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Moderato ottimismo in chiusura di settimana. Dati forti negli USA

Non si son fatti spaventare troppo dalle spacconate di Trump, gli investitori asiatici. Per la verità, nemmeno a Wall Street (+0.5% ieri sera) l’effetto del  Tweet di ieri sera è stato particolarmente duraturo. Ma l’impatto delle frizioni commerciali su azionario US e asiatico è di entità decisamente diversa.
Invece l’Asia ha mostrato un buon tono, anche se riguardo l’azionario cinese, per il momento il sollievo resta confinato alle “H” shares, grosse banche e aziende pubbliche quotate a  Hong Kong,  mentre le “A” shares continuano a segnare il passo.
Sul fronte macro, i dati cinesi di agosto hanno avuto un andamento tranquillizzante, con le  retail  sales e la produzione industriale in lieve recupero, grossomodo  in linea con le  attese, e però gli investimenti fissi in rallentamento. Le  autorità hanno fatto sapere via media ufficiali di non aver intenzione di arrendersi di fronte alle richieste americane, una sorta di risposta all’aggressività di Trump.
Il balzo del  MSCI Asia (maggior guadagno bi-giornaliero dal 19 mesi secondo Bloomberg) ha ricevuto un cospicuo contributo da Tokyo, col Nikkei che ha superato di slancio il livello di 23.000 indicato ieri, mettendo a segno un temptative breakout (da validare i prossimi giorni). L’approccio a 112 dello Yen è sicuramente un fattore a supporto, in una seduta che ha visto materials e IT sugli scudi. A parte ciò, l’accenno di Abe al fatto che la politica monetaria non resterà ultra espansiva per sempre ha forse aiutato un po’ i finanziari.

Decisamente più tiepido l’entusiasmo dei mercati azionari europei in apertura,  rimasti sulla lunghezza d’onda della chiusura di ieri, più o meno. Probabilmente, a temperare gli umori ha contribuito la forza dell’ € che, grazie a un Draghi meno prudente de solito ieri e alla debolezza del CPI US, ha bucato in mattinata 1.17 vs $. Come noto, la forza del biglietto verde ha effetti opposti sul  sentiment in Eurozone e nell’area asiatica-emergente.
La mattinata era povera di dati macro (Un CPI Italiano di agosto si è aggiunto alla serie di dati sotto  attese) e  il  focus era fermamente sui dati US nel  pomeriggio. E cosi l’azionario si è  incanalato in una price action erratica e  svogliata, con le banche appena un po’ allettate dal fatto che, non avendo potuto contare sulla solita performance ultra accomodante di Draghi, il  Bund continua ad avertire la forza di gravità, costituita da un ciclo ancora decente (Italia esclusa) un inflazione in recupero (vedi dichiarazioni di Draghi ieri su pressioni salariali) e un QE in via di smantellamento.

I report americani hanno sostanzialmente confermato il quadro robusto evidente dai dati recenti.  le Retail sales di agosto hanno deluso (+0.1% vs attese per +0.4%), ma le revisioni ai dati di giugno e luglio (+0.4% in aggregato il dato control group) collocano i consumi US su un ritmo decisamente buono (+3.8% anno su anno). Ancora meglio la produzione industriale di agosto, che ha battuto le stime (+0.4% vs attese per +0.3%) portando a sua volta revisioni al rialzo di luglio (da +0.1% a +0.4%). Il tasso di crescita anno su anno qui è del 4.9%. Salute. Il modello della Fed di Atlanta proietta il GDP del  terzo trimestre dell’anno al 4.4%.
Quando penso ad un GDP USA oltre il 4% per la  parte centrale del 2018, fatico a diventare pessimista sul ciclo  europeo nei prossimi mesi, nonostante le frizioni sul trade e la fatica degli emergenti. Solitamente, accelerazioni cosi robuste in America hanno effetti benefici sugli altri paesi industrializzati, sia pure con un certo lag temporale.

Le buone notizie USA hanno offerto un modesto  supporto all’azionario,  al  $  e  ai tassi, e concesso agli indici europei la chiusura moderatamente positiva che era sfuggita ieri.  Modersto guadagno settimanale per l’Eurostoxx (+1.5%) ma con percorso netto (5 sedute in guadagno su 5). Sul  fronte rendimenti complice la pesante issuance prevista per la  prossima settimana (Germania, Francia e Spagna tra gli altri) il bund tocca 0.45%, sempre basso, ma massimo da inizio agosto.

Non poteva mancare, a  conclusione di settimana, l’ennesima news sul fronte trade. Secondo Bloomberg, Trump avrebbe dato istruzione ai suoi di procedere con l’elevazione dei dazi nonostante la prospettiva di nuove trattative tra il Segretario del  tesoro Mnuchin e una delegazione cinese. Peraltro, il rinvio è stato causato,  secondo le fonti, dalla necessità di apportare modifiche che tengano conto delle preoccupazioni emerse dal dibattito, circa l’impatto dei dazi su consumatori e aziende USA (sull’argomento  vedi Lampi del 7 Settembre). In bocca al lupo, Presidente, soprattutto con gli altri 267 bln che hai minacciato giorni fa.
Se non altro la headline è arrivata troppo tardi per guastare la chiusura europea, ma  Wall Street è passata in negativo e il Dollaro ha accentuato i guadagni.

Sul fronte tecnico,  per  l’Eurostoxx,la parte facile  del  rimbalzo che attendevo è arrivata.  Ora, per  puntare su ulteriori recuperi,  c’è da superare la  resistenza orizzontale in area 3340-50 di Eurostoxx future (e non si può  più  contare sull’ipervenduto di breve)

Per il  momento il supporto in area 3270 di Eurostoxx 50 ha tenuto. Io resto tendenzialmente ottimista, convinto che nel breve il  pessimismo sull’azionario europeo sia eccessivo.