Quota 300 di spread produce un altra “mini” svolta moderata da parte del Governo.
Ieri sera, dopo un vertice di 2 ore, Conte ha annunciato che il deficit verrà confermato al 2.4% per l’anno prossimo, ma scenderà nei 2 anni successivi ( a 2.2% e 2% secondo le indicazioni) una modifica che imporrà, secondo il Governo, un accelerazione alla discesa del debito. La mossa appare come un tentativo di attenuare le tensioni con Bruxelles, e la volatilità sui mercati.
La seduta asiatica ha avuto un decorso tranquillo. Shanghai era ancora chiusa e oggi anche Seul faceva festa. Delle piazze restanti, Tokyo ha moderatamente ritracciato, dai massimi poliennali. D’altronde, la recente risk aversion ha dato un po’ di supporto allo Yen, e non è che i PMI servizi e composite abbiano incantato. Il dato servizi ha corretto significativamente (50.2 da 52) a settembre, fermandosi appena sopra la soglia di contrazione e ai minimi da 2 anni. Il dato composite ha mostrato un rallentamento simile, fermandosi un po’ più in alto (50.7). L’aspetto un po’ più positivo che riporta Markit è che il sottoindice nuovi ordini e quello occupazione sono saliti, il che indica che il rallentamento potrebbe essere temporaneo. Moderato rimbalzo di Sydney, mentre Taiwan e Mumbai sono scese.
L’apertura europea ha visto in pieno l’impatto delle news politiche di cui sopra. Basta uno sguardo al grafico dell’€ per capire a che ora Bloomberg ha ripreso il pezzo del Corriere online. Alle 4.00 am la divisa unica ha messo a segno un balzo di 50 basis points a 1.1590, e su quei livelli ha approcciato l’apertura europea.
Il recupero del BTP si è rapidamente propagato agli indici europei (escluso il Dax, chiuso per festività dell’unificazione) e in particolare alle banche.
Discrete anche le notizie sul fronte macro: la revisione dei PMI servizi e Composite europei mostra solo una modesta limatura del dato flash Composite (-0.1 a 54.1). Il dato sui servizi ha confermato il rialzo di 0.3 a 54.7. Buono il dato composite italiano (52.4 da 51.7 e vs attese per 51.8), supportato da una buona accelerazione dei servizi (53.3 da 52.6 vs attesa per 52.8). Il report non può ancora riflettere l’incertezza degli ultimi giorni, ma il fatto che a settembre ci sia stata un accelerazione, in controtendenza col resto di Europa, è sicuramente un fattore positivo. Sembra, però, evidente una correlazione tra il sentiment delle aziende, e le tensioni politiche e sui mercati, Infatti settembre, mese a cui si riferisce il PMI, era stato caratterizzato dall’impatto sui mercati della “svolta moderata” sul deficit, poi sconfessata i giorni scorsi.
In generale si conferma il quadro di un economia Eurozone che trova nel settore servizi, forte di una domanda interna solida, il suo motore, a fronte di un settore manifatturiero depresso dalle frizioni commerciali globali.
Incassati i dati macro, comprese retail sales europee di agosto marginalmente deludenti, i mercati si sono un po’ assestati. I risk asset hanno perso forza in linea con i BTP, e l’€ ha restituito gradualmente tutti i guadagni della notte.
Giornata di dati anche in US:
** L’ADP survey ha sorpreso parecchio in positivo segnalando per settembre 230.000 nuovi occupati in più vs i 184.000 attesi.
** La revisione del PMI servizi ha aggiunto 0.5 al dato flash (53.5).
** Spettacolare l’ISM non manufacturing di settembre (61.6 da precedente 58.5 e vs attese per 58) che ha segnato il massimo dall’ agosto 1997, in cui marcò il record storico. Fortissimi anche i principali sottoindici (business activity +4.5 a 65.2, new orders + 1.2 a 61.6, empliyment addirittura +5.7 a 62.4). Considerando che il settore non manifatturiero costituisce l’85% dell’economia US, è impossibile definire il ciclo americano con un termine diverso da “robusto”.
All’uscita dell’ISM, il sentiment generale si era già ripreso, aiutato da un BTP che ha recuperato slancio, e da una Wall Street partita bene. Con un dollaro già in discreto rialzo, l’impatto si è visto soprattutto sui tassi, con il 10 anni treasury a 3.12% (massimo dell’anno). Comprensibili le pressioni anche su un Bund già cimentato dal recupero del BTP.
Difficile orientarsi tra la serie di headline contrastanti relative alla nota di aggiornamento al DEF. Prima si è detto che la bozza sarebbe uscita dopo le 5, poi che il piano poliennale non sarebbe uscito oggi. Quindi Siri ha dichiarato che la struttura del Budget sarebbe andata in Parlamento entro domani e che si sta riflettendo sulla possibilità di legare tagli al deficit all’eventualità che la crescita superi le attese. L’alternarsi di news ha creato un po’ di volatilità sulla carta italiana, che però chiude la giornata con un significativo calo dello spread (circa 20 bps a 282).
Il buon contesto ha permesso chiusure positive agli indici europei e sollievo ai settori bancari (eurostoxx banks +1%). L’ € però è rimasto schiacciato dalla forza dell’economia USA e termina la seduta europea sui minimi di periodo.
Venendo alla reazione della carta italiana alla “mini svolta moderata”, gli aspetti positivi da cogliere a mio modo di vedere sono i seguenti:
** una certa sensibilità del Governo alle pressioni EU e sui mercati, sensibilità che io vedevo probabile, ma su livelli più elevati di stress.
** la sostanziale tenuta tecnica del livello di 300 di spread, già violato nel durante a fine maggio.
** Il forte pessimismo nei confronti dell’italia che trasuda da media, da operatori e pubblico.
Le perplessità, invece sono le seguenti
** la mossa odierna attenua lo scontro con l’EU, ma costituisce un modesto maquillage alla manovra, che resta ancora assai lontana dai desiderata di Bruxelles. Ma quanto spazio hanno ancora Di Maio e Salvini per andare incontro a Junker e c. senza perdere la faccia? E come concilieranno le risorse con la propria agenda, dovessero decidere di abbozzare?
** L’alternarsi di svolte rende sempre più imprevedibile il decorso della politica economica e finanziaria del Governo. Dovesse lo spread ritracciare significativamente, possiamo escludere una nuova svolta in direzione aggressiva, come quella della notte di giovedi scorso? Quest’imprevidibilità si riflette, a lungo andare, sulla liquidità del mercato, in quanto rende più cauti e difensivi gli operatori che la forniscono.
** Il rimbalzo di 20 Bps dello spread è un segnale positivo, ma non bisogna dimenticare che segue un allargamento di 66 bps in 3 sedute con arrivo su livello soglia come 300. Un superamento senza alcuna pausa, quello si che sarebbe stato un segnale brutto.
In generale la situazione resta alquanto incerta.