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la solita indiscrezione del venerdì sera giunge a turbare una giornata tranquilla

Venerdì abbastanza tranquillo sui mercati, in considerazione di quanto bolle in pentola al momento (Incontro Cina – USA, Impeachment, tensioni sulla liquidità in $, Iran etc).
Ieri sera, ulteriori dettagli sulla vicenda che sta alimentando la messa sotto accusa di Trump hanno gravato un po’ sul mood. La trascrizione della denuncia dell’informatore che ha inguaiato il Presidente (recante l’indicazione che i funzionari della Casa bianca erano “assai turbati” dalla vicenda) e la registrazione di Trump che minaccia il denunciante trattandolo da spia e ricordandogli il trattamento riservato a quelli come lui ai “bei tempi”, pubblicata dal LA Times hanno impressionato il pubblico, anche se alla fine le novità di sostanza sono poche. Alla fine però la chiusura (-0.24%) è avvenuto lontano dai minimi.

La seduta asiatica ha avuto comunque un tono dimesso, se si eccettua il rimbalzo delle “A” shares, trainato da quello delle small caps. Considerando che Shanghai lascia sul terreno il 2.5% in settimana, e chiude il trimestre in calo più o meno di altrettanto, possiamo archiviare la teoria che le Autorità cospirano per arrivare al Congresso con il mercato frizzante. Va però notato che le “A” shares guadagnano il 17% da inizio anno, per cui non si può parlare di flop. Della significativa perdita di Tokyo, gran parte deriva da uno stacco dividendi e quel che resta dall’impatto dell’outlook di Micron, che ha pesato anche su Seul, a ricordare che la trade war ha un impatto sui piani aziendali che qualche tweet ottimista non può disperdere. Tra gli altri indici solo Sydney rimbalza.

L’apertura europea ha però visto la ricomparsa del mood costruttivo di ieri, con gli indici in crescente progresso, trainati dal Dax, che si gode l’€ debole.
Sul fronte macro, survey generalmente deboli a Settembre in EU. In italia il miglioramento della consumer confidence (un effetto del nuovo Governo?) è bilanciato da un inatteso affossamento della manufacturing confidence. A livello europeo gli indicatori di Economic, Business, e industrial confidence calano tutti mentre servizi e consumer confidence tengono ma i livelli sono bassi.

Trade War, global trade, Brexit continuano a premere sul sentiment in Eurozone. L’ultimo tema specifico sta naturalmente pesando soprattutto in patria, con l’indice manifatturiero -4.5 a 88.
Brutti anche io dati di consumer spending in Francia  ad Agosto.

Nondimeno, l’azionario ha tenuto botta, eventualmente anche perchè gli aggregati monetari e di credito pubblicati dall’ECB ieri non lasciano intendere un quadro così brutto per i prossimi mesi (e abbiamo anche lo stimolo che riparte, col QE etc).
Il sentiment construttivo ha imposto un altro dazio ai beni rifugio, con i preziosi ancora belli pesanti.
Sul fronte tassi, movimenti erratici più che altro, senza una direzionalità chiaramente distinguibile. L’asta BTP di fine mese ha visto buona domanda e tutti i titoli piazzati a prezzi sopra il secondario di 3/5 cents. Ottima  la domanda sul CCT, oltre il doppio del piazzato. Il range odierno del future sul BTP 10 anni è stato di appena 40 tick a dimostrazione di una volatilità in progressivo calo.

Lunedi dovrebbero uscire i primi dettagli della bozza del Budget 2020. Secondo indiscrezioni si punterà ad  un deficit del 2.2-2.3% del GDP, con una crescita prevista allo 0.5%. La Bozza dovrebbe evitare l’aumento dell’IVA e contenere sgravi fiscali per il lavoro, e misure per combattere l’evasione. Dovesse andare tutto liscio, si può forse puntare ad un ulteriore restringimento dello spread vs Bund e iberici?

Due parole sul petrolio, che ha sostanzialmente cancellato il balzo post attentato all’Aramco, in appena 9 sedute. Sicuramente la rapidità nel ripristino della produzione, le scorte e il quadro macro vi hanno contribuito. Ma, come osservato ai tempi, in un mercato caratterizzato da eccesso di capacità produttiva e contingentamenti è difficile produrre un effetto significativo con un fenomeno temporaneo, in particolare se la domanda non collabora.

Nel pomeriggio, altra carrellata di dati USA:
Fiacco il PCE deflator di agosto (1.4%), il dato core è uscito in linea con le attese a 1.8% non troppo lontano dal target FED. In linea il personal income di agosto ,a lo spending ha deluso. I Durable goods orders di agosto sono andati meglio delle attese, ma il dato depurato da trasporti e difesa in realtà è fiacco. In generale non è che la spesa, sia retail che capex, ne esca granchè.

Ma Wall street, nonostante qualche titubanza iniziale, ha preso la  via del rialzo e così l’azionario continentale ha chiuso ancora in rialzo, con l’Eurostoxx tornato a bussare alla resistenza in area 3550. Stabili le altre variabili, tolti oil e preziosi.

Tutti a casa? Macchè.

Sui media sono rimbalzate indiscrezioni che la  Casa bianca starebbe riflettendo sull’opportunità di limitare i flussi di portafoglio in uscita dagli USA verso la Cina. Le ipotesi allo studio sarebbero il delisting obbligato delle aziende cinesi in US, e limitazioni all’esposizione al mercato cinese per gli istituzionali. I meccanismi non sono ancora stati elaborati e il provvedimento è ancora allo stato di studio.
L’impatto sui flussi di investimento sarebbe molto forte, anche perchè la Cina farebbe sicuramente una rappresaglia e i flussi di investimenti in direzione contraria sono anche più grossi. La sola minaccia seria di un provvedimento del genere sarebbe una secchiata di acqua gelata sulle prospettive del meeting e presumibilmente fermerebbe all’istante tutti i segnali di buona volontà cinesi (acquisti di soia et similia).
Su queste belle news, Wall Street è passata in ribasso, accumulando un passivo di mezzo punto, significativo, ma non paragonabile a quanto succederebbe se le indiscrezioni prendessero corpo. In ogni caso titoli come Ali baba perdono oltre il 5% e treasury e oro hanno trovato un po’ di domanda, mentre il dollaro cede qualcosa (per il biglietto verde sarebbe un quadro assai negativo se i cinesi abbandonassero gli investimenti in US). In generale, il mercato, memore della vicenda della scorsa settimana (cancellazione delle visite in Montana da parte dei Cinesi) poi depotenziata, non sa bene cosa fare. Vedremo

Il sentiment comunque resta in generale assai difensivo. Bank of America Merrill Lynch ha pubblicato i flussi di investimento della scorsa settimana ed emerge che le uscite dai fondi equity (22 bln) collocano la settimana all’undicesimo posto per deflussi. Solo dai fondi US sono usciti 16.4 bln. Grossi flussi in entrata su Bonds (9.2 bln )  e oro (cosa che rende ancora più sospetto il recente calo sotto 1500$). Il tutto col mercato a 2% dai massimi. Lasciato un attimo tranquillo, il mercato azionario ha potenziale, a mio parere. Anche perchè le attese sugli utili non sono eccessive. Ma il newsflow resta agitato.