Seleziona una pagina

Lampi di Colore

Ciò da un lato conferma il quadro correttivo in corso sull’azionario US e globale (la rottura della media mobile a  200 giorni è stata seguita da un’accelerazione ribassista), dall’altro mette ancora più  in luce la reazione ordinata dei mercati, anche se la cautela è  d’obbligo.

La seduta asiatica è partita comprensibilmente con un tono negativo. Oltre ad essere i primi mercati a dover confrontarsi con l’emotività derivante dagli attacchi terroristici, gli indici dovevano ancora fattorizzare la debolezza dei mercati occidentali di venerdi. Con queste premesse, l’attività è stata sorprendentemente composta. Gli indici cinesi hanno sostanzialmente tenuto, grazie anche alla notizia che lo staff dell’ IMF ritiene lo Yuan idoneo a entrare nel paniere degli SDR.
Con un GDP preliminare del terzo trimestre leggermente inferiore alle attese (-0.2% da precedente -0.2% vs -0.1% atteso) il Giappone è tornato in recessione tecnica (2 trimestri di creescita negativa a  fila). In realtà sul dato ha pesato in parte la riduzione delle scorte (un effetto atteso anche in US dove in rapporto alle vendite si collocano ai massimi post crisi). In ogni caso  la debolezza macro non fa che riposizionare i riflettori sulle opzioni di politica monetaria e eventualmente fiscale. Non a caso Tokyo ha performato meglio di tutte le altre principali piazze durante la correzione degli ultimi giorni, e la forza dello yen seguita alla risk adversion  per gli attentati non poteva essere più effimera.

Decisamente buona anche la reazione delle piazze europee, che dovevano fare i conti anche con un robusto calo di Wall Street post chiusura di venerdi. L’Iniziale gap down è stato immediatamente comprato e a metà mattinata gli indici erano già in positivo. Unico neo, il rimbalzo è stato  guidato da Energy e materials, ovvero  i settori piiù massacrati la scorsa settimana.

Il sentiment ha avuto un solo ripiegamento nel primo pomeriggio, quando anche Wall Street si è concessa un iniziale sussulto, e poi si è  ripreso, con gli indici europei che hanno mostrato marginali progressi in chiusura, e Wall Stret che mostra il primo segno positivo da 4 sedute a questa parte.
Si tratta di unareazione decisamente positiva, che mostra come i mercati siano sempre più propenzi a considerare come idiosincratici, e non sistemici, questi eventi.
Detto ciò, bisogna considerare che la positività del sentiment è in gran parte dovuta alla considerazione generale che gli impatti negativi degli attentati sul ciclo e sulla confidence verranno bilanciati da un ulteriore ammorbidimento delle stance monetarie.
Una semplice occhiata alla performance degli asset europei conferma questa tesi:
** I rendimenti del bund scendono su tutta la curva
** L’€, principale termometro delle attese di easing nell’ultimo periodo, ha rotto 1.07 contro $.
Ne consegue che la reazione positiva odierna giunge corredata dall’effetto collaterale di caricare di ulteriori aspettative il meeting ECB del 3 Dicembre. Come osservato più volte, Draghi è un maestro nel sorprendere, ma stavolta l’asticella si colloca in alto.

Per quanto riguarda le impressioni personali circa l’impatto di quest’evento, a caldo osserverei che quelle sul ciclo dovrebbero essere, come al solito, temporanee, individuabili in un impatto sulla consumer confidence e uno un po’ più protratto su turismo.
Quelle politiche sono più difficili da valutare, ma è chiaro che i partiti nazionalisti beneficeranno dei sentimenti xenofobi che questi eventi suscitano, a cominciare da FN della Le Pen. E la recente svolta europea sull’immigrazione, già sotto pressione, verrà ulteriormente messa in discussione, insieme con i suoi alfieri (vedi Merkel).
In generale l’Europa politica rischia di uscirne indebolita.
Sullo sfondo giace la possibilità che questi attacchi annuncino un serio cambio di marcia dell’ISIS sul fronte terrorismo.