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Parte alla grande l’earning season a Wall Street con le grandi banche.

Nuovo record per Wall Street ieri sera, con l’S&P 500 a 4.140 punti, ormai ben sopra la media delle previsioni delle case di investimento per fine anno prevalenti a fine febbraio ( link ). Dal canto suo, il  FAANG index ha messo a segno la dodicesima salita di seguito, la serie più lunga dall’esordio dell’indice nel 2014. In altre parole la vicenda J&J ha impattato solo su tassi e Dollaro, mentre a livello d’azionario la cosa si è limitata ad una outperformance di tech e stay at home businesses sui ciclici, un movimento che però è in atto da un po’.
Sul fronte casi Covid, la  situazione è incerta. Mentre in UK e in Israele i casi continuano a calare, in US si nota una ripresa, mentre in EU siamo ancora in mezzo al guado, con segnali misti in Francia e Germania e discreti da Spagna e Italia. Ancora male India.


Se si guarda però  ad un grafico delle ospedalizzazioni settimanali, sembra di notare l’effetto delle vaccinazioni.  Se è presto per notare un rialzo in US, in Europa solo in Francia si segnala un aumento, mentre in Italia la riaccelerazione dei casi di marzo non ha prodotto un aumento paragonabile delle ospedalizzazioni e  in Germania e Spagna le  serie non presentano salite di recente. E’ presto per affermarlo con sicurezza, ma da quel che si vede il quadro delle ospedalizzazioni sembra già migliore, con metà delle categorie più fragili vaccinate con una dose.


Sul fronte vaccini, il newsflow è moderatamente migliorato. EMA ha dichiarato che sta accelerando la revisione degli effetti collaterali del vaccino J&J e che dovrebbe comunicare qualcosa la prossima settimana, ma l’impressione resta che i benefici superano i rischi (ovviamente, se i numeri restano quelli).
In giornata, si è  appreso che la Pfizer anticiperà la consegna all’Europa di 50 milioni di vaccini, previsti per il quarto trimestre e che invece arriveranno entro Giugno. Questi non possono sostituire interamente quelli J&J, che erano a loro volta 50 milioni ma valgono doppio perchè ne basta una sola dose. Ma l’ipotesi di un totale annullamento della fornitura J&J è estrema. E’ probabile che saranno oggetto di limitazioni di utilizzo parziali. Peraltro la notizia è positiva perche Pfizer è generalmente più accettato di Astra Zeneca e J&J e quindi vi saranno meno rifiuti da parte dei candidati. In secondo luogo quest’accelerazione della fornitura è una conferma – a mio modo di vedere – che la scarsità di vaccini scomparirà, come problema, nella seconda metà del 2021. Non a caso, la Stampa ha riportato che è intenzione del Governo italiano di limitare gli ordini di vaccini per il 2022 a Pfizer e Moderna.
** EU COMMISSION HEAD: EU WILL GET 50 MLN BIONTECH-PFIZER COVID-19 VACCINES EARLIER, IN Q2 RATHER THAN Q4 AS SCHEDULED INITIALLY( link )
** EU DRUG REGULATOR ACCELERATES EVALUATION OF J&J VACCINE REMAINS OF VIEW THAT BENEFITS OUTWEIGH RISK OF J&J VACCINE

All’Asia è ovviamente piaciuto  il mix di tassi in calo, Dollaro debole e azionario USA forte di ieri. Tutti i principali indici hanno mostrato buoni progressi tranne Tokyo,  apparentemente frenato da ulteriori richieste di messa in stato di emergenza di alcuni distretti. Bloomberg ha osservato che pesa anche il ritardo nella vaccinazione rispetto ai paesi occidentali. Questo quadro non è certo maturato ieri, ma la partenza della campagna vaccinale lunedì con gli over 65 ha forse messo un riflettore su questo ritardo.
Per contro, i record delle big caps del tech USA hanno dato infine supporto anche a quelle cinesi quotate a hong Kong, col risultato che le “H” shares, lo Hang Seng e il  Chinext hanno fatto molto bene.
Sul fronte macro, deludenti  i core machine orders di febbraio (-8.5% da precedente -4.5% e vs attese per +2.5%). Per contro, in Australia la consumer confidence esplode ad aprile (118.8 da 11.8 e massimo dal 2010), un indicazione di quanto potrebbe succedere altrove una volta che si riapre l’economia.

La seduta europea è  partita con un tono discreto. In mattinata i rendimenti correggevano insieme con gli spread, e ciò aveva avuto il solito impatto sui settori, con banche al palo e tech in forma. In assenza di notizie particolari (la  produzione industriale di febbraio in Eurozone ha battuto le  stime ma i dati nazionali lo avevano anticipato),  si è vissuto dell’attesa dei primi earnings illustri:
** JP Morgan ( link ) ha largamente battuto le stime (EPS 4.5$ vs 3.1% atteso) grazie a un boom di utili di investment banking e un calo degli accantonamento contro perdite, ma il calo dei loans (-4%)  ha fatto storcere il naso agli investitori, anche se poi Dimon ha dichiarato che è un fatto positivo perchè indica che i consumatori sono così pieni di cash da ripagare il debito.
** Goldman Sachs ( link ), regina dell’investment banking, non poteva non spaccare (EPS 18.6 $ vs 10 attesi). Revenues da equity trading hanno fatto +47%   e quelle da investment banking +73%.
** Bene anche Wells Fargo ( link ), una banca dall’attività più tipica, che ha visto l’EPS ( 1.05$ vs 70 c attesi) supportato dal calo degli accantonamenti.
Ricollegandomi al discorso fatto lunedì, a spanne la sorpresa media sugli earnings di queste 3 aziende è del 35-40%.  E’ presto per farne un trend ma direi che anche in quest’occasione il margine sarà grosso. Dal punto di vista della reazione, il calo di JPM (-1.5%) è rimasto isolato, col resto del  settore al traino di Goldman (+3%) e Wells Fargo (+5%).

Nel primo pomeriggio, gli export prices USA di marzo hanno  ricordato  al mercato che la  storia delle pressioni inflazionistiche non si esaurisce col CPI sopra attese di ieri. Il dato headline ha segnato +2.1% sul mese, da +1.6% e vs attese per +1%. Import prices ex petrolio hanno segnato +0.9% da prec +0.5% e il  doppio delle attese.
Sarà  per questo dato, solitamente poco guardato, sarà perche lo squeeze di ieri ha prodotto parecchi stop, lasciando il mercato più pulito, ma i tassi hanno invertito la tendenza e hanno iniziato a salire.
A pomeriggio inoltrato, un balzo del petrolio, innescato dall’impatto concomitante dell’aumento delle previsioni di domanda dell’EIA con scorte di greggio per la terza settimana di seguito in calo, e sotto attese ( link ), ha impresso ulteriori pressioni al rialzo sulle attese di inflazione e quindi sui rendimenti.
La price action si è  quindi adeguata al ritorno del reflation trade, con ciclici, banche e risorse naturali sugli scudi e tech Nasdaq e difensivi in ritirata: credo proprio che il record del FAANG index si fermerà  qui, per ora. L’unica cosa che è rimasta invariata da ieri, è il Dollaro debole. Questo può essere legato al fatto che in Europa i tassi salgono più che negli USA, ma soprattutto mentre in America sono le attese di inflazione a salire, mentre i rendimenti reali restano invariati,  in EU è vero l’opposto. Se ne può desumere che in Eurozone sta salendo l’ottimismo sulla crescita, il che è positivo sia per i rendimenti reali che per la divisa, mentre in US le aspettative di crescita sono senz’altro più  alte, ma stabili. In effetti a -0.26% il rendimento del bund 10 anni è a 3 bp dai massimi dell’anno, segnati a fine febbraio.
La  chiusura europea vede l’Eurostoxx 50 chiudere marginalmente positivo, trainato da Parigi,  Madrid e piazze minori,  mentre Dax e FTSE Mib correggono marginalmente (ma il  primo aveva fatto ieri i massimi storici).
Dopo la  chiusura Wall Street sta assumendo un atteggiamento un po’ più  consolidativo. Vedremo se, come lo scorso trimestre, l’inizio dell’earning season porterà un po’ di consolidamento, che sarebbe più che sensato dopo la corsa delle ultime sedute. Solo per tornare a testare 4.000, che era quello che mi aspettavo, servirebbe un calo di oltre il  3%.

(MarketWatch) — EIA reports a third-straight weekly decline in U.S. crude supplies

Oil futures traded sharply higher Wednesday, as the International Energy Agency lifted its demand outlook for crude and a U.S. government report revealed a third-weekly drop in weekly inventories, setting prices up for their highest finish since mid-March.

In its monthly report, the International Energy Agency raised its forecast (https://www.marketwatch.com/story/iea-says-global-oil-market-is-recovering-and-lifts-demand-forecast-11618390949?mod=mw_latestnews)for global oil demand in 2021 by 230,000 barrels a day from its previous forecast. It now sees an increase of 5.7 million barrels a day from 2020 to 96.7 million barrels a day this year.

“Oil prices might be breaking out of their month-long wicked trading range as the normally pessimistic IEA is sounding pretty darn bullish,” said Phil Flynn, senior market analyst at The Price Futures Group, in a daily report.

On Tuesday (https://www.wsj.com/articles/opec-sees-oil-demand-boosted-by-stimulus-and-vaccine-programs-11618315209), the Organization of the Petroleum Exporting Countries increased its 2021 demand forecast by 100,000 barrels a day. It expects global oil demand to climb by about 6 million barrels a day to reach 96.5 million barrels a day this year. OPEC also raised its forecast for global economic growth to 5.4% from 5.1%.

Oil prices responded well to the latest demand updates, which pointed to higher uptake of the commodity as the global economy recovers from the pandemic.

West Texas Intermediate crude for May delivery rose $2.50, or 4.2%, to trade at $62.68 a barrel on the New York Mercantile Exchange, after settling above $60 on Tuesday for the first time since April 1.