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Spaventa l’inflazione europea, tornano a salire i rendimenti.

Dopo una serata tranquilla causa chiusura di Wall Street ieri (Lunedì) per  il Memorial day, la riapertura oggi ha visto il ritorno di un tono un po’ più consolidativo. La  seduta  asiatica ha ottenuto un certo supporto dalla buona vena del  China Complex, seguita a dei PMI ufficiali cinesi leggermente migliori delle attese.

Particolarmente forte il miglioramento del settore servizi, che riflette le riaperture parziali. Detto questo, entrambi gli indici restano sotto la  soglia di espansione, anche se l’attività si contrae a ritmo molto più ridotto. Sul manifatturiero il sottoindice new orders è salito a 48.2 da 42.6 e quello output a 49.7 da 44.4. Sui servizi i settori retail, airline e trasporti ferroviari sono tornati sopra 50 a dimostrazione di un minore impatto dei lockdown. In assenza di recrudescenze covid (una cosa tutt’altro che garantita) l’attività dovrebbe riprendere ad espandersi a giugno.
Relativamente al credito, Bloomberg riporta che le banche cinesi sono piene di liquidità da prestare, che nessuno vuole, per via dell’incertezza che ancora domina riguardo covid e lockdown ( link Chinese Banks Overflow With Cash That Nobody Wants to Borrow). Al solito, il rimbalzo dell’attività poggerà  sul settore pubblico inizialmente. Il ministero delle Finanze cinese ha esortato i Governi locali a emettere tutto il debito stabilito per l’anno sotto forma di “special bonds” entro giugno, e di impiegare tutte le risorse raccolte entro fine agosto ( link ). Continuano le misure fiscali a supporto dei consumi.
*CHINA VICE INDUSTRY MINISTER XU XIAOLAN SPEAKS AT BRIEFING – BBG
*CHINA’S INDUSTRIAL SECTOR SEES STABILIZING, POSITIVE SIGNS:MIIT
*CHINA CUTS PURCHASE TAXES FOR SOME PASSENGER VEHICLES BY HALF

Sta di fatto che le performence di Hong Kong, delle “A” e delle “H” shares cinesi, e di Taiwan sono tutte superiori al punto percentuale (con HSCEI sopra il 2%). Tra gli altri indici bene jJakarta e Seul, mentre Sydney, Mumbai, Tokyo e Ho Chi Min sono scese.

L’apertura europea è  avvenuta all’insegna del nervosismo per i dati di CPI in arrivo in mattinata. L’incipit non è stato troppo shoccante, con il CPI francese di maggio più o meno in linea con le attese, anzi un filo sotto.
Peccato che il consumer spending francese di aprile abbia deluso, e  anche il GDP del primo trimestre sia stato rivisto al ribasso, anche se è ormai “old news”. Rivisto al rialzo, per contro, il GDP italiano del primo trimestre, passato in positivo 3 mesi su 3 mesi (+0.1%) e a +6.2% anno su anno.

Decisamente più shoccanti i CPI italiano e EU di maggio, usciti decisamente sopra attese.

Il CPI EU inizia con “8” e la core è quasi il doppio del target. Il CPI italiano sale di un punto sull’anno e quasi un punto sul mese, vs attese per un incremento della metà.
Il fatto è che il mercato e gli analisti continuano ad essere troppo compiacenti sull’inflazione Eurozone. Non a caso, i Citigroup inflation surprise index, che misurano gli scarti dei dati dal consenso, vedono quello EU esplodere su livelli il triplo del precedente record, mentre le altre aree stanno rientrando, segno di un consenso assai più realistico.

Uno sguardo ai già più volte citati prezzi alla produzione mostra chiaramente che le pressioni sono fortissime. Nel grafico sotto (courtesy of AXA IM) sono raffigurati i differenziali tra PPI e CPI in Eurozone e USA e la  diversità  della situazione balza agli occhi.

Con un PPI al 44% (vedi lampi di ieri)  sorprende poco l’entità  del margine con cui il CPI italiano ha battuto le stime, e il quadro non lascia intendere nulla di buono per i mesi a venire. Anche la diversa composizione dell’inflazione in America e in Eurozone (illustrata in questo grafico, courtesy of Amundi) lascia intendere che il quadro sia più problematico nel vecchio continente al momento.

Infatti negli USA sono preponderanti le componenti di beni e servizi, che sono in maggiore controllo della FED attraverso un raffreddamento della domanda (che sta già avvenendo). In Europa invece abbiamo un maggior peso di energy e food, sulle quali la politica monetaria ha un impatto solo blando e indiretto. E’ un tipo di inflazione molto più dipendente da fattori esterni come la domanda globale e la guerra.

La reazione del mercato è stata  coerente. I tassi e gli spread hanno preso a salire abbastanza aggressivamente. A favorire il movimento, anche il tono delle dichiarazioni del Governatore della Banca Centrale slovacca Kazimir nel primo pomeriggio.
*ECB’S KAZIMIR: BASELINE IS FOR 25 BPS HIKE IN JULY: REUTERS
*ECB’S KAZIMIR: OPEN TO TALK ABOUT 50 BPS RATE HIKE: REUTERS
*ECB’S KAZIMIR: COULD BE AT NEUTRAL RATE NEXT YEAR
*ECB’S KAZIMIR: RAISING RATE TO NEUTRAL MIGHT NOT BE ENOUGH
*KAZIMIR: NO NEED TO PRE-ANNOUNCE FRAGMENTATION TOOL DETAILS
Un po’ più prudente il membro ECB De Cos nel pomeriggio

Il quadro di rendimenti in rialzo e ECB aggressiva non ha favorito granchè l’€ oggi, forse perchè i rendimenti sono saliti in simpatia anche negli USA, ma le aspettative di inflazione li sono salite di meno, con impatto maggiore sui tassi reali. Inoltre chiaramente la situazione macroeconomica europea, con inflazione da energy e da costi elevata, non è  particolarmente attraente. Non a caso l’azionario oggi è  stato debole, con le banche  a battere la strada, insieme agli altri ciclici e all’IT, mentre l’energy è andato in controtendenza, complice un petrolio forte che ha reagito all’embargo parziale all’oil russo. Un’altra minaccia per lo scenario inflattivo.

Nel pomeriggio erano previsti un po’ di dati negli USA:

I prezzi delle case a marzo hanno sorpreso al rialzo. Ma probabilmente questo sarà il picco di incremento (il Case Shiller è  una media a 3 mesi) e i prezzi rallenteranno da Aprile in poi, visto come stanno andando le vendite e come sono aumentate le scorte di case in vendita. Sembra che in molti stiano abbassando i prezzi per vendere, nell’ultimo periodo ( link ).
Il Chicago PMI è l’unica delle survey manifatturiere regionali a migliorare nel mese di maggio, battendo un consenso che la vedeva calare solo marginalmente. Il Dallas Fed ha invece rispettato il trend calando vistosamente.
Il grafico sotto riassume le survey dei vari distretti, in generale calo. Vedremo che farà l’ISM Manufacturing (linea viola tratteggiata) domani. Il consenso si attende un calo di 0.9 a 54.5. Io firmerei per questo risultato.

Infine la Consumer Confidence del conference board è calata meno delle attese, sia come componente coincidente che come expectations. Attenzione però: il peggioramento della componente coincidente è dovuto ad un deterioramento della percezione del mercato del lavoro. Vedremo se questo fattore verrà riflesso nell’ADP e soprattutto nel abour market report USA di maggio, in pubblicazione venerdì.
Il tono sui mercati è rimasto opaco nel pomeriggio, con l’S&P 500 rapido ad accumulare circa un punto percentuale di calo. I pessimi dati sui prezzi in EU hanno riportato l’attenzione sull’inflazione e così il fenomeno di bond che scendono in parallelo all’azionario è ripreso. Il Dollaro è rimasto forte sui principali cross.
La chiusura europea vede i principali indici restituire, con gli interessi, i progressi registrati ieri.  Detto del cambio, i bonds Eurozone chiudono con vistosi rialzi dei rendimenti, e degli spreads. Deboli le commodities, con il petrolio in finale ritirata a causa di indiscrezioni del WSJ ( OPEC Weighs Suspending Russia from Oil-Production Deal — WSJ link ) secondo le quali un esclusione della Russia dall’accordo di produzione permetterebbe agli altri membri di aumentarla.
Dopo la chiusura, Wall Street ha recuperato terreno, mettendo a tratti il naso in positivo, trainata dal Nasdaq che continua ad outperformare, nonostante il rialzo dei rendimenti storicamente non lo favorisca. Vedremo dove sarà la chiusura.