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Sentiment timidamente costruttivo a inizio settimana.

Quella odierna è stata una seduta caratterizzata da attività ridotta e tono, a margine, positivo.
Nel week end, la bilancia commerciale cinese di Agosto ha offerto poco conforto, con l’export in calo inatteso (-1% anno su anno da +3.3% e vs attese per +2.2%) e l’import che conferma sostanzialmente le attese (-5.6% da prec -5.3%) e vs attese per -6.4%. L’export verso gli USA è calato del 16% anno su anno, in parte compensato da aumenti verso Asia e Europa. L’aspetto poco incoraggiante è che ad Agosto avremmo dovuto osservare un po’ di anticipazione dell’export da parte degli operatori, allo scopo di evitare i nuovi dazi in vigore da settembre e invece i dati risultano lo stesso deludenti. Significativo il deterioramento anche delle importazioni dagli USA, con un -22% anno su anno. Con l’entrata in vigore delle nuove tariffe, dubito che vedremo significativi miglioramenti di queste dinamiche.
Ma i mercati locali avevano ancora da scontare il taglio della riserva obbligatoria (50 bp dal 16 settembre, più altri 50 a ottobre e novembre per le grandi banche commerciali), operato dalla People Bank of China venerdì a mercati locali cinesi chiusi. Così le “A” shares hanno mostrato ulteriori guadagni, contribuendo a vivacizzare una seduta asiatica un po’ avulsa.

Una bilancia commerciale tedesca di luglio dai toni migliori, grazie a esportazioni sopra attese (+0.7% mese su mese vs -0.5% stimato), ha contribuito a mantenere il tono costruttivo nella mattinata europea. Più che dai modesti guadagni sull’azionario, il tono positivo si è palesato sui tassi che hanno ripreso il movimento di salita interrotto bruscamente venerdì con la collaborazione del deludente Labour market report US di agosto. Il movimento ha reso effervescente il settore bancario, e aiutato anche l’€. Anche gli asset rifugio, come i metalli preziosi, hanno continuato a risentire di tono e movimento dei tassi.

Nel primo pomeriggio sono comparse indiscrezioni raccolte da Reuters, secondo cui la Germania starebbe considerando di creare un “budget ombra” per aggirare i limiti costituzionali e aumentare gli investimenti pubblici, secondo 3 fonti anonime (link). L’idea sarebbe di creare entità pubbliche indipendenti il cui debito non sia conteggiato con le regole tedesche ma quelle EU del patto di stabilità.
L’effetto principale della notizia è stato di aumentare la pressione al rialzo sui tassi tedeschi ed in generale quelli Eurozone, con ulteriore beneficio per il settore bancario europeo, e l’€. Meno evidente l’effetto sull’azionario, anche se è stata una seduta di modesta overperformance per il Dax.

Sul fronte brexit, nel pomeriggio il progetto di legge per imporre al Governo di chiedere l’estensione dell’articolo 50, nel caso non vi sia un accordo con l’EU entro il 19 ottobre, ha ottenuto il sigillo della Regina, divenendo effettivo. In serata è previsto un nuovo voto in Parlamento sulla richiesta di elezioni anticipate di Johnson, ma l’esito dovrebbe essere analogo alla scorsa settimana. Il Premier ha deciso di far partire la sospensione del Parlamento da stasera, il che implica che resterà chiuso fino al 14 ottobre.
Non avendo Johnson fatto alcun serio tentativo di trattare con l’EU (cosa che ha portato all’abbandono di Governo e Partito da parte del membro Amber Judd nel week end), l’unico modo legale per il Premier di evitare di chiedere all’EU l’estensione è di dimettersi. Diversamente, dovesse Johnson rifiutarsi di obbedire alla legge, oltre a conseguenze penali, vi sarebbe con ogni probabilità una mozione di sfiducia. In entrambi i casi elezioni anticipate sembrano l’outcome più probabile. Al momento il Partito Conservatore figura bene nei sondaggi, con un vantaggio compreso tra gli 8 e i 15 punti vs i Laburisti, ma si registra anche una possibile  riequilibrio, nel caso Johnson non riesca a deliverare la Brexit entro il 31 ottobre. Per questo motivo la collocazione delle elezioni può risultare assai importante, e i tempi per farla entro il 31 ottobre sono estremamente stretti.
A latere, la pubblicazione del PIL UK di luglio (invariato vs attese per calo 0.1%) e dei dati di produzione industriale (+0.3% vs -0.3% atteso) e indice dei servizi (+0.3% vs +0.1% atteso), entrambi assai migliori delle attese, hanno contribuito, insieme alle news sulla brexit, a sostenere il pound, che chiude sui massimi dal 27 luglio vs $.

Oggi Conte si è presentato alla Camera, dove ha tenuto il suo discorso e ascoltato le repliche.  Il voto di fiducia, che non dovrebbe presentare alcun problema, è previsto per le 19.30 di stasera. Il voto di domani al Senato, dove il margine è più risicato, non è stato ancora calendarizzato. Li, Conte dovrebbe poter contare su 169 voti, 8 di margine sui 161 necessari: 106 dal Movimento (Paragone vota no), 51 del PD (No da Richetti), 9 dal Gruppo Misto: 4 senatori di Leu, Riccardo Nencini (Psi), gli ex 5 Stelle  Buccarella, De Falco e Nugnes e De Bonis. Infine 3 dalle Autonomie. Monti si è riservato di decidere dopo il discorso.
Certo, Conte parte con una maggioranza eterogenea e ballerina al Senato in particolare, che ne limita forse un po’ la stabilità. Ma, nel breve, il collante costituito dal fronte comune contro la Lega e la necessità di evitare le elezioni dovrebbe tenere insieme la compagine.
L’attesa degli eventi e la pressione derivate dal rialzo dei rendimenti globali hanno causato ulteriori prese di beneficio sulla carta italiana, col mercato che si appresta a ricevere anche aste per 7.75 bln giovedì su 3 linee (nuovo 3 anni, 7 anni e 30 anni). Ma l’dea personale è che successivamente il restringimento dello spread vs bund e altri periferici debba riprendere.

L’arrivo di Wall Street non ha aggiunto molto alla price action, con gli indici europei a mostrare in chiusura marginali guadagni (Dax, Milano e Madrid) o modeste perdite (Parigi e Londra). Come detto sopra i movimenti li fanno i tassi e i cambi, ed anche il petrolio, supportato da attese di maggiori pressioni, alla riunione OPEC di giovedì, per l’osservanza delle quote di produzione da parte dell’Arabia. Il primo produttore del cartello ha sostituito il Ministro dell’oil, in vista del meeting.

Sul fronte macro, la settimana non offre molto: il CPI cinese di agosto domani, la produzione industriale dell’Eurozone di luglio Giovedì, e le retail sales di Agosto Venerdì. Ma, a rivitalizzare l’agenda, giovedì abbiamo il meeting ECB, il penultimo sotto la direzione di Draghi. Le attese sono per un ulteriore taglio dei tassi di 10/20 bp, con un sistema per ridurre l’impatto sulle banche (presumibilmente sotto forma di esenzione dal pagare gli interessi negativi fino a certe soglie di deposito), e una guidance sui tassi rafforzata. Riguardo ad un nuovo QE vi è maggior incertezza. Personalmente sono più propenso ad aspettarmi qualcosa (20/30 bln mese di acquisti), ma è una chiamata assai difficile.