
Quarta seduta di calo consecutivo per Wall Street ieri sera (martedì), con l’S&P 500 in perdita dello 0.47% e il Nasdaq 100 a -1.24%, gravato dalle large caps del tech (Mag7 -2.25%). Gli indici hanno messo a segno un recupero nella seconda parte della seduta, che gli ha permesso di più che dimezzare le perdite rispetto all’ 1.25% e 1.95% che perdevano rispettivamente a 2 ore dall’apertura.
La matrice della price action è stata quella degli ultimi giorni, con il tech e gli altri darlings del mercato dell’ultimo periodo bersagliati di prese di beneficio (Microstrategy e Super Micro Computer -11%, Tesla, Applovin -8%, Intel -5% etc), e il resto del mercato a tenere abbastanza bene. Non a caso 296 titoli su 502 hanno guadagnato, e l’S&P 500 Equal Weight ha chiuso positivo a + 0.13%. Da inizio anno questo indice guadagna il doppio dell’S&P 500 capital weighted (2.64% vs 1.25% a ieri), mentre l’indice delle Magnificent 7 perde oltre il 5%.
Stasera in aftermarket riporta Nvidia e quindi l’ultimo tassello di quest’earning season andrà a posto. Dopo la vicenda Deep Seek, l’ attesa è spasmodica per capire come questa verrà integrata questa questione nella guidance per il 2025. Immagino che Jensen dirà che, essendo la tecnologia diventata più accessibile, la domanda di chip per l’AI non farà che salire. Vedremo se convincerà il mercato.
Intanto, Sentimentrader.com ha osservato che, sul Tech (nel dettaglio il settore I.T.) il numero di azioni che sono calate più del 20% dai massimi è in rialzo da un po’, e ha toccato il 40% del totale, secondo solo a Energy e Materials. Riuscirà Nvidia a invertire il trend prima che la percentuale superi il 50%?
Se l’azionario USA ha avuto una reazione in giornata, lo stesso non si può dire dei bonds, che hanno conservato quasi tutti i cali dei rendimenti maturati in corso di seduta. La Fed Funds Strip per la prima volta da inizio anno sconta 2 tagli da 25 bps entro dicembre 2025 (più quello fatto al FOMC di gennaio). Ricordo che la dot plot di dicembre proiettava 2 tagli dei tassi per il 2025, quindi in questo momento il mercato sconta interamente un taglio più delle proiezioni Fed, più qualcosa. Mica male per un mercato che fino a poco fa era terrorizzato dall’inflazione, e comunque ha avuto un CPI di gennaio sopra attese e bello robusto. La verità è che le aspettative di crescita si stanno iniziando a deteriorare, come argomentato in dettaglio nel pezzo di ieri.
La seduta asiatica è stata ravvivata da un nuovo balzo del China Complex, con performance attorno al 4% per Hong Kong e HSCEI, e intorno all’1% per le “A” shares. Al momento lo HSCEI e il migliore da inizioanno, tra i principali indici mondiali, con un +18%. Riguardo il resto degli indici, progressi moderati da Taiwan, Seul e Jakarta, invariati Vietnam e India, e marginali perdite da Sydney e Tokyo.
L’eccitazione sull’azionario cinese apparentemente ha 2 catalyst:
1) La Cina ha intenzione di ricapitalizzare le prime 3 banche del paese con almeno 55 miliardi di Dollari. Il processo, dovrebbe completarsi entro giugno, fa parte del pacchetto che era stato varato a settembre in cui si diceva, senza dettagli, che 6 banche sarebbero state ricapitalizzate. Meglio di niente, anche se questa mossa un po’ sbrigativa taglia fuori le banche di dimensioni medie e piccole, che restano sottocapitalizzate, e piagate dai non performing loans.
link China to Inject at Least $55 Billion of Fresh Capital Into Several Big Banks
2) Dopo 3 settimane Deep Seek ha ripristinato il servizio, e circolano indiscrezioni che a maggio uscirà la nuova versione.
link DeepSeek Reopens AI Model Access as China Rivalry Heats Up
link DeepSeek rushes to launch new AI model as China goes all in
La seduta europea è partita ancora con un tono positivo, aiutata in questo dal rimbalzo mostrato dai futures USA nella seduta asiatica. I temi a supporto però continuano ad essere da un lato la pace in Ucraina, con le news che continuano a fluire nello stile dei partecipanti al negoziato. Dall’altro le news sul dibattito per eliminare dalla costituzione il debt break in Germania, con annesso budget di spesa per la difesa (ne confermato ne smentito da Merz). A trainare, come di recente, i finanziari, cosa che permette a Madrid e Milano di tenere a tratti il passo indiavolato del Dax, che ovviamente la fa da padrone grazie al tono delle news.
Dopo qualche titubanza, i rendimenti hanno preso la via del ribasso, ignorando il sentiment euforico, e la pressione derivante dal potenziale aumento delle emissioni tedesche per finanziare il deficit, e magari anche da parte di altri stati per finanziare budget di difesa aumentati. In realtà quest’effetto un po’ si vede, con il Bund che diventa sempre più cheap rispetto ai tassi swap. Attualmente rende 7 bps più dei tassi swap a 10 anni, il massimo storico. Li ha superati per la prima volta dal ’99, anno della loro, istituzione, a novembre scorso. Ma c’è il rendimento del treasury trainare giù quelli europei: lo spread treasury bund a 10 anni è a 183 bps, minimi da metà ottobre 2024.
In mattinata in Eurozona era prevista la pubblicazione di un paio di confidence. In Germania forse la tensione per le elezioni ha pesato un po’ sul numero, che ha deluso, mentre in Francia si è visto un piccolo miglioramento.
Siamo arrivati così al pomeriggio, con azionario forte e i rendimenti in calo.
Anche in US c’era qualche report, sull’immobiliare.Le richieste di muto sono calate la scorsa settimana e restano su livelli inferiori del 4% al periodo dopo lo scoppio della olla immobiliare.
Le vendite di nuove case sono calate molto più delle attese a gennaio ma la negatività è mitigata dalla robusta revisione al rialzo di dicembre.
Nulla che potesse influenzare più di tanto un mercato con gli occhi fissi al tech in cerca di un rimbalzo, e a Trump per news su Ucraina, dazi, Cina etc.
In effetti, Wall Street è partita in rialzo, con il tech a trainare e i nomi massacrati in questi giorni a mostrare progressi robusti (tranne Tesla).
Il tono è andato in crescendo tutto il pomeriggio europeo. Così l’azionario continentale ha messo al sicuro i risultati, con un’altra seduta assai buona. La forza dell’azionario non ha fatto nulla per attenuare le pressioni ribassiste sui tassi.
Poco meno di un ora dopo la chiusura europea, però, Trump è tornato a parlare di dazi, nella fattispecie quelli che metterà, a suo dire, sull’Eurozona, che sarebbe stata creata “per fregare gli USA” (sic). Questi saranno del 25% su auto e su altro, e i dettagli arriveranno a breve. L’EU può provare a fare rappresaglie, se crede. Ha aggiunto che i dazi a Canada e Messico entreranno in vigore il 2 Aprile, quindi un altro mese di sospensione. Wall Street, che aveva già perso un po’ di momentum, ha cancellato i guadagni, accumulando perdite moderate. Difficile dire se la colpa sia degli annunci, visto che le razioni di Peso e Dollaro Canada sono state inizialmente positive, per il rinvio.
*TRUMP: WILL BE ANNOUNCING TARIFF DETAILS ON EU
*TRUMP: DECISION ON TARIFFS ON EU : 25%
*TRUMP: DETAILS ON EU TARIFFS COMING SOON
*TRUMP: EU TARIFFS TO BE 25% ON AUTOS, OTHER THINGS
*TRUMP: EU CAN TRY TO RETALIATE ON TARIFFS
*TRUMP SAYS CANADA, MEXICO TARIFFS GO INTO EFFECT APRIL 2
*TRUMP: NOT STOPPING THE TARIFFS
Dopo la chiusura ci aspetta Nvidia. Allacciamo le cinture.