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Nessuna novità da Powell, test dei massimi a Wall Street.

NB: Lampi va in vacanza una settimana e torna il 4 di Settembre 

La giornata dell’attesa testimonianza di Powell al Jackson Hole è iniziata con un tono cautamente costruttivo in Asia. Tokyo ha infine fattorizzato la perdurante debolezza dello Yen, portandosi sui massimi da oltre 2 settimane. D’altronde, il CPI di luglio (0.9% da prec 0.7% e vs attese per 1.0%) non è certo di quelli che mettono fretta alla BOJ.
Un colpo di reni nella seconda parte della seduta ha permesso a Shanghai di chiudere in positivo, portando il guadagno settimanale  sopra il 2%. Sul fronte news, gli incontri di Washington si sono conclusi,  come  da attese, senza risultati concreti. Da parte cinese i colloqui sono stati definiti “costruttivi e onesti” e si è dichiarato che la trattativa continua. La delegazione USA ha dichiarato che avrebbe aggiornato i responsabili sullo stato dell’arte, ma per avere un accordo serve che la Cina prenda maggiori provvedimenti in relazione alle richieste USA. Al di la  delle dichiarazioni,  l’idea è che gli incontri siano serviti a far ripartire il dialogo e predisporre una bozza su cui lavorare in vista di incontri di livello più elevato. Nel frattempo le autorità cinesi hanno rimosso,  come promesso,  i limiti alle partecipazioni estere nelle banche nazionali, mentre sono circolate indiscrezioni che la PBOC ha invitato le banche a reinserire il fattore controciclico nel calcolo del fixing, una misura che era stata adottata per stabilizzare la  divisa e successivamente rimossa. Lo Yuan ha reagito assai bene mettendo a segno un recupero di quasi 1% (*CNH RALLIES MOST SINCE JAN. 2016, APPROACHING 6.80 LEVEL).
Marginalmente negativi o invariati gli altri principali indici dell’area.

L’apertura europea ha conservato il medesimo tono incerto della seduta di ieri. Sul fronte macro,  la revisione finale del GDP tedesco del secondo trimestre (0.5% come da attese) ha confermato che la domanda interna è attualmente il principale driver della crescita, mentre il canale estero, come ovunque, resta debole per via delle frizioni commerciali.
Ma l’attenzione degli investitori era rivolta a Jackson Hole, con l’€ in progressivo recupero,  l’azionario marginalmente positivo e i tassi tendenti a lieve rialzo. La carta italiana continua a faticare, con gli operatori intenti a preparare le aste della prossima settimana in un contesto dli liquidità ridotta. Il rimbalzo iniziale si è rapidamente esaurito lasciando il posto ad un graduale indebolimento. Non ha giovato  il botta e risposta tra Di Maio e Bruxelles. Vediamo se il  rientro di un po’ di investitori nazionali dalle ferie la prossima settimana riporta un po’ di domanda.

L’antipasto di Jackson Hole è stato costituito dai Durable Goods di luglio, che hanno interrotto la serie di dati mediocri in US. Infatti il dato depurato da difesa e aereomobili a segnato +1.4% vs + 0.5% atteso e con revisione del dato  di giugno a +0.6% da +0.2%. Insomma, il  capex resta robusto in america al momento.

Venendo a Powell, la sua performance a Jackson Hole è risultata assai avara di sorprese. Il  Presidente Fed si attende che la fase di crescita robusta continui, e ritiene che graduali rialzi dei tassi siano appropriati. Come al solito, sussistono dei fattori di rischio interni ed esterni. Al momento però il  rischio di un surriscaldamento dell’economia è ridotto, e non vi sono segnali evidenti di un accelerazione dell’inflazione sopra il  2%.
Queste 2 ultime notazioni hanno forse indotto la  percezione di un tono più accomodante delle attese, in un mercato che forse temeva una reazione più brusca da parte di Powell, per sottolineare la sua indipendenza da Trump. In realtà, con la curva USA che sconta meno di tre rialzi dei tassi in tutto (contro i 5 proiettati dalla FED, si potrebbe affermare che il mercato prezza già uno scenario più prudente di quello di Powell, e non vi è alcuna necessità di fare aggiustamenti.
Nondimeno, i tassi USA sono scesi un po’, il Dollaro ha perso ulteriore terreno, e l’azionario USA e emergente hanno trovato ulteriore supporto, mentre l’impatto su quello Eurozone è stato un po’ attutito dal rafforzamento dell’€ sopra 1.16.

La buona vena di Wall Street (Record storici nel durante per S&P 500 e Nasdaq composite) ha comunque concesso all’azionario europeo di chiudere in positivo coronando  una settimana in recupero (Eurostoxx 50 + 1.6%). Vedremo stasera se gli indici USA potranno confermare i record in chiusura. Il buon sentiment ha coinvolto anche le commodities, con buoni recuperi su metalli industriali e oil.
Nota stonata della seduta resta il  BTP, che vede lo spread allargare di 5 bp a 280, cancellando interamente il recupero segnato nelle prime 2 sedute della settimana.