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Lampi di Colore

Bozza automatica 6

NB Oggi nota sintetica causa impegni serali

Tono più dimesso, oggi, fin dalla seduta asiatica, rispetto a quanto prometteva la trionfale chiusura di Wall Street venerdi sera.

Vari motivi possono essere addotti per questa negatività latente:
** Intanto i PMI cinesi hanno avuto nuovamente un tono opaco. Il PMI manifatturiero ufficiale di Gennaio (49.4 da prec 49.7 e vs attese per 49.6) ha deluso, segnando il minimo da 3 anni. Anche il PMI servizi si è rimangiato il recupero di dicembre (53.5 da 54.4). Meglio il PMI manifatturiero calcolato da Markit (48.4 da prec 48.2 e vs attese per 48.1). Nulla di particolarmente grave, ma è chiaro che per il momento il rimbalzo congiunturale resta confinato al settore immobiliare.
** La mossa della BOJ ha stimolato alcune riflessioni su potenziali effetti secondari negativi, in particolare riguardo ad una reazione cinese. Le autorità di Pechino continuano a dichiarare che una svalutazione non è nei loro programmi. Il problema è che una settimana fà, nemmeno i tassi negativi erano tra i programmi di Kuroda, per non parlare di un eliminazione del floor al cambio per la Suiss National Bank a gennaio 2015, ed altri innumerevoli esempi di negazione necessaria. Su queste basi, nonostante il fixing dello yuan non si sia mosso, da molte parti si sono intensificate le chiamate di una svalutazione in arrivo.
** Il week end è passato senza che si concretizzassero le voci di un coordinamento dei paesi produttori di petrolio per ridurre la produzione, anzi, son circolate più smentite che conferme (*PERSIAN GULF ARAB STATES DON’T BACK EMERGENCY MEETING). E cosi l’oil che aveva recuperato in 7 delle ultime 9 sedute, oggi si è rivelato pesante da subito.

Cosi, solo Tokyo, galvanizzata dalla debolezza dello yen, ha mantenuto brillantezza, mentre il resto del gruppo asiatico ha seguito più o meno i destini  di Shanghai, e l’Europa ha preso a consolidare subito dopo l’apertura del cash.
Sulle banche italiane si è confermato il recente copione. Apertura speranzosa, e indebolimento in giornata, per chiudere in rosso, salvo quelle coinvolte in un potenziale merge (Popolare Milano e Banco Popolare). C’è ancora troppa confusione sullo schema e il valore che, sulla base di esso, bisogna attribuire alle sofferenze.

Sul fronte Macro, la revisione dei PMI di gennaio ha portato poche novità: una Spagna in gran forma, e un Italia in lieve arretramento ma sempre positiva. In generale lieve battuta d’arresto (conferrmato il 52.3 da 53.2 di dicembre) ma attività sempre coerente con crescita moderata in Eurozone.

Ma gli occhi erano puntati oggi sull’ISM manifatturiero US di gennaio in US, da 2 mesi in territorio di contrazione. Il dato (48.2 da 48 e vs attese per 48.4) ha deluso, smentendo totalmente il quadro di miglioramento dipinto dal Chicago PMI di venerdi scorso. Detto ciò, sia il sottoindice new orders, che quello production sono saliti, e tornati sopra 50 (rispettivamente a 51.5 e 50.2) il che depone bene per i mesi a venire. A latere, il construction spending ha deluso, ma al suo interno il settore residenziale privato continua a far bene.

L’azionario ha fatto i minimi poco dopo i dati, per poi recuperare gradualmente, permettendo all’Europa di chiudere con perdite sensibilmente più ridotte rispetto al passivo registrato appena un ora prima. La fase correttiva ha interessato anche il $, in particolare contro €, e i bonds in generale, che avevano messo a segno forti guadagni, insieme con l’azionario, venerdi.

Dal punto di vista macro la settimana riprende vita mercoledì coi PMI services e composite in Cina, Europa e US, dovre avremo anche l’ADP e l’ISM services. Giovedi abbiamo la bank of England, e venerdi il labour market report US.
A parte ciò abbiamo 119 aziende dell’S&P 500 e 75 dello Stoxx 600 che riportano i numeri.

Dal punto di vista tecnico, è  importante la permanenza dell’S&P 500 sopra il livello di 1910-20 per preservare la fase rialzista.