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La settimana delle Banche Centrali inizia con un tono costruttivo.

La settimana delle Banche Centrali inizia con toni moderatamente costruttivi sui mercati. A rendere centrale la politica monetaria nei prossimi giorni è l’abbondanza di appuntamenti rilevanti. Si comincia stasera, con gli “opening remarks” di Draghi alla cena di apertura del Forum di Sintra. Ma il discorso più atteso dovrebbe essere quello di domani alle 10, quando il Presidente ECB darà inizio ai lavori. Per Draghi è un occasione per ridefinire il messaggio del 6 giugno, che ha portato ad un ulteriore calo delle attese di inflazione (misurate dal 5 anni forward breakeven, e in generale rappresentate dal crash dei rendimenti Eurozone). Draghi parlerà ancora alle 16 in un panel con Carney.
Mercoledi abbiamo il FOMC, nel quale Powell è atteso da un compito altrettanto delicato: avallare o meno lo scenario prezzato dal mercato, che indica un 85% di probabilità di taglio al 31 luglio ( e un 20% di probabilità di taglio mercoledì stesso) e in generale almeno 80 bps di tagli nei prossimi 12 mesi. Una performance simile a quella del primo maggio potrebbe portare ad un bel repricing. Ma nel frattempo abbiamo avuto la testimonianza del 4 giugno (vedi commento di quel giorno ) che ha offerto un primo semaforo verde. I meeting della Bank oc England e della Bank of Japan, Giovedi, costituiscono, in questo contesto, appuntamenti minori.

In realtà l’avvio della seduta asiatica non è stato entusiasmante, con i principali indici compresi tra il -1.3% di Mumbai, e il +0.4% di Hong Kong, nella quale l’entusiasmo per la cancellazione del progetto di legge sull’estradizione, è parzialmente evaporato nel finale di seduta. Per il resto, solo Shanghai, le “H” shares e Taiwan hanno mostrato marginali guadagni.
Sul fronte trade, il Segretario di Stato USA Ross ha ribadito che il massimo che può emergere dal G-20 di Osaka è una ripresa ufficiale delle trattative. Trump ha messo il silenziatore allo smartphone di recente, e questo, insieme al rinvio del discorso del Vicepresidente Pence, viene interpretato come un segnale che la Casa bianca sta cercando di propiziare l’incontro tra Xi e Trump. Nel frattempo, 600 aziende USA hanno firmato una lettera indirizzata al presidente Donald Trump in cui esprimono le proprie preoccupazioni e chiedono formalmente al Presidente la rimozione dei dazi sui beni cinesi e di porre fine alla guerra commerciale. Nella lettera avvertono come i dazi imposti alla Cina danneggeranno l’economia e milioni di consumatori statunitensi e causeranno importanti perdite di posti di lavoro.

L’apertura europea ha visto un tono più costruttivo. Stamattina non c’erano dati di rilievo, al di fuori del debito pubblico italiano, salito di 14.5 bln ad aprile, e di 53 bln rispetto a un anno fà. La cosa non ha impedito al BTP di recuperare ancora terreno, in assoluto e nei confronti di un bund ancora un po’ shoccato dalle retail sales USA di maggio pubblicate venerdì.
Sul fronte cambi il Dollaro ha continuato a premere su € £ e yen, supportato dal newsflow relativo degli ultimi giorni (dati migliori in US vs attese di inflazione in picchiata in Eurozone, per dirne una).

Siamo così arrivati al primo pomeriggio, quando il tono delle survey in America è nuovamente cambiato.
La prima delle survey manifatturiere regionali di Giugno, l’Empire NY, che a maggio era stata anche la più forte, ha messo in scena un crollo che la ha portata a marcare il minimo dal 2016, nonchè il calo più forte della sua storia (-8.6 da precedente 17.8  e vs attese per 11). Debolezza anche nei sottoindici, con i new orders -21.7 a -12.  Si tratta di una serie volatile (vengono intervistate 200 aziende manifatturiere dello stato di NY), e il mercato di solito vi presta meno attenzione rispetto a distretti come Philadelphia, o Chicago. Ma l’entità del “miss” era tale che tassi e cambio non hanno potuto ignorarla. Il treasury ha cancellato il modesto rialzo dei rendimenti mostrato fin li, e il Dollaro ha invertito la marcia finendo in modesto calo contro l’€ e stabile contro lo Yen (la sterlina continua ad essere depressa da vicende specifiche). Meno ovvia la reazione dell’azionario, che, a 48 ore dal FOMC, vede di buon occhio qualche segnale di debolezza che ammorbidisca Powell.
Moderata delusione anche per la Confidence degli Homebuilders di giugno (64 da precedente 66 3 vs attese per 67), che però resta abbondantemente in territorio positivo.
La chiusura europea vede i principali indici in ordine sparso attorno alla parità, in evidente attesa degli eventi delle prossime ore, mentre l’S&P 500 continua la sua battaglia personale con quota 2.900, che ne ha contenuto le chiusure per tutta la settimana scorsa (l’indice vi aveva lavorato sopra nel durante sia lunedì che martedì). L’incombere dei discorsi di Draghi ha temperato il rimbalzo dell’€ post Empire, e dato ulteriore slancio al BTP, mentre il Bund e gli altri periferici hanno continuato a vedere prese di beneficio.

Detto degli eventi di politica monetaria, il resto della settimana prevede, sul fronte macro, domani i prezzi delle case cinesi di maggio, lo Zew tedesco di giugno, e i nuovi cantieri di maggio in US. Giovedi abbiamo in US il Philly Fed, e Venerdi chiudiamo alla grande con i PMI flash di giugno nelle principali economie. Sul fronte politico abbiamo domani il secondo ballottaggio per il Leader conservatore in UK, e Giovedì inizia a Bruxelles una 2 giorni per discutere delle nomine alla Commissione EU e all’ECB.