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Si esaurisce il sollievo prodotto dalla BOE, azionario a nuovi minimi per l’anno.

Violento rimbalzo ieri sera (mercoledì)  a Wall Street, con l’S&P 500 e Nasdaq 100 entrambi in progresso di 1.97%. Effetto della manovra della Bank of England (vedi Lampi di ieri link ), che ha evitato un collasso dei fondi pensione UK, levando questo rischio dal mercato, e contemporaneamente prodotto una significativa pausa nel rialzo dei rendimenti globali, levando pressione all’azionario. Interrotta bruscamente quindi la serie negativa per l’azionario USA, che si ferma, in questa occasione, a 6 sedute in perdita di seguito.

Il sentiment però si è rapidamente arenato in Asia, con solo Tokyo, Sydney e Taiwan, che chiudono entro le 7.30, in grado di conservare progressi. Invariate Seul, e le “A” shares cinesi,  il resto delle piazze principali ha ceduto nel finale. Ancora pesanti Hong Kong e le “H” shares cinesi. In Cina si va verso la “golden week” ovvero 5 giorni di mercati chiusi tra il 2 e il 7 ottobre (in realtà a Hong Kong è chiuso solo martedì 4) e dubito che gli investitori locali ci vogliano entrare particolarmente carichi. Certo, il 16 inizia il Congresso del partito e forse le autorità indurranno i veicoli di investimento statali a supportare un po’ il mercato per non arrivare all’inaugurazione troppo deboli. Vedremo.
Intanto, l’organo statale Securities Times ha dichiarato che “è improbabile che lo Yuan continui a indebolirsi rapidamente” ( link ).  Xinhua rivela che il Premier Li Keqiang avrebbe esortato le amministrazioni a portare avanti con rapidità le misure a sostegno dell’economia ( link ). Effettivamente, il grafico del Li Keqiang index, un indice dell’attività economica cinese che aggrega domanda di elettricità, credito bancario, e traffico merci ferroviario, sta dando dei segnali di rimbalzo.

Forse però questo modo di misurare la crescita cinese, creato dalla risposta del Premier anni fa ad un diplomatico USA, sul miglior modo di valutare la crescita del suo paese, è un po’ invecchiato. Infatti il credito non aggiunge più così tanta crescita alla Cina (ma serve a non farla collassare) e non vorrei che l’elettricità fosse valutata al costo. La divergenza tra il dato ufficiale e questa serie insospettisce.
Intanto il tech cinese ha sofferto l’impatto su Ali Baba dell warning di CICC (China International Capital) secondo il quale il fatturato deluderà, e il downgrade di JPMorgan. Nel frattempo la corsa per evitare il delisting di decine di ADR cinesi a Wall Street continua frenetica (China’s Race to Avoid a Wall Street Ban Is Off to a Tense Start link ).

Quel che restava del sentiment positivo di ieri è stato spazzato, all’apertura europea, da un paio di eventi che hanno catturato il centro della scena:
1) Il CPI di settembre  della prima regione tedesca a riportare, la North Rhine Westpalia, è uscito a 2 cifre (10.1%) e a +1.8% sul mese, lasciando chiaramente intendere il tono della release odierna (alle 14 il dato nazionale verrà confermato al 10.9% anno su anno, e +1.9% sul mese).
2) La premier inglese Liz Truss ha respinto gli inviti a ritrattare il minibudget, cosa che ha rimesso pressione sui rendimenti UK e, insieme con la citata inflazione, sui quelli Eurozone, con contagio in US.
*TRUSS SAYS UK GOVERNMENT HAD TO TAKE DECISIVE ACTION
*TRUSS SAYS SHE’S PREPARED TO TAKE CONTROVERSIAL DECISIONS
*UK’S TRUSS: LOWER TAXES HELP GROW THE ECONOMY
*UK’S TRUSS: IT’S NOT THE TIME TO REVERSE COURSE ON ECO PLANS
*TRUSS SAYS CURRENCIES ARE UNDER PRESSURE AROUND THE WORLD
*TRUSS SAYS GOVERNMENT WORKING CLOSELY WITH BANK OF ENGLAND

A questo si sono aggiunte le lamentele del regulator tedesco sul fatto che i consumi di energia non stanno scendendo abbastanza.
** GERMAN REGULATOR SAYS GAS CONSUMPTION LAST WEEK ABOVE AVERAGE –
** GERMAN REGULATOR: GAS CONSUMPTION FIGURES `VERY DISAPPOINTING’
** REGULATOR: WINTER GAS SHORTAGE HARD TO AVOID WITHOUT SAVINGS
** GERMAN GAS STORAGE LEVEL AT 91.5% AS OF SEPT. 28 : REGULATOR

Così le borse sono partite in calo, l’€ ha accumulato perdite, e naturalmente i rendimenti hanno ripreso la salita con entusiasmo. La dichiarazione del Cancelliere tedesco Sholz che inietteranno 200 bln in un fondo di stabilizzazione dei prezzi dell’energia non ha cambiato sensibilmente il quadro: si tratta  – presumibilmente – di nuove emissioni di obbligazioni, e cara grazia che le finanze tedesche non sono messe come quelle UK.
*SCHOLZ: GOVERNMENT TO INJECT EU200B INTO STABILIZATION FUND – BBG *SCHOLZ: PLANNED GAS LEVY NO LONGER NEEDED
*SCHOLZ: GOVERNMENT ALSO PREPARING ACTION TO DAMPEN POWER PRICES
Con quest’assetto siamo arrivati ai numeri USA nel pomeriggio.

Il GDP USA del secondo trimestre del 2022 è rimasto invariato a -0.6% ma la composizione è migliorata, con un aumento dei consumi compensato da minori scorte ed export. Gli indici dei prezzi sono però stati rivisti al rialzo. In ogni caso sono dati ormai vecchi, al ritmo a cui si evolve il ciclo. I sussidi di disoccupazione continuano a sorprendere in positivo e sono tornati su livelli molto bassi a indicare un mercato del lavoro sempre tirato. Ovviamente questi numeri non sono piaciuti a un mercato il cui incubo è una FED troppo aggressiva, perchè non offrono alcun appiglio per rallentarla. Purtroppo la Fed resta focalizzata sull’inflazione attuale, e sul mercato del lavoro, e in particolare quest’ultimo sta dando ben pochi segnali di raffreddamento. Sull’inflazione USA però il discorso è diverso. Sul contributo della componente shelter, che ha gonfiato i numeri negli ultimi mesi, i segnali di rallentamento si stanno accumulando.


Gli indici degli affitti di Zillow e Apartment list stanno ripiegando rapidamente. Così come hanno anticipato il decollo del OER rent, ne indicano il raffreddamento.
Nel frattempo, con l’esplosione dei tassi a lunga seguita alle indicazioni di Powell di “higher for longer” e le vicende inglesi ed EU, il tasso dei mutui si sta avvicinando al 7%. Compound fa notare (e non è certo il solo) che con l’oltre raddoppio del tasso dei mutui e i prezzi delle case saliti in media di oltre il 25% (da 405.000$ a 522.000) l’americano medio che vuole comprare si ritrova un acconto medio di 23.000$ più caro, e una rata raddoppiata (da 1345$ a 2694).

Su queste basi, come potrà performare l’immobiliare nei prossimi trimestri? Come è possibile pensare che l’occupazione resti robusta, l’inflazione forte e che, come dice Bullard,  una recessione in US non sia uno scenario centrale, visto che ovviamente i tassi non mordono solo su questo settore?
Eppure la retorica dei membri Fed resta ultra aggressiva, con Bullard che si compiace che il messaggio sia stato recepito.
** BULLARD: MARKETS UNDERSTOOD MESSAGE FROM FED’S LATEST DOT PLOT
** FED’S BULLARD: FED IS GOING TO HAVE TO BE CAREFUL ON NOT OVER INTERPRETING A DECLINE IN INFLATION AS IT MOVES BACK TO 2%
** BULLARD: WE ARE AT HIGHER RECESSION RISK, BUT THAT’S NOT THE BASE CASE AT THIS POINT
** FED’S BULLARD: WE WILL PROBABLY NEED “HIGHER FOR LONGER” ON RATES THAN MARKETS ANTICIPATED PREVIOUSLY

Così l’apertura di Wall Street ha visto gli indici ritracciare tutti i progressi di ieri, accumulando perdite pesanti, e spingendo al ribasso gli indici Eurozone, che ieri non avevano comunque messo a segno progressi di rilievo. Ovviamente i rendimenti in rialzo fanno da corollario al quadro.
La novità odierna è l’arretramento del Dollaro, in particolare contro € e Sterlina. Sulla seconda possono avere impattato indiscrezioni che il Governo UK potrebbe mettere mano al minubudget. Inoltre sembra che la presentazione ai vari watchdog sarà anticipata a fine ottobre e non al 23 novembre come previsto inizialmente. Poi l’impressione personale che il derisking osservato nel pomeriggio odierno sia così generalizzato da aver messo sotto pressione qualsiasi posizione, nel tentativo di ridurre il rischio di portafoglio. E sicuramente il corto € e il corto sterlina sono ben presenti tra le posizioni in cambi degli investitori. Quindi un po’ di effetto “var shock”.
Le chiusure odierne in Eurozona vedono Eurostoxx 50, Stoxx 600, Dax, FTSE MIB e CAC tutti a nuovi minimi per l’anno. Dopo la chiusura Wall Street ha accentuato le perdite e sembra intenzionata a fare altrettanto.
In effetti, dal punto di vista fondamentale, fino a quando la FED non farà qualcosa di simile a quanto fatto dalla BOE ieri, ovvero una capitulation almeno parziale, dal punto di vista fondamentale non sembra ci siano motivi per restare investiti. Dal punto di vista tecnico, col mercato che sembra in grado di chiudere a nuovi minimi bucando definitivamente quelli di giugno, nemmeno.
Ma sentiment e positioning raggiungono ogni giorno livelli più estremi di ipervenduto e di depressione. Solitamente non è saggio vendere su queste situazioni.
Tra i tanti studi che ho visto, ho trovato interessante questo di Sentimentrader in cui ha osservato che a fronte di nuovi minimi a 100 giorni dell’S&P 500, la percentuale di titoli dell’indice che è ai minimi da 252 sedute (1 anno) sta calando. Questo fenomeno, per cui a fronte di nuovi minimi dell’indice il numero di nuovi minimi dei singoli titoli cala, costituisce un tipo di divergenza. E la sua comparsa ha portato in media a risultati positivi nel breve, fino a 2 mesi dopo, anche durante i bear market, se si escludono gli anni ’30, che comunque sono compresi nei ritorni medi indicati sotto.