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Recupero del sentiment in chiusura di settimana. Si arresta il rally dei bonds.

NB Lampi si prende un ultima settimana di ferie e torna Martedì 27 Agosto

Giornata interlocutoria, quella di ieri sui mercati, con i principali indici che hanno più volte cercato di riprendere la direzione ribassista, senza sfondare: l’S&P ha recuperato lo 0.25%, e il – 0.18% dell’Eurostoxx riflette più che altro il calo di Wall Street dopo la chiusura europea di mercoledi sera. Solo Milano, tra le principali piazze, era chiusa per Ferragosto.
A produrre un po’ di volatilità, in giornata, le dichiarazioni ufficiali del China State Council: Trump ha violato l’accordo preso col Presidente Xi quando ha annunciato i nuovi dazi, e la Cina non può che prendere misure di rappresaglia. La goffa retromarcia della Casa Bianca sui dazi non è passata inosservata a Pechino, a quanto pare e ora i Cinesi cercano di mettere un po’ di pressione a Trump. In ogni caso, l’effetto negativo sui corsi è stato passeggero.

Per un azionario che ha consolidato, ci hanno pensato i bonds a dare spettacolo ieri. La seduta aveva, anche sui tassi, un tono consolidativo. Ma nel primo pomeriggio sono uscite le dichiarazioni al WSJ di Olli Rehn. Il Governatore della Banca Centrale finnica ha dichiarato che è importate che l’ECB arrivi a Settembre con un “pacchetto di misure significativo e di forte impatto” che includa tagli dei tassi e acquisti di bonds “sostanziali e sufficienti”. Ha aggiunto che quando si lavora sui mercati finanziari è meglio fare troppo che troppo poco, e varare un pacchetto robusto, piuttosto che esitare.
La reazione dei bonds europei è stata – comprensibilmente – massiccia. La prospettiva di un rapido ritorno del QE a settembre, in tandem con ulteriori tagli dei tassi, ha messo le ali ai piedi ai bonds, ed in particolare al BTP, che offre ancora rendimenti positivi (e non in maniera simbolica, come Spagna e Portogallo). Ancora violenta la tendenza delle curve ad appiattirsi, con il 30 anni Bund in grado di guadagnare 5 figure terminando sotto -0.3% di rendimento.
Il movimento si è esteso anche in USA, dove il T-note è sceso temporaneamente sotto l’1.5% di Yield.

I movimenti di ieri vanno, se possibile, ad accentuare l’esplosività della price action dei bonds della prima metà di agosto. Un collasso generale dei rendimenti raramente osservato in passato (al di la dei livelli che, si sa, sono record). Sentimentrader.com ha osservato che l’ Etf TLT (un veicolo che investe nei treasury con scadenza oltre 20 anni), ha mostrato il secondo livello più alto della sua storia in termini di indice Optix (un indicatore di ottimismo degli investitori). Il precedente episodio, il 10 agosto del 2011, ha visto l’ETF ritracciare del 2.5% nelle 2 settimane successive, anche se successivamente il rally è ripreso.
E’ questo il punto. Il crollo dei rendimenti può essere giustificato, nel caso sia in arrivo una recessione. Ma il ritmo è insostenibile. Solitamente queste fasi esplosive creano i presupposti per violenti ritracciamenti.

Un episodio simile lo abbiamo avuto nel 2015, quando crescenti attese di un round di QE (anche in quell’occasione!) portarono a frenetici acquisti di bonds europei. I rendimenti del Bund scesero a 0.05% e quelli del BTP a 1.13%. Quando infine il programma di acquisti della banca Centrale partì, a marzo 2015, il mercato era così iperesteso e il positioning così monotematico, che iniziò uno dei più bruschi rimbalzi dei rendimenti del recente passato, e questo nonostante fossimo nella fase finale di incubazione della seconda crisi greca.

Questa volta il calo dei rendimenti è stato ancora più brusco, e, a mio modo di vedere, ha senso attendersi una reazione ancora più repentina. Lo strappo di ieri potrebbe aver prodotto il climax in grado di cambiare il trend di breve. E’ però anche vero che al meeting ECB di settembre (nel quale, peraltro non è certo che verrà lanciato un nuovo QE)  mancano ancora 3 settimane abbondanti, mentre quello Fed è tra oltre un mese. Vedremo.

Va detto che i dati macro USA ieri sono stati abbastanza buoni. Le retail sales di luglio  hanno sorpreso in positivo (control group +1% da prec +0.7% e vs attese per +0.4%), l’Empire NY manufacturing  è uscito a +4.8 da prec +4.3 e vs attese per 2, e il Philly Fed a 16.8 da prec 21.8 ma vs attese per 9.5. Un po’ debole solo la produzione industriale di luglio (-0.2% vs 0.0% atteso) ma il dato di giugno è stato rivisto al rialzo di 0.2% a +0.2%.

Venendo alla seduta odierna, i mercati asiatici la hanno affrontata con un mood in recupero. Delle principali piazze, solo Seul mostra una variazione negativa, eventualmente irritata dal lancio di altri 2 missili da parte della Corea del Nord.
Il sentiment è ulteriormente migliorato con la seduta europea. I principali indici hanno aperto in rialzo, Milano compresa che ieri era chiusa. I Bonds hanno mostrato una tendenza a consolidare che per inizialmente ha prodotto rimbalzi dei rendimenti apprezzabili solo sui periferici, mentre la parte long end è restata assai supportata, pur con discreta volatilità. I venti di easing di ieri hanno contribuito, insieme ai rendimenti negativi, a indebolire l’Euro.
Giornata positiva, invece, per la sterlina, che si giova da un paio di sedute dell’uscita allo scoperto di Corbyn, con un piano per evitare l’uscita senza accordo il 31 ottobre. Il piano prevede una mozione di sfiducia al Governo, la formazione di un esecutivo di unità nazionale, la richiesta di estensione dell’articolo 50, e quindi elezioni anticipate e un nuovo referendum. L’accoglienza è stata tiepida tra i Libdem (peri quali lo scoglio sarebbe Corbyn premier) e i Conservatori pro EU. Johnson, che sta cercando di rendere credibile il “no deal” per usarlo come arma di negoziazione con Bruxelles, ha dichiarato che chi vi si oppone sta collaborando con l’EU.
Ciò detto, il piano ha dato inizio a dei colloqui trasversali tra contrari all’uscita senza accordo il cui esito non è scontato. Si potrebbe eventualmente raggiungere un accordo per una versione rimaneggiata che non veda Corbyn come Premier. In ogni caso il Parlamento UK sta cercando di attrezzarsi per evitare di essere sospeso da Johnson . Nei giorni scorsi l’ex Cancelliere Hammond ha dichiarato che il Governo non ha alcun mandato dal Parlamento per perseguire un “no deal” e se cerca di imporlo al paese commette un oltraggio alla democrazia.

Con queste premesse, abbiamo approcciato il pomeriggio con gli indici azionari in buon progresso, l’Euro in calo e i bonds in consolidamento, non senza fughe al rialzo dei trentennali. Sul fronte dati USA, i nuovi cantieri di luglio hanno deluso ma i permessi di costruzione, che anticipano di 30/45 gg i cantieri, lasciano ben sperare per settembre. Debole la U. of Michigan consumer confidence (92.1 da prec 98.4 e vs attese per 97. In ogni caso dati di importanza secondaria rispetto a quelli di ieri.

A sparigliare le carte, in un pomeriggio che sembrava tranquillo, è arrivato Der Spiegel, con un articolo (Link in tedesco)  in cui si sostiene che la Merkel e il Ministro delle Finanze Sholz sono pronti a fare spesa pubblica in deficit se la Germania entrerà in recessione (un evento che, almeno dal punto di vista tecnico, ovvero 2 trimestri negativi, è molto probabile).
La headline (GERMANY READY FOR DEFICIT SPENDING IF RECESSION HITS: SPIEGEL) ha dato il colpo di grazia (almeno per la seduta odierna) ai bonds, e nel contempo offerto supporto all’azionario e all’Euro.
L’effetto, visibile anche su azionario e tassi USA, mostra che forse i mercati erano in cerca di un catalyst per un po’ di sollievo. In fin dei conti è qualche giorno che si parla di abbandono del pareggio in bilancio (“black zero rule”) e le notizie odierne danno un po’ più di sostanza a speculazioni già in corso.

Così l’azionario europeo chiude la settimana con una seduta positiva, che va a limitare la perdita settimanale (-0.2%9, nonostante la volatilità. Alla fine i rialzi dei rendimenti non sono così elevati sui bonds core, ma se non altro la progressione è interrotta. Peggio la periferia, che però ieri aveva strappato poderosamente. Naturalmente anche gli altri asset rifugio (oro e Yen) arretrano. L’Euro resta deboluccio ma si è staccato dai minimi di seduta.
Wall Street al momento sta mettendo a segno un robusto rimbalzo. La liquidazione di mercoledì aveva fatto comparire vari segnali di capitulation e di estremo pessimismo. Il Put/Call ratio aveva superato 1.2 e in generale gli acquisti di protezione al ribasso, da parte di varie categorie di investitori, hanno raggiunto livelli estremi. Sentimentrader.com nota che il 35% dei suoi indicatori statistici segnala eccesso di pessimismo.
Su queste basi, e con la collaborazione di una normalizzazione della price action dei bonds, il movimento potrebbe continuare nelle prossime sedute, in assenza di colpi di scena.