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Tentativi di stabilizzazione a Wall Street alla vigilia del FOMC.

Nuovo minimo dell’anno, per l’S&P 500, ieri sera in chiusura. A -4.75%, non si può certo parlare di un disastro (ancora). Ma la faccenda cambia un po’ aspetto se si pensa che: i) a fine gennaio eravamo in guadagno del 7.5% ii) a inizio ottobre eravamo a +9.5%, il che implica un calo del 13% in meno di 3 mesi, iii) chiudesse l’anno su questi livelli, l’S&P 500 sperimenterebbe il primo anno a total return negativo dal 2008.
Si può, poi, considerare che questa performance mediocre avviene in un anno in cui Corporare USA sta mostrando una crescita robusta degli utili (25% anno su anno a Q3) e alcuni rilevanti indicatori di attività economica come gli ISM mostrano in aggregato un livello superato solo 4 volte negli ultimi 21 anni (da quando si è reso disponibile l’ISM non manufacturing).
Cameron Crise di Bloomberg ha elaborato un modello previsivo dell’ISM sulla base di della performance dei subsettori dell’S&P 500, più un paio di curve dei tassi. Il modello, che ha una correlazione di 0.52 con l’ISM composite a 6 mesi data, al momento proietta una discesa di 8 punti a 52 entro giugno 2019.

Si potrebbe osservare che l’Eurozone, a far crollare il PMI composite, non in 6 mesi, ma in 11, quest’anno ci è riuscita.
Un diverso approccio quello seguito da Citigroup, che ha modellato le attese di utili implicite nei livelli dei principali mercati. Il risultato a cui giungono è che l’azionario globale al momento prezza per il 2019 una contrazione dell’1% degli utili, mentre il mercato più pessimista è, manco a dirlo, l’Eurozone con un -4% (il quadratino indica il consenso degli analisti e il triangolino la stima del Citigroup Research Dept.).

Anche quest’analisi concorda che l’azionario prezza uno scenario conservativo, sebbene in misura meno evidente.

Quel che è certo, è che la pessima performance del quarto trimestre ha impattato pesantemente sul morale degli investitori. Lipper ha riportato che la scorsa settimana gli investitori hanno riscattato 46 miliardi di $ dai fondi azionari basati in US. Si tratta, come calcolato da Sentimentrader.com dello 0.44% degli asset totali, un ammontare record degli ultimi 15 anni. L’analisi storica mostra che riscatti di quest’entità (maggiori di 0.25% dell’asset under management) normalmente marcano minimi relativi del mercato, un altro segnale che si aggiunge a quelli osservati i giorni scorsi, finora rimasti senza esito.


Peraltro, nelle ultime sedute segnali del genere (put/call ratio a 97, Bull/bear difference a -28, numero di titoli ai minimi a 52 settimane superiore al 25%, etc)  hanno preso ad accumularsi ad un ritmo tale da indicare una capitulation seria, di quelle che di solito producono rimbalzi decenti.
Stiamo a vedere.

Ovviamente, stamattina l’Asia non ha preso bene la seconda slavina a fila dell’S&P 500. Particolarmente pesante Tokyo, tornata a contatto coi minimi del trimestre. Il Governo ha tagliato le stime di GDP e CPI come indicavano le indiscrezioni circolate. I mercati cinesi hanno scontato la delusione per il fatto che dal discorso del Presidente Xi per il quarantennale delle riforme economiche non sono emersi piani specifici per risollevare l’economia. Probabilmente si tratta di un breve ritardo, visto che domani inizia la Central Economic Work Conference. Tra gli altri indici solo Mumbai ha tenuto.

Considerando che ha dovuto sorbirsi anche l’ennesimo crollo dell’oil (Previsioni EIA su produzione shale in aumento) l’azionario Eurozone ha affrontato tutto sommato bene la mattinata, rimanendo attorno alla parità. Alle 10.00 l’IFO tedesco ha confermato l’involuzione del manifatturiero tedesco a dicembre, calando più delle attese (101 da prec 102 e vs stime per 101.7). Le attese sono scivolate sotto i minimi del 2016.
Sul fronte italiano, la giornata è vissuta sull’alternanza di news, ma nel finale il FT ha riportato che le parti erano vicine ad un accordo, e poco fa si è avuta la headline liberatoria
19:34 *ITALY REACHES ACCORD WITH EU ON BUDGET: TREASURY OFFICIAL

Nel pomeriggio in US vi erano i dati sui nuovi cantieri e i permessi di costruzione di novembre, particolarmente attesi dopo la serie di bad news sull’immobiliare e la fiducia dei costruttori in calo di ieri. I dati sono usciti buoni (rispettivamente +3.2% e +5% a fronte di attese prudentemente invariate. Ma il mercato ha storto il naso per la prevalenza di condomini tra i cantieri, visto che sono notoriamente volatili, mentre le singole abitazioni sono scese del 4%. Ma gli incendi hanno fatto collassare i cantieri del 24% nel sudovest.

La partenza di Wall Street è stata meno brillante delle attese e cosi l’Europa, che aveva tenuto bene ha perso supporto nel pomeriggio. Con la precisione della profezia che si autoavvera, l’S&P ha fatto quello che per ora resta il minimo della seduta alle 17.30 facendo chiudere gli indici europei sui minimi. L’€ ha visto il suo momento migliore a metà giornata, trainato dalla Sterlina, ma ha successivamente restituito i guadagni, salvo rimbalzare un po’ sulla notizia dell’accordo EU Italia. I BTP non hanno fatto in tempo a beneficiare dell’annuncio e chiudono con 1 bp di restringimento su un bund che a sua volta vede il rendimento calare.

Wall Street dalla chiusura sta alternando tentativi di recupero a ritracciamenti, evidentemente nervosa per il FOMC di domani sera. Non è la sola. Anche Trump è tornato in argomento, invitando la Fed a seguire indicazioni che vengono da altri investitori e interrompere non solo i rialzi, ma anche la riduzione del Balance Sheet.
Che faranno i nostri eroi?
Il quadro macro è ancora più che compatibile con un rialzo, che il mercato sconta ancora al 70% peraltro. Rimandandolo, Powel  darebbe un bel supporto al sentiment, ma offrirebbe anche l’impressione di essere succube di Trump, e troppo sensibile alle bizze dei mercati.
L’Impressione personale è che effettuerà un rialzo di 25 bps, ma indichera che la situazione e cambiata, e la politica monetaria USA è tornata su livelli neutrali. Ulteriori rialzi saranno decisi volta per volta, in base al quadro macro e inflattivo, mentre eventuali deterioramenti potranno portare anche a tagli. Saranno quindi ridotte le stime di crescita, di inflazione e le projections della Dot Plot, e sarà rimossa dallo Statement la notazione che la situazione richiede” ulteriori rialzi  graduali” .
In bocca al lupo, Powell.