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La politica continua a gravare sugli asset europei.

Clima ancora incerto in Asia, nella seduta conclusiva della settimana. Sebbene Wall Street ieri sera abbia ritracciato gran parte del calo avvenuto sulla notizia della cancellazione del meeting tra Trump e Kim, il  passo indietro sul fronte geopolitico continua ad infastidire il sentiment nell’area asiatica. La dichiarazione del vice Ministro degli Esteri Coreano che Pyongyang resta disponibile ad incontrare gli  USA non ha sortito  effetti particolari. Sul fonte trade, Xhinua ha riportato che il  Segretario al  Commercio Ross visiterà la  Cina a inizio Giugno, ma senza dare altri dettagli.
I principali indici si sono quindi mossi in ordine sparso, registrando variazioni moderatamente negative ad eccezione di Mumbai, che ha festeggiato il quarto calo a fila  del  prezzo del  petrolio.

All’apertura della seduta europea, gli indici hanno inizialmente fattorizzato il  rimbalzo di Wall Street nella seconda parte di seduta di ieri. Ma a causa dell’apparente procrastinarsi del braccio di ferro sui Ministri tra la coalizione Giallo-Verde e Mattarella, lo spread BTP Bund ha rapidamente iniziato a flirtare con 200 basis points, il che ha frenato Piazza Affari e ottenuti l’effetto consueto sul settore  bancario, a iniziare dagli istituti italiani, che non godono certo delle simpatie della nuova compagine, come si nota anche da uno dei primi propositi di Conte (restituire i soldi agli obbligazionisti coinvolti nei bail in).

A interrompere il  flusso di cattive notizie europee, ci ha provato l’IFO tedesco di maggio. Diversamente dai PMI pubblicati martedì, la survey  è rimasta stabile a 102.2 grazie a un rimbalzo della componente coincidente, e ciò ha attenuato la recente percezione di perdita di momentum del ciclo Eurozone. Il dato sembra confermare che il  quadro domestico tiene, e  la  debolezza è  più di origine esterna,  un messaggio analogo a quello fornito dal report sul GDP del  primo trimestre pubblicato  ieri. L’IFO ha un campione assai superiore al PMI (oltre 7.000 aziende contro poche centinaia). E’ quindi più affidabile ma meno rapido a cogliere le nuove tendenze.

Le news hanno dato un po di supporto al  mercati,  in particolare al Dax, ed anche l’€ ne ha tratto un temporaneo beneficio. Il  picco del sentiment si è  avuto a mezzogiorno,  quando anche il quadro politico spagnolo ha cominciato a ingarbugliarsi significativamente. Si è appreso che i Ciudadanos avrebbero intenzione di supportare la mozione di sfiducia presentata dai Socialisti contro il Governo Rajoy, nel caso  il Premier si rifiuti di indire elezioni anticipate. La comprensibile debolezza di azioni e obbligazioni spagnole è andata a combinarsi con quella degli asset italiani.

Ma il vero calvario per i titoli di  stato italiani è iniziato nel primo pomeriggio,  quando hanno iniziato a circolare sui mercati rumours (rimasti poi senza conferma) che Conte si sarebbe presentato al  Quirinale con la proposta di Savona per il Ministero dell’Economia, e la minaccia di far saltare il tavolo in caso di rifiuto.
La parte breve della curva BTP è stata investita da un ondata di flussi di vendita (per lo più di provenienza estera,  e da operatori levereggiati,  secondo  quanto riportato da alcuni operatori) e il rendimento del 2 anni a tratti ha sfiorato un rialzo di 40 basis points, mentre sul 10 anni lo spread ha superato i 215 basis points. Pesante la reazione di Piazza affari (con l’indice sospeso per alcuni istanti intorno alle 15.30 ), mentre l’azionario europeo è passato in negativo, e l’€ ha fatto segnare i minimi da oltre 6 mesi, a 1.1650.

A metà pomeriggio, complice una Wall Street poco incline a farsi contagiare dalla volatilità, i mercati hanno ritrovato compostezza. Sull’obbligazionario italiano sono comparse un po’ di ricoperture da fine settimana, e i rendimenti hanno ritracciato  parzialmente, anche se la tendenza della curva ad appiattirsi, tipico  segnale  di stress dei mercati obbligazionari, è rimasta (in chiusura il rendimento del 2 anni sale di 19 bps a 0.44% mentre quello del 10 anni sale di 6 al 2.44% – vedi nel grafico i rialzi dei rendimenti sulla curva italiana occorsi da venerdi scorso).

Recupero anche per l’azionario anche se le perdite di Milano e Madrid si attestano comunque intorno all’1.5%, e   tra gli altri indici solo il  Dax, supportato dal calo dell’€, mostra un progresso.
Wall Street, dal canto suo, oscilla  poco sotto la  parità, infastidita dalla forza del $,  ma supportata da quadro macro. Anche oggi i Durable  goods orders di aprile hanno mostrato un accelerazione degli investimenti.  Il  dato headline è stato depresso dal calo della volatile componente degli aereomobili, ma il dato depurato dai trasporti è solido. Trump è poi tornato sulla questione Nordcoreana, dichiarando che forse il summit del 12 giugno non è del tutto morto. Ma cambia idea cosi spesso che è difficile dar peso a queste ultime news.

Gli avvenimenti dell’ultima settimana hanno complicato un po’ il quadro per l’azionario europeo. L’Eurostoxx veniva da 8 settimane di rialzo a fila, aveva ouperformato significativamente i mercati USA ed era vicino al test dei massimi. Gli ultimi dati hanno messo in discussione la tenuta dello scenario macro (vedi grafico dei PMI composite in fondo al pezzo), e le vicende politiche italiane hanno prodotto un vistoso deterioramento della price action sugli asset nazionali. Finora la reazione del mercato è stata abbastanza composta, in relazione alla portata degli eventi, ma un’ ulteriore correzione non è da escludere, in particolare se l’attuale consolidamento a Wall Street dovesse continuare. In questo contesto, l’€ può essere una valvola di sfogo. I dubbi sul ciclo e le vicende italiane hanno fatto si che la curva monetaria prezzi il primo rialzo solo nel 2020. Il positioning degli investitori sulla divisa unica si è un po’ ridimensionato ma resta vicino ai massimi. Un ulteriore indebolimento è sicuramente un fattore a supporto dei profitti delle aziende europee. Ma l’earning season è lontana.

Riguardo la situazione italiana, le ultime news sono che la lista dei Ministri potrebbe essere resa pubblica Domenica. Ma il prolungarsi dell’attesa è sintomo di difficoltà, e, a mio modo di vedere, la probabilità di una rottura delle trattative non è trascurabile.