pagina

Le prime mosse di Trump post insediamento

NB: oggi pezzo sintetico causa cancellazione di quello esteso, a opera di PC dispettoso e ingrato

“Buy the Election, sell the inauguration” era uno dei mantra che giravano sui media finanziari US poco dopo le presidenziali. Per banale che possa sembrare, oggi appare come il consiglio giusto, visto che le prime mosse di Trump sono state salutate da una moderata risk aversion.

Da un lato, la rapidità con cui Trump si lanciato a smantellare i trattati (ha già firmato il ritiro dal Trattato Trans Pacifico) riporta alla ribalta il protezionismo mentre l’insistenza con cui il Presidente proclama di mettere il lavoratore americano al centro di qualsiasi decisione alimenta forse qualche dubbio su quanto sarà effettivamente business frendly la politica economica US (leggi impatto su margini del manifatturiero etc).
Dall’altro, il positioning resta monotematico, e quindi la presenza di un newsflow meno supportive alimenta, su alcuni Trump Trade, piogge di prese di beneficio.
Non a caso, l’arretramento del $ ha avuto il consueto effetto sul Nikkei, mentre gli emergenti rappresentano l’unico winner della giornata.

La seduta europea, iniziata con un clima opaco, ha visto , come spesso nell’ultimo periodo, gli indici recuperare rapidamente lo storno iniziale, supportati da un dollaro in temporaneo recupero. Ma il movimento del biglietto verde non ha tenuto alla distanza, complice la fretta di Trump di cancellare i trattati. Il Presidente ha pure lanciato uno strale al Giappone, sostenendo che li come in Cina si ostacola la vendita di prodotti americani (RTRS – TRUMP TELLS EXECUTIVES CHINA, JAPAN MAKE IT DIFFICULT TO SELL U.S. PRODUCTS THERE UAA.N GLW.N). Ciò ha dato ulteriore forza allo yen, indebolendo nuovamente il $, e,  insieme con una Wall Street opaca, ha riportato gli indici europei a chiudere poco distanti dai minimi di seduta. La risk aversion si è fatta sentire anche sui bonds, con rendimenti in calo sua in area core che periferica. Il BTP ha un po’ sofferto l’incombere della sentenza sull’Italicum prevista per domani, anche se ex ante è difficile capire l’impatto. L’esito potrebbe anche essere benvisto, se riduce la possibilità di concentrazione di potere in mano ai 5 stelle o allontana le elezioni (per quanto personalmente i margini di miglioramento della situazione politica italiana mi paiano esigui). In ogni caso, corretto per il cambio di benchmark, lo spread è tornato ai livelli di inizio dicembre.

Sul fronte tecnico l’attenzione è concentrata sul Dollar Index, che sta nuovamente testando il supporto in area 100.50 che lo ha respinto pochi giorni fa. Una eventuale  rottura ribassista, non passerebbe inosservata, in quanto metterebbe in discussione 8solo dal punto di vista tecnico) il trend in atto. Come minimo, vedremmo altre prese di beneficio sui “trump trades”. Per il momento su azionario si conferma l’assenza di segnali, in attesa di un uscita dai range.