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Ancora dati buoni su prezzi in US. Le tensioni politiche affossano l’azionario EU

Una Fed un po’ più hawkish delle attese (sostanzialmente nella Dot plot che indica un solo taglio per il 2024) non ha impedito ieri (mercoledì) a Wall Street di festeggiare, con un altro record, il dato di CPI core più basso dall’Agosto 2021 (vedi lampi di ieri per un commento dettagliato). L’S&P ha preso lo 0.85% superando quota 5.400 punti, mentre il Nasdaq 100, trainato da Apple (+10% in 2 sedute) e Nvidia (+3.5%) ha guadagnato l’1.33%. Inutile dire che, con il mercato al traino delle Magnificent Seven (+1.93%) la breadth è stata ancora scarsa, con l’S&P 500 equal weighted in progresso dello 0.53%. Come in ognuna delle precedenti occasioni in cui le sedute contenevano eventi “market mover”,  il Vix si è sgonfiato di oltre il 6% a indicare un frenetico smontamento di hedge. Ma la verità è che in questo caso non si era notata molta domanda di volatilità a scopo copertura, e infatti il Vix ieri è sceso a ridosso di quota 12 vol, minimo dell’anno.
Della breadth scarsa e del suo eventuale significato abbiamo già discusso parecchio recentemente, l’ultima volta il 6 giugno ( link ). Ieri Sentimentrader.com è uscito con uno studio diverso, basato su performance e volatilità. Ha calcolato che una sua formula di “information ratio” dell’S&P 500 è salita a dei livelli osservati una sola altra volta negli ultimi 25 anni.
In sostanza, nelle ultime 150 sedute, l’S&P ha mostrato una performance 40 volte la deviazione standard delle sue variazioni giornaliere, un livello osservato, di recente, solo  a gennaio 2018.

In altre parole abbiamo fruito di un periodo di performance eccellenti accoppiate a volatilità bassa con un solo precedente dal 2000 in poi.
Questo tipo di situazioni (il backtest è informato a un IR superiore a 40 per la prima volta da 2 anni) sono state storicamente seguite da performance sotto la media da parte dell’S&P 500.

Come si nota, vi sono 2 periodi distinti. Dagli anni ’30 a fine anni ’60 le performance del backtest non sono così, male, anzi. A 6 e 12 mesi sono molto buone.
Negli ultimi 50 anni, per contro, sono decisamente mediocri. Escludendo il primo periodo dal backtest e considerando solo il secondo, i risultati medi sono quelli nello specchietto sotto.

Questo studio è una manifestazione statistica del concetto che periodi eccessivamente facili (tanta performance e poca volatilità) pongono i presupporti per periodi più difficili.

Venendo alla seduta asiatica, una volta di più questa è stata riluttante a unirsi alla festa USA, con Tokyo, Jakarta, Shanghai e Shenzen in negativo. Bene Taiwan, Sydney, Mumbai, Seul e Vietnam. In Giappone si continua a suggerire che stanotte la BOJ considererà se ridurre gli acquisti di JGBs ( link Bank of Japan to weigh future of JGB purchases at policy meeting). Lo Yen sembra non farci molto caso, ma l’azionario di più.
In Cina si continua a parlare di rappresaglie contro i dazi messi sulle auto elettriche dall’Eurozone (*CHINA WILL TAKE NEEDED STEPS TO COUNTER EU ACTION, LIN REPEATS – BBG), magari utilizzando oltre che il settore auto quello agricolo ( link China is threatening EU agriculture. Should farmers squeal?). Questo nuovo fronte commerciale sta pesando sull’azionario cinese ma non solo, con il settore auto Eu che oggi è sotto forte pressione, per timore di rappresaglie e la circostanza che anche i costruttori europei pagheranno dazi per quanto realizzato in Cina.

La seduta europea è iniziata con gli indici a fattorizzare il lieve ritracciamento di Wall Street ieri sera. Dopo di che le tensioni relative alle elezioni europee si sono riaffacciate, con i governativi francesi e le loro banche sotto crescente pressione, con gli spread periferici ancora in allargamento e l’€ in calo progressivo. Così l’azionario continentale ha accumulato perdite robuste in mattinata.
Anche oggi i dati importanti erano in US nel pomeriggio.

I sussidi di disoccupazione hanno fatto un altro balzo al rialzo. E’ ancora presto per considerarla una deriva, visto che i rialzi di metà 2023 sono poi rimasti lettera morta, anche se li vi erano un paio di distorsioni in Michigan e Ohio, se non erro. Ma comunque guardando il grafico si comincia a intuire un bottom e un incipiente trend di rialzo, da monitorare.

I Prezzi alla produzione USA di maggio costituiscono un altro dato “disinflattivo”. Hanno sorpreso al ribasso sia come headline che come core. Questo report va ad abbassare ancora un po’, a margine la stima di PCE, e quindi è un ‘altra buona notizia per la Fed.
In generale i dati odierni negli USA indicano inflazione in calo, e domanda di beni e servizi, e di lavoro, in indebolimento. Come tali, sono “bond frendly” e infatti i rendimenti USA mettono a segno il terzo giorno di calo significativo, per un totale di oltre 20 bps, ad un livello di 4.25% per il 10 anni treasury, minimo da inizio aprile. Wall Street ha provato ancora la via del rialzo, trainata ancora dai suoi campioni, oggi Tesla e Nvidia. Ma per il momento la cosa è abortita e il principale indice USA oscilla poco sotto la parità.
In Eurozone le tensioni politiche si sono totalmente riappropriate del mercato, dopo la pausa di ieri, e gli indici chiudono pesantissimi, con cedimenti tra l’1.5% e il 2% e finanziari, industriali e materials a guidare il ribasso. A ulteriore dimostrazione del fatto che il tema della debolezza europea è politico, i dati macro deboli e rate frendly negli USA non impediscono al Dollaro di recuperare oltre uno 0.5% contro €, che cede anche contro Sterlina, Svizzero e pesino Yen.
Tra i bonds la risk aversion  fa volare il Bund, mentre tutto il resto cede, e gli spread allargano. Tanto per dare un’altra dimostrazione dell’epicentro del problema, oggi lo Spread Bund OAT ha segnato oggi i massimi dal 2017,superando quelli segnati in occasione del covid.

Quello del BTP sale a 147, massimo dal primo marzo.
Le elezioni legislative francesi sono distanti ancora oltre 2 settimane (il primo turno), quindi è probabile che questo tema continuerà ad agitare le acque, a fasi alterne, nei prossimi giorni.
Intanto tra poco abbiamo l’asta del 30 anni USA per 22 bln, un altro evento in grado di impattare sui rendimenti,.