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Moderato sollievo sui mercati in attesa della soluzione alla crisi

Ieri sera,  il  tono a Wall Street è rimasto depresso, sebbene gli indici siano riusciti in extremis a mettere un po’ di spazio tra la chiusura e i minimi di seduta. Oltre allo stress di origine italiana, c’è stato un ritorno di fiamma di tensioni sul trade. La Casa Bianca ha di fatto  interrotto la tregua stipulata con la Cina ai colloqui di Washington, dichiarando che il 15 giugno prossimo verrà diramata una lista di beni per 50 bln $ di importazioni su cui applicare in tempi brevi dazi del 25%. Moderata la reazione dei Cinesi, che probabilmente si attendevano un aumento della pressione da  parte di Trump,  alla vigilia della visita di Ross per un terzo round di colloqui. Le  autorità hanno invitato gli USA ad attenersi ai patti,  e chiarito che,  in caso di necessità, sapranno tutelare i propri interessi (leggi, applicheranno misure simmetriche).

Ovviamente stamattina la  seduta asiatica non poteva avere un buon mood. Dei principali indici, solo Mumbai e Sydney mostrano perdite inferiori al punto percentuale, mentre la citata sortita di Trump ha accentuato la pressione sui mercati locali cinesi, che hanno chiuso in calo di oltre il 2%.

Vista l’indeterminatezza della situazione italiana, e l’incombere a metà mattinata delle aste del Tesoro (3.75-6 bln tra BTP 5 e  10 anni e CCT), c’era da aspettarsi parecchia volatilità, sin dall’apertura europea, e cosi è stato.
Impossibile tenere il conto delle ipotesi circolate nelle ultime ore, per mettere una pezza alla crisi:
** Governo tecnico senza fiducia con Cottarelli ed elezioni in autunno
** Governo politico Giallo-verde-Nero (ovvero l’ipotesi originale più Fratelli d’Italia)§
** Scioglimento delle camere e voto a luglio
** Ritorno della coalizione bocciata da  Mattarella per via di Savona.

Ciò detto, i mercati sono andati incontro alle aste con un cauto ottimismo, e sono stati in parte premiati, visto che la  domanda si è presentata abbastanza robusta,  e  quindi il mercato obbligazionario ha sostanzialmente conservato la contrazione dello spread accumulata dall’apertura. Più tormentata la  price action sull’azionario,  con gli indici a tratti in negativo, pur senza mai accumulare grossi passivi.
In recupero l’€, grazie anche ad alcuni dati macro.
Già, perchè,  coperti dall’isteria politica, oggi sono usciti i primi segnali positivi sul fronte macroeconomico, in Eurozone, da  parecchio tempo:
** Le retail sales  tedesche di aprile  hanno messo a segno un bel  rimbalzo (+2.3% da  prec -0.4% e vs attese per +0.5%). In calo anche i disoccupati, il che non è un male per i consumi del trimestre.
** Decisamente robusti anche i dati di inflazione in Germania (+0.6% da -0.1% e vs attese per +0.3%), e  Spagna (+0.9% da +0.8% e vs attese per +0.5%). Un effetto della salita del  petrolio e una distorsione dovuta alle vacanze di Pasqua hanno sicuramente impattato  sul dato,  ma è  evidente che domani il  CPi Eurozone di aprile può sorprendere a sua volta.
** Meno buoni in consumi in Francia ad Aprile,  cosi come  il GDP  del  primo trimestre (0.2% da prec 0.3% e vs attese per 0.3%), ma il  dato 2017 è stato  rivisto  al  rialzo di 0.1% a 2.3%.

Nel  primo pomeriggio dati macro di scena anche in US:
** L’ADP survey ha marginalmente deluso,  con 178.000  nuovi occupati vs 190.000  previsti,  e  soprattutto  dato di aprile rivisto  giù  di 41.000 unità a 163.000.  In questo modo  però aprile risulta in linea con i payrolls, che furono 164.000.  Vedremo venerdi il dato ufficiale di Maggio.
** Il  GDP  USA del primo trimestre è  stato  rivisto al  ribasso di 0.1% a +2.2%, ma la composizione ne guadagna,  con i consumi rivisti al ribasso di 0.1% a +1% ma gli investimenti che accelerano a +9.2% (da +6.1%).  A gravare sul dato, una riduzione delle scorte, che ha levato 0.3% al  computo. La  PCE inflation è  stata rivista al  ribasso.
** Il trade deficit di Aprile, contrariamente alle attese, si è contratto, un’altra buona notizia per il GDP del trimestre in corso, dopo quella sulle scorte.

Contemporaneamente, si sono fatte sentire, via Reuters, le consuete fonti anonime ECB: La Banca Centrale  sta  monitorando  la situazione politica italiana e i movimenti sui mercati,  ma ritiene non ci sia ragione di intervenire al momento,  perchè non vi sono particolari segnali di stress, e comunque l’ECB non ha titolo a intervenire in una crisi che è prettamente politica. In ogni caso le Banche Centrali non basano i propri interventi su eventi di pochi giorni.
Insomma, tutto il contrario, di quanto  asserivo ieri. Ma è  anche vero che questo è a tutti gli effetti un intervento di retorica, in cui si precisa che l’ECB sta monitorando la  situazione e al momento non rileva problemi. In altre parole, il bisogno di farsi sentire per tranquillizzare lo hanno avvertito.
Infatti, non si è notata una particolare reazione di sconforto sul mercato, alla notizia che non avremo interventi a breve. Gli asset europei hanno continuato a inseguire le  headline di tipo politico, in parte supportati da una Wall Street in vena di recuperi.
Il  circolare sui media di indiscrezioni che Di Maio avrebbe chiesto ufficialmente a Savona un passo indietro per favorire la formazione di un Governo Politico ha dato un tono positivo alle chiusure europee, ma è  un fatto che nonostante in giornata sia stato ribadito più  volte che entro la serata avremmo avuto  una soluzione alla crisi, ancora non abbiamo alcuna certezza, e  le  ultime news recitano che Mattarella  e  Cottarelli hanno accordato ancora tempo alla coalizione Giallo – verde per la formazione di un Governo politico.
L’impressione personale è che Di Maio stia tentando disperatamente  di ottenere il varo di un esecutivo,  mentre Salvini mira ad una  soluzione ponte per andare alle elezioni in autunno, senza prendersi la  colpa di non aver fatto partire il  Governo.

In ogni caso, nonostante il mercato non abbia niente in mano, la tensione è moderatamente scesa sui mercati. Al di la del rimbalzo azionario,delle banche e della divisa unica, la  variabile più rappresentativa è il calo dei rendimenti della  parte breve italiana, superiore a quello delle  scadenze più lunghe, come si nota dal rimbalzo dello spread 2-10 anni da 45 basis points a 128.
Dovessimo ottenere nelle prossime ore uno straccio di soluzione della crisi istituzionale, fosse anche un governo senza fiducia per arrivare all’autunno (visto che Salvini ha detto che a luglio non si vota), credo che il sollievo  sui mercati proseguirà.