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Powell parla di economia in gran forma, i mercati dissentono con vigore

Chiusura decisamente pesante ieri sera (martedì) a Wall Street, con S&P 500 in calo del 2.01% e il Nasdaq 100 del 3.09%. Vendite particolarmente aggressive sulle big cap del tech, con FAANG index in calo del 3.74%. La risk aversion ha prodotto cali marginali dei rendimenti in US, il che è in accordo con la matrice “recessionaria” del movimento  (ieri i dati macro USA sono stati brutti) ma cozza con la sottoperformance del tech, che per natura dovrebbe essere più difensivo. Probabilmente cercare una quadra macro per ogni singolo movimento con questa volatilità è eccessivo.

L’Asia ieri mattina era rimasta su una lunghezza d’onda completamente diversa, e l’incupirsi del sentiment ha portato tutti i principali indici a cedere stanotte. Le prese di beneficio hanno investito anche il China Complex, che di recente aveva figurato piuttosto bene. Al di la del contagio del mood occidentale, anche il newsflow oggi è sembrato un po’ più opaco.
** Il Beige book elaborato dagli USA sulla Cina mostra che ancora il rimbalzo congiunturale non c’è stato ( link CNBC ). La survey coinvolge più di 4.300 aziende cinesi tra aprile e giugno e forse è un po’ “lagging”.
** Bloomberg ha riportato che l’emissione di corporate bonds da parte di aziende cinesi nella prima metà del 2022 è ai minimi dal 2016 (altro annus orribilis per la Cina). Già ma invece i bonds emessi dai governi locali stanno esplodendo, e presto vedremo quelle revenues messe all’opera.
La PBOC ha iniettato altri 90 bln di yuan di liquidità a scavalco di trimestre.
In mattinata europea, a mercati locali chiusi, market News ha riportato che il Governo vuole emettere trilioni (1 o 2) di bonds pubblici per coprire il calo del gettito fiscale e finanziare stimolo ( link ). Vedremo domani se ci sarà un impatto. Di sicuro di recente i flussi in entrata sull’azionario cinese, dall’estero, sono stati cospicui (anche perchè tutto il resto sta scendendo).
Sul fronte macro retail sales di maggio in Giappone sotto attese, ma comunque positive, e forti anche quelle australiane. Niente male i dati di bilancia commerciale e produzione industriale e retail sales in Vietnam. Il paese si vedrà allocare magari anche un pò di produzione dalla Cina, visti i rapporti gelidi con l’occidente. Forte anche il GDP del secondo trimestre.

All’apertura, l’azionario europeo ha avuto da fare catch up con la debolezza di Wall Street, e quindi ha aperto debole. La pubblicazione dei primi dati di CPI di giugno degli stati tedeschi ha causato un po’ di marasma. Il -0.1% mese su mese della North Rhine Westphalia ha prodotto un brusco calo dei tassi. Evidentemente il taglio alle tasse sull’energia ha avuto un effetto maggiore delle stime. Secondo le stime di Deutsche Bank, l’impatto generale delle misure può essere stato di 0.8%, ed è un “one off”.
Alle 14 il dato aggregato di CPI tedesco flash di giugno mostra un calo di 0.1% mese su mese (EU armonized) e un dato anno su anno in rallentamento. Nel frattempo sono uscite le confidence di giugno per i settori, tutte meglio delle stime e con la service e la industrial in miglioramento. Sono in netto contrasto con i PMI e a mio modo di vedere sono meno affidabili.

In mattinata i cali dei tassi seguiti alle sorprese degli stati tedeschi sono rientrati, anche perchè in Spagna, dove non c’erano misure a supporto, il CPI ha sorpreso notevolmente al rialzo, arrivando, per primo tra quelli delle principali economie europee, a doppia cifra.

L’azionario però è restato pesante e nervoso, in attesa dei numeri del pomeriggio in US e del panel di Sintra con Powell, la Lagarde e Bailey.
I dati del pomeriggio in US, per quanto datati, hanno fatto poco per risollevare il sentiment.

La terza stima del GDP USA del primo trimestre vede una revisione al ribasso a -1.6% annualizzato, ma la composizione denuncia una debolezza più pronunciata. Infatti i consumi sono stati decurtati pesantemente, e il calo che ne è derivato è stato bilanciato dall’accumulo di scorte. Il settore penalizzato è stato quello dei servizi, mentre la spesa in beni è stata rivista di meno. Questo ci dice che è in parte almeno un effetto Omicron. Lievi revisioni al rialzo dei prezzi.
In generale si ha la percezione che l’economia USA sia entrata nel secondo trimestre più debole di quanto stimato in precedenza. L’impatto sul sentimenti si è percepito, con un po’ di contraccolpo sull’azionario e l’inizio di una nuova discesa dei rendimenti sulle 2 sponde dell’oceano, che ha preso momentum nel corso del pomeriggio.

E veniamo al panel di Sintra
Powell ha ribadito la necessità di inasprire la stance per riportare l’inflazione al target, e lasciato intendere che non si farà fermare dai timori di recessione. L’economia è forte e in grado di sopportare tightening, e comunque lui spera di evitare una recessione, anche se ottenere un soft landing sarà sfidante. Powell ha poi osservato che i mercati hanno colto bene il messaggio, implicitamente validando il percorso di rialzo attualmente prezzato (picco dei Fed Funds al 3.5% nella prima metà del 2023).
*POWELL: US ECONOMY IS ACTUALLY IN PRETTY STRONG SHAPE
*POWELL: LABOR MARKET TREMENDOUSLY STRONG
*POWELL: US ECONOMY WELL POSITIONED TO HANDLE TIGHTER POLICY
*POWELL: RAISING RATES TO SLOW GROWTH, HOPE IT STAYS POSITIVE
*POWELL: SOFT LANDING IS POSSIBLE BUT WILL BE QUITE CHALLENGING
*POWELL: BY AND LARGE, MARKETS HAVE BEEN WELL ALIGNED WITH FED
*POWELL NOTES THAT MARKET PRICING PRETTY CLOSE TO FED DOT PLOT
*POWELL: `GOOD THING’ MARKETS ARE UNDERSTANDING FED GUIDANCE
*POWELL: `VERY IMPORTANT’ PEOPLE UNDERSTAND FED’S COMMITMENT
*POWELL: FOCUSED ON GETTING INFLATION UNDER CONTROL
*POWELL: STRONGLY COMMITTED TO USING OUR TOOLS TO COOL PRICES
*POWELL: BIGGER RISK IS FAILING TO RESTORE PRICE STABILITY
*POWELL: LOOKING BACK, WE GOT SUPPLY-SIDE TIMING ISSUES WRONG
*POWELL: PRE-PANDEMIC WORLD LOW INFLATION GONE FOR TIME BEING
*POWELL: FED’S REVISED POLICY FRAMEWORK BASED ON OLD ENVIRONMENT
*POWELL: WE’LL LOWER INFLATION TO 2%; THAT WILL CAUSE SOME PAIN

La Lagarde aveva parlato ieri mattina e sicuramente aveva poco da aggiungere. La Presidente ha colto l’occasione per validare a sua volta quanto prezza il mercato dei tassi europeo
*LAGARDE: HAVE INDICATED CLEARLY WHAT’S LIKELY TO HAPPEN IN JULY
*LAGARDE: MARKETS UNDERSTAND, APPRECIATE WHAT WE ARE DOING
*LAGARDE: RECOVERY IS VERY MUCH UNDER WAY, DRIVEN BY SERVICES
*LAGARDE: ECB NOT ALONE IN GETTING INFLATION WRONG
*LAGARDE: FRAGMENTATION THREAT INHERENT IN EURO-ZONE STRUCTURE
*LAGARDE: STILL WORKING ON NEW CRISIS TOOL

In generale quindi toni hawkish, e una discreta fiducia nelle capacità delle economie (in particolare da parte di Powell per quella USA) di sopportare la “cura”. Personalmente, lo scenario macro illustrato da Powell mi convince poco. Usare l’occupazione come indice della salute di un economia è rischioso, perchè è una variabile lagging, come lo è, ancora di più, l’inflazione. Gli indicatori dalle maggiori capacità previsive indicano chiaramente un rallentamento marcato.
Certo, le dichiarazioni dei policymakers spesso sono strumentali agli effetti che vogliono ottenere, e per questo non riflettono necessariamente alla perfezione il loro pensiero. Ma oggi non sembra proprio che i mercati si stiano facendo incantare. Se l’azionario è rimasto sotto pressione, i rendimenti, sulle 2 sponde dell’oceano, hanno preso solidamente la via del ribasso e a fine seduta europea le discese sono robuste (e in US calano vistosamente i breakeven inflation). Non proprio un movimento coerente con uno scenario di resilienza del ciclo.
La chiusura europea vede perdite significative per l’azionario continentale, con il ciclico Dax a battere la strada. La risk aversion e il rimbalzo dei tassi reali favoriscono il Dollaro sui principali cross. Tra le commodities solo il gas europeo vola per i noti rischi di calo dell’offerta russa. Il resto è in ordine sparso, con acciaio e iron ore che trovano il supporto dello stimolo cinese e invece l’oro che continua a languire nonostante la risk aversion.
Wall Street è moderatamente negativa. Vedremo dove chiuderà, ma l’assenza di un impatto dei flussi di rebalancing, in un trimestre in cui l’indice generale cede il 15% è un sintomo inquietante. Vedremo se si materializzerà qualcosa tra stasera e domani.