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Modesto rimbalzo dopo il panico di stanotte


Non c’è stata tregua, ieri sera a Wall Street. L’S&P 500 ha continuato a scendere nella seconda parte di seduta, toccando i minimi ad un ora dalla chiusura, per poi recuperare qualcosa, chiudendo comunque a -3%. Si tratta della peggior seduta dal Dicembre 2018, culmine di 6 discese di seguito (serie più lunga da ottobre 2018).
E non è nemmeno bastato. La notizia che il Tesoro USA ha deciso di mettere dichiarare ufficialmente la Cina “Currency Manipulator” ha causato qualche ora di panico nella seduta asiatica, con i Futures giunti a perdere altri 2 punti nelle prime 2 ore di contrattazione.
Per inciso, c’è un che di ironico nelle motivazioni addotte per la mossa. Lo statement sostiene che la Cina avrebbe compiuto “passi concreti per svalutare la propria divisa negli ultimi giorni”, con l’intento di ottenere un vantaggio competitivo.
La domanda è: cosa ci si aspetta che faccia, su un libero mercato, la divisa di un paese a cui vengono imposti dazi commerciali, totalmente inattesi, per di più dalla prima economia del globo? Ci si può stupire che scenda?
L’impressione personale è che le Autorità monetarie siano recentemente assai più impegnate a sostenere lo Yuan (non a caso sono ancora in vigore controlli sui flussi di capitali).
In ogni caso, l’intento della mossa traspare dal timing: la dichiarazione è avvenuta fuori dai periodi dedicati a rivedere questo genere di qualifiche. E’ evidente che si tratta di una contro reazione ai segnali cinesi dei giorni scorsi. Che sia una mossa per lo più formale, lo si nota dal fatto che la nomina è avvenuta sotto l’atto del 1988, e non quello del 2015 che ha conseguenze più dirette e automatiche.

Peraltro, come accennato nel pezzo di ieri, c’è un limite al pessimismo che può essere accumulato nel breve. Avendo accumulato un calo di oltre il 5% in meno di 24 ore, i Futures S&P hanno messo in opera un rimbalzo, che ha offerto sollievo all’intera area asiatica. Il catalyst è stato offerto dalla PBOC, che ha fissato il cambio ufficiale dello yuan a 6.9683, anche se il cambio effettivo sta ancora ben sopra 7.
Naturalmente gli indici asiatici avevano da fattorizzare il deterioramento dell’azionario globale ieri in giornata, e quindi il sollievo delle prime ore di oggi non si nota nelle chiusure, ad eccezione di Mumbai.

L’apertura europea è avvenuta con un tono cauto. Unico dato di peso della giornata, i factory order tedeschi di giugno hanno (per una volta) sorpreso in positivo (+2.5% da prec 2% e vs attese per 0.5%.
La Pboc è tornata in argomento, chiarendo che non ha effettuato manipolazioni del cambio, che questo resterà stabile su livelli “appropriati” e non ferrà portata avanti alcuna svalutazione competitiva.

In Italia, fumata bianca ieri sera al Senato per il decreto sicurezza Bis, grazie a parecchie astensioni che hanno permesso alla maggioranza di compensare una manciata di dissensi. Questo risultato ha dato un po’ di supporto al BTP in giornata, anche se domani si ripropone un nuovo voto, sulla mozione 5 Stelle per la Tav, sul quale il Governo potrebbe incontrare problemi, nel caso le opposizioni decidano per una mossa “strategica” ovvero supportare la mozione o astenersi anche  se in realtà dissentono coi 5 stelle. Ma l’impressione personale è che anche questo ostacolo dovrebbe venire superato. Nessuna delle 2 parti ha interesse ad assumersi la responsabilità di far cadere l’esecutivo.

Con queste premesse, la mattinata è trascorsa con l’azionario europeo in progressivo recupero, trainato dai future di Wall Street. Sul fronte tassi, il ritracciamento è stato maggiormente percettibile sui treasuries, mentre per quanto riguarda i tassi europei l’allentamento della pressione sui rendimenti è stato si e no accennato. Il movimento relativo sui tassi ha prodotto una correzione anche del movimento del Dollaro, a dimostrazione che in questa fase il driver sono i differenziali di rendimento e le aspettative sulle banche centrali, con quella che ha maggior margine di manovra – la Fed – a guidare la danza.

Nel primo pomeriggio, Kudlow è intervenuto ad addolcire i toni di parte USA. Il capo degli advisor della Casa Bianca ha dichiarato che Trump vorrebbe che i colloqui con la Cina proseguissero, ed è aperto a modifiche ai dazi a seconda di come vanno. Il problema di queste pro offerte è la credibilità, dopo gli ultimi eventi.

In assenza di dati di rilievo in US (i job opening di giugno hanno mostrato un mercato del lavoro americano sempre bello tirato, con posizioni aperte sempre a livelli record) Wall Street è partita con un buon tono.

Si sono infoltite anche le file degli “advisor interessati” della FED, con Navarro entrato in argomento: NAVARRO CALLS ON FED TO CUT INTEREST RATES BY ANOTHER THREE-QUARTERS OF A POINT OR FULL POINT BY END OF YEAR TO BRING U.S. RATES INTO LINE WITH RATES ELSEWHERE -FOX NEWS INTERVIEW.

A questo proposito, c’era un po’ di attesa per un discorso di Bullard, il primo dei membri FED a parlare dopo il periodo di black out. Trattandosi di uno dei membri più dovish, ci si attendeva una particolare cautela, visti i recenti eventi. Ma il Presidente della Fed di St Luis ha dichiarato che la FED ha fatto parecchio per supportare la crescita e i tassi al momento sono a livelli adeguati. Il FOMC non può reagire ad ogni mossa delle parti impegnate nella trade war. Per cui sebbene nuovo stimolo non sia certo escluso, serve anche osservare che impatto avrà quanto fin qui realizzato.
Questa performance misurata ha forse contribuito all’affievolimento del rimbalzo.
Coerentemente con quanto osservato nelle recenti fasi di risk aversion, la curva dei tassi USA ha preso ad appiattirsi, coi rendimenti in calo sulle parti lunghe delle curve, e così il Dollaro ha restituito i guadagni.

La limatura dei guadagni di Wall Street ha avuto un effetto più che proporzionale sull’azionario europeo, che ha cancellato i progressi della seduta chiudendo in negativo. Alla correzione può aver marginalmente contribuito il rimbalzo dell’€. A parte ciò, ci può essere stato anche un ritorno del vecchio effetto psicologico legato al timore di uno storno pesante di Wall Street dopo la chiusura dei mercati continentali, come peraltro avvenuto ieri.
Il ritorno della risk aversion ha riportato pressione sui rendimenti, con il bund a segnare l’ennesimo record negativo (-0.54%). Il BTP però ha tenuto, chiudendo con spread in moderato calo. Seduta movimentata per la sterlina che ha restituito nel pomeriggio i guadagni accumulati in mattinata.
Che gli investitori restino all’erta lo si nota anche dalla forza dell’oro.

Wall Street al momento mantiene parte dei guadagni indecisa se proseguire il rimbalzo o abortirlo.
Personalmente, propendo per una temporanea prosecuzione del rimbalzo, ma mi aspetto alta volatilità a breve: come osserva The Fat Pitch ( twitter ), solitamente in queste brusche discese il momentum negativo non si esaurisce al primo minimo (nel grafico l’esempio delle ultime 3 correzioni).