Seleziona una pagina

Timori di inflazione innervosiscono l’azionario Eurozone. Wall Street supportata dagli earnings

Il Day After il FOMC è iniziato con un buon tono sui mercati. A sponsorizzare la festa, le trimestrali di Facebook e Apple. La prima ha stracciato le stime di EPS (3.3$ vs 2.37$ atteso) e mostrato un fatturato in salita del 47% rispetto a un anno fa. La seconda ha mostrato un incremento di fatturato del 54% (89.6 bln vs 77.3 attesi) e un EPS di 1.4$ vs 99c attesi. L’azienda di Cupertino ha dichiarato fatturati record in ogni area geografica e crescite a 2 cifre in ogni segmento di prodotto. I guadagni aftermarket sono risultati sontuosi in particolare per Facebook e così il Nasdaq 100 Future ha esordito con un buon guadagno nella seduta asiatica.

Riguardo il FOMC, ho poco da aggiungere al commento a caldo di ieri sera. Powell ha riconosciuto i miglioramenti macro e i progressi della campagna vaccinale, ma ribadito con chiarezza che la strada per gli obiettivi FED è ancora lunga e i rischi e le incertezze presenti. Riguardo all’inflazione, ha nuovamente definito largamente temporanei gli incrementi in arrivo e dichiarato che il mercato del lavoro ha ancora troppa capacità inespressa per permettere pressioni inflattive insistenti. La conclusione è che non è ancora tempo di discutere di tapering, il che vuol dire che questo è ancora lontano parecchi mesi, visto che il Presidente si è impegnato ad annunciarlo “con largo anticipo”.
Non si può dire che il mercato si sia sorpreso più di tanto di fronte a questo outcome. Wall Street, in attesa dei risultati, ha chiuso in marginale calo (S&P 500 -0.08%), mentre i rendimenti hanno reagito un po’ di più, chiudendo in calo di 1 bp (10y a 1.61%) e contribuendo a indebolire il $.

La seduta asiatica ha ovviamente accolto bene il FOMC dovish e la forza del tech. Tutti i principali indici hanno mostrato guadagni, ad eccezione di Taiwan (flat) e Seul (in marginale calo). Le “A” shares cinesi hanno ben figurato, supportate da buoni risultati aziendali, e nonostante Reuters abbia riportato una multa in arrivo per Tencent ( link ), che andrebbe quindi ad aggiungersi ad Ali Baba, anticipando il food delivery Meituan, sotto inchiesta per attività monopolistiche. In Giappone Nikkei ha riportato che si starebbe considerando di dare autorizzazioni di emergenza a vaccini e altri trattamenti per cercare di velocizzare la campagna vaccinale ( link ) e ridurre il rischio di un ondata di contagi.. Una buona notizia per i Giapponesi e per l’azionario locale, che soffre il ritardo nelle vaccinazioni. Mumbai ha visto i progressi calare nel finale, in seguito alla diffusione dei nuovi dati (379.000 casi).

La seduta europea è iniziata ovviamente con un buon tono. Il calo dei rendimenti orchestrato da Powell in Europa non si è percepito. Anzi, complici gli import prices tedeschi di aprile e i dati di CPI dei singoli stati tedeschi sopra attese, l’apertura in Eurozone ha trovato i tassi core e periferici sopra i livelli di ieri. L’indice bancario ha così segnato i nuovi massimi post pandemia. Ma, in verità, per quanto riguarda gli indici generali, i progressi sono sempre stati abbondantemente inferiori a quelli impliciti nei futures USA.
Sul fronte macro importante balzo dell’ Economic Confidence di Aprile in Eurozona, che è ha marcato i massimi da settembre 2018 a indicare un rapido miglioramento del sentiment


Robusti guadagni in industria e servizi mostrano chiaramente che nel secondo trimestre l’economia eurozone sta cambiando marcia. E questo nonostante gli allentamenti delle misure siano ancora ridotti.
Interessanti anche le risultanze degli aggregati sul credito ECB pubblicate a metà mattinata. M3 ha rallentato più delle attese ma resta, a l 10.1%, molto robusta. Il credito ai privati è cresciuto a marzo di 77.8 bln di cui 50 bln al settore non finanziario, il più grosso incremento da aprile 2020. Questi numeri hanno eventualmente accentuato la forza del settore bancario.
Sul fronte prezzi, sia il CPI tedesco di marzo che quello spagnolo hanno sorpreso in positivo.

Questo ha dato ulteriore impeto ai tassi, e in particolare ai breakeven inflation, saliti di oltre 3. bps.
In US erano previsti diversi numeri questo pomeriggio. per cominciare i jobless claims sono usciti in linea con le attese, più o meno, confermando il generale calo di aprile

La prima stima del GDP USA del primo trimestre ha lievemente deluso, ma ci sono dei fattori che migliorano di parecchio il quadro:
1) il deflator è molto più alto delle attese (ancora inflazione!) il che implica un GDP nominale molto più elevato.
2) I consumi sono usciti ancora più elevati delle stime, già a 2 cifre
3) le scorte hanno sottratto la bellezza di 2.6 punti, il che si traduce in un boost probabile nel secondo trimestre, quando queste saranno ricostituite.
Insomma, numeri molto forti, come già sapevamo.
Rimbalzo inferiore alle attese per le pending home sales di marzo.

Wall Street è partita in buon progresso, con l’S&P 500 confortevolmente sopra la soglia di 4.200.
Tutto bene quindi? Insomma.
Fin dal primo pomeriggio, gli indici europei hanno fatto fatica a tenere dietro a quelli USA, venendo progressivamente respinti verso la parità (ad eccezione delle banche, sempre molto brillanti). In particolare sofferenza il settore automobilistico, danneggiato dalle dichiarazioni di Ford, che ha tagliato l’outlook per l’anno a causa della scarsità di semiconduttori ( link ) facendo eco a quanto già detto ieri da Honda ( link ) e BMW ( link ), ultime di una lunga serie di costruttori ad annunciare stop alle produzioni e impatto sugli utili per questo motivo. Piuttosto deboli anche tutti i settori “rate sensitive” come utilities media, tech e pharma.
Quando Wall Street, innervosita forse dal ritorno a salire dei rendimenti, ha accennato a voler consolidare, gli indici Eurozone sono scivolati in negativo, con quelli “auto intensive” come Dax e FTSE Mib, a battere la strada.
La chiusura europea vede i principali indici in discreto calo, con l’eccezione di Parigi, in pari, e Madrid, sostenuta dalle banche. L’€ chiude in marginale calo, mentre i rendimenti salgono ovunque in maniera significativa. Tra le commodities consolidamento per i metalli industriali, e bene il petrolio. I tassi danneggiano anche i preziosi.
Dopo la chiusura europea Wall Street ha ripreso un po’ di quota. Stasera riporta, tra gli altri, Amazon, e visti i precedenti, il mercato conserva ottimismo, nonostante i tassi.
In realtà la sottoperformance odierna dell’Europa oggi è marcata, ma non è un fatto isolato. Si tratta di un fenomeno che si è notato per tutto aprile, come si vede dalla porzione di monitor incollata qua sotto.
Guardando le performance a 1 mese e da inizio trimestre si nota che l’S&P 500 mostra un guadagno superiore al 5% (5.7% al momento), mentre Stoxx 600 e Eurostoxx 50 progrediscono, nello stesso periodo, meno del 3% (2% da inizio trimestre). Malissimo Milano, abbondantemente negativa su entrambi i periodi.


Sui motivi di tale sottoperformance si possono fare diverse ipotesi, per poi convenire, come al solito che si può trattare di una compartecipazione di molte di queste cause:
1) il rimbalzo dell’€, che da inizio aprile ha recuperato oltre il 3% contro $.
2) La forza estrema dell’earning season USA. Domani o lunedì pubblico qualche dato, ma al momento il monitor di Bloomberg mostra una sorpresa media del 24% rispetto alle attese, un margine mostruoso. In Europa siamo ancora indietro nelle pubblicazioni.
3) La forza del ciclo USA, che sta già fruendo delle riaperture, essendo assai più avanti con la campagna vaccinale
4) l’impatto dello stimolo fiscale da 15% del GDP in 3 mesi. In Europa non arriviamo al 60/70% di quell’importo.
5) la testardaggine della FED nel mantenere una politica monetaria ultraespansiva, nonostante quanto esposto sopra. In Eurozone abbiamo l’ECB, all’interno della quale esiste un fronte dei falchi che sta iniziando a rumoreggiare. Parte della debolezza di oggi può essere ascritta a nervosismo per il potenziale impatto dei dati odierni, sugli umori questo fronte (vedi lampi del 23 aprile link )
6) riguardo la pessima performance di piazza Affari, azzardo che possa trattarsi almeno in parte di gente che è entrata sulla scorta dell’avvento di Draghi a palazzo Chigi, e ora si sta un po’ spazientendo, mentre gli esteri sono ancora in mood “wait and see”.

Personalmente, ritengo che molti di questi fattori siano già nei prezzi. Mentre l’economia Eurozone ha di fronte il punto di svolta, come osservato oggi dal capo economista ECB Lane ( “We are very much I think at an inflection point,”  link ), pur mantenendo un tono prudente per non aizzare i falchi. Ormai i vaccini stanno andando veloce in molti paesi ( *GERMANY ADMINISTERED RECORD 1.1M VACCINE DOSES YESTERDAY), e come si nota dai numeri l’Eurozone arriva alle riaperture già con un buon livello di attività. Infine, le aziende del vecchio continente si appropriano di parte dello stimolo fiscale USA, come ha mostrato anche il goods trade balance ieri.
Vero, vi sono differenze di struttura, e flessibilità a favore di economia USA e corporate America. Ma i multipli sono più elevati e il posizionamento più estremo. Per cui mi attendo un catch up dall’Europa, se Wall Street tiene. E me lo attendo da Milano, quando l’operato del nuovo governo si comincerà a notare. Se Wall Street corregge, il catch up è forse rinviato, ma credo che comunque avverrà. Il secondo trimestre è dell’Europa, a mio parere.