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Mercati in consolidamento al termine di una settimana di record per le borse e di rialzo per i tassi.

Ieri sera, l’azionario US ha chiuso, pur positivo (S&P %00 + 0.27%), ad una certa distanza dai massimi. La  scusa per il  parziale ritracciamento è stata uno pezzo di Reuters in cui si rivelava che l’ipotesi di riduzione dei dazi a fronte della firma di varie fasi di un accordo incontrava “feroce opposizione all’interno della Casa Bianca e tra i consulenti dell’esecutivo. Il newsflow si è fatto poi ancora più contraddittorio sul tema, con Kudlow a dichiarare che “se si fosse giunti ad una prima fase di accordo vi sarebbero state concessioni sui dazi”, e Navarro a ribattere che non esisteva alcun accordo in tal senso e qualunque concessione sarebbe dipesa dal Presidente.
Insomma, da parte USA la questione del ritiro dei dazi è oggetto di discussioni, ma non c’è nulla di garantito. Questa percezione ha riportato un po’ di volatilità nella seduta asiatica, con solamente Tokyo in grado di evitare un po’ di consolidamento.

Tra l’altro le news macro non sono state nemmeno male. La bilancia commerciale cinese di ottobre ha sorpreso  in positivo sul lato esportazioni (-0.9% anno su anno da prec -3.2% e vs attese per -3.9%). Il rimbalzo si nota soprattutto verso USA e Asia, mentre quello dell’export verso l’Europa sale mese su mese, ma meno. Il dato è coerente con quanto indicato dal PMI Markit di ottobre, e in generale costituisce un segnale di miglioramento della domanda globale. Migliorate anche le importazioni (-3.5% da prec -6.2% e vs attese per -5.4%). Incrementi su quasi tutte le importazioni di commodities. In miglioramento anche le riserve valutarie della People Bank of China (+12.7 bln a 3.105 trilioni di $), principalmente a causa dell’effetto cambio, ma comunque sempre un segnale di stabilità dei flussi di capitali, nonostante la svalutazione dell’estate.
Infine si è appreso che il peso delle “A” shares cinesi nell’indice MSCI Emerging salirà dal 2.55% al 4.1% con 189 inclusioni il 26 novembre. Una giornata un po’ strana per ritracciare, ma tant’è, i mercati asiatici prezzavano comunque nel breve un bel po’ di good news.

Dopo i record di ieri (anche lo Stoxx 600 ha chiuso ai massimi dal luglio 2015), il sentiment moderatamente consolidativo si è appropriato anche dei mercati europei. Le prese di beneficio hanno preso di mira in particolare il settore bancario, grazie alla temporanea stabilizzazione dei tassi, e dopo il +15% dell’ultimo mese.
Sul fronte macro, musica migliore anche in Eurozone con la bilancia commerciale tedesca di settembre assai meglio delle attese. Le esportazioni a +1.5% vs attese per +0.3% vedono anche la revisione del dato di agosto, che cede lo 0.9% invece che l’1.8%. Ancora più sorprendente il rimbalzo delle importazioni (+1.3% vs attese per 0.0% da +0.1% di agosto). Quindi segnali di vita sia dalla domanda interna che da quella globale, come per il dato cinese. Più in linea con le attese ma sempre in recupero la produzione industriale francese di settembre.
In generale, i dati di contabilità sembrano essere migliori delle survey di attività economica anche in Eurozone.
Nonostante le news, il tono è rimasto consolidativo sui mercati, con l’azionario in calo marginale, i bonds core a tratti in recupero, e stabilizzazione nei beni rifugio. Un capitolo a parte merita il BTP, protagonista di un’altra seduta volatile. L’allargamento dello spread di 10/12 bps delle ultime 2 sedute, occorso nonostante il rialzo dei rendimenti globali (che di solito risulta d’aiuto in relativo alla carta italiana) è figlio, a mio modo di vedere, di una commistione di fattori. Il deterioramento del quadro politico, con la cocente sconfitta in Umbria seguita dal pasticcio ILVA, forse non porterà a elezioni in tempi brevi (chi dei partiti al governo potrebbe desiderarle?) ma accentuerà i toni da campagna elettorale e complicherà l’approvazione della finanziaria. Il risvolto negativo dell’apertura della Germania all’unione bancaria è la richiesta di inserimento di un risk weighting per i titoli di stato, che porterebbe ad un maggior assorbimento di capitale e quindi potenziali smobilizzi dai book bancari.
Questi moderati fattori negativi sono andati ad impattare su un quadro tecnico recentemente mutato. Insieme con il sentiment nei confronti della carta italiana, in questi ultimi mesi è cambiato anche il positioning ,  ed è normale che catalyst anche modesti scatenino prese di beneficio. Inoltre  il movimento dei tassi globali ha riportato gradualmente il BTP 10 anni sopra la soglia dell’1%,  fornendo anche una sorta di trigger tecnico nei giorni scorsi. Così, nonostante la regolare tenuta dell’annunciato buyback (CTZ Nov20, BTP 0.45% Jun21, CCTeu Jun22 and CCTeu Jul23) i btp sono stati venduti aggressivamente durate tutta la  seduta, prima di rimbalzare nel finale in linea con il resto del reddito fisso.

Nel pomeriggio erano previsti dati macro di scarso livello (almeno così io considero la U. of Michigan confidence), ma ci ha pensato Trump, al solito, a creare un po’ di movimento dichiarando inizialmente che non esiste alcun accordo per far scendere i dazi, anche se i Cinesi lo vorrebbero, per poi aggiungere che potrebbe firmare un accordo nello Iowa, quindi in territorio USA.
*TRUMP SAYS U.S. HASN’T AGREED TO TARIFF ROLLBACK WITH CHINA
*TRUMP SAYS  HE WON’T FULLY ROLL BACK CHINA TARIFFS
*TRUMP SAYS CHINA WANTS TO MAKE A TRADE DEAL
*TRUMP SAYS HE PLANS TO SIGN ANY CHINA TRADE DEAL IN THE U.S.
*TRUMP SAYS HE COULD SIGN TRADE DEAL WITH XI IN IOWA

Nel breve, sembra che il margine di miglioramento delle aspettative sul trade sia scarso, e che il mercato debba trovare altrove l’ispirazione. Gli ultimi dati sembrano indicare che il quadro macro potrebbe raccogliere il testimone. Vedremo.

L’uscita delle headlines ha prodotto un po’ di risk aversion, finendo con l’imporre le prime – marginali – perdite all’azionario europeo dopo 5 sedute positive di seguito (Milano ha comunque chiuso con segno +). Coerentemente, i rendimenti hanno ritracciato (e la salita di quelli italiani si è attenuata). L’impatto però  si è progressivamente attenuato, tanto che al momento Wall Street oscilla attorno alla parità e non è chiaro dove ha intenzione di chiudere la settimana. Anche il petrolio, pesante tutta la  seduta si è al momento ripreso, mentre i metalli preziosi restano poco brillanti.
Per il momento, si può ipotizzare che i movimenti odierni non siano altro che un consolidamento al termine di una settimana che ha visto importanti rialzi di azionario globale, commodities e rendimenti.