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La nuova mutazione del Covid diffusasi in UK viene a turbare il sentiment natalizio sui mercati

Week end piuttosto movimentato, quello passato.
Intanto, venerdì sera Wall Street a mezz’ora dalla chiusura cedeva quasi un punto percentuale, ma un violento colpo di reni ha portato la perdita ad un mero -0.35% nei minuti finali. Tra i catalyst indicati per questo brusco recupero, la decisione della FED di permettere nuovamente i buyback azionari alle banche americane, che ha prodotto un rimbalzo del settore. Vi è stata poi la fase finale delle contrattazioni su  Tesla, che ha visto il titolo passare da -5% a +6% nello spazio di 10 minuti, chiudendo con un asta finale da 65 milioni di pezzi al prezzo record di 695$, per una capitalizzazione di 658 bln. L’impressione è che alcuni fondi indicizzati siano stati scientifici nello scegliere il prezzo di chiusura di venerdì per entrare sul titolo.

Il fine settimana doveva dare soluzione a 2 questioni che avevano tenuto banco nelle ultime settimane. L’accordo sulla Brexit, e il piano di stimolo fiscale negli USA. Ma l’evento che domina l’inizio della settimana sui mercati era inatteso. In UK è stata individuata una nuova mutazione del virus Covid, che lo renderebbe del 70% più contagioso, anche se non vi sono indizi che la forma abbia una sintomatologia più letale. Pazienti infetti di questa variante sarebbero stati trovati principalmente a Londra e nel Kent. Il Governo inglese ha immediatamente istituito lockdown nelle zone colpite, un “tier 4” appositamente elaborato, di entità massima da marzo scorso, per cercare di contenere questa nuova forma. E gran parte dei paesi ha bloccato voli e trasporti dalla Gran Bretagna, per contenere il rischio di importare la nuova mutazione. La Francia ha addirittura bloccato l’Eurotunnell, e nei porti chiusi si accumulano le mercanzie, divenute impossibili da spedire. la gran bretagna rischia un serio problema di approvvigionamenti nei prossimi giorni.
La domanda sulla bocca di tutti è: questa nuova mutazione rende il virus resistente ai vaccini o no?
Al momento gli scienziati sembrano abbastanza concordi nel dire che la protezione dei vaccini dovrebbe risultare efficace anche per questa variante (EUROPEAN MEDICINES AGENCY SAYS VERY LIKELY PFIZER VACCINE WILL PROTECT AGAINST NEW VARIANT), anche se il WHO ha dichiarato che per valutarlo potrebbe servire più di una settimana.  A questo link una trattazione delle caratteristiche di questa nuova mutazione.

Al di la della sintomatologia, e dell’efficacia dei vaccini, la scoperta della nuova mutazione porta però 2 rischi:
1) la maggiore infettività potrebbe fare si che il raggiungimento di un immunità di gregge richieda la vaccinazione di una percentuale della popolazione superiore a quanto stimato finora (65%-70%), con inevitabile ritardo nella normalizzazione.
2) la facilità a mutare del virus aumenta la probabilità che si trasformi in un influenza stagionale, tale da richiedere un vaccino all’anno.

Sul fronte Brexit, è finita come al solito. In altre parole, l’ennesima deadline (imposta però dal parlamento Europeo) è stata violata senza che le parti si siano accordate. Permangono forti disaccordi sui territori di pesca, ma anche su altre questioni. Le negoziazioni dovrebbero continuare in settimana, per quanto la nuova emergenza Covid lo permette. Ovviamente questo ennesimo rinvia ha accentuato l’impatto sugli asset inglesi ed EU della questione di cui sopra.

Viceversa, sullo stimolo fiscale USA è infine arrivata fumata bianca. E’ stato trovato un accordo su un pacchetto da 900 bln $ contenente estensione dei sussidi alla disoccupazione (300$ a settimana), rifinanziamento del Paycheck Protection Program, e assegni da 600$ una tantum a tutti gli americani, bambini compresi, con redditi inferiori a 75.000$ o 150.000 per nucleo familiare. Il tutto contenuto in un provvedimento che rifinanzia anche altre attività, nonchè l’amministrazione fino a settembre 2021. L’approvazione dovrebbe avvenire oggi, insieme con una resolution che evita lo shutdown fino all’entrata in vigore del piano.
Il fatto che l’accordo sia riuscito nel periodo di transizione, con i ballottaggi in geogia, eTrump che rifiuta di dichiararsi sconfitto e lancia in giro cause, e dopo che i negoziati erano rimasti in stallo per un trimestre, è una cosa abbastanza eccezionale. Ma era anche necessario, per evitare che la scadenza dei sussidi straordinari e l’esaurimento dei fondi del PPP facesse crollare lo stimolo fiscale.
Ciò detto, francamente non capisco l’utilità degli assegni una tantum. In questo momento reddito disponibile degli americani è ancora in crescita di oltre il 5% anno su anno. Le retail sales sono ancora, nonostante il calo di novembre, oltre il 4% sopra i livelli di un anno fa. Se il passato è una guida, la maggior parte di questo sussidio finirà in borsa (presumibilmente a comprare un azione tesla, se questa farà la cortesia di calare del 10%). Perchè una mossa così assurdamente populista? Non sarebbe stato meglio integrare i sussidi, o mandare soldi agli stati (cosa che non mi pare faccia parte del pacchetto), con i 165 bln dedicati a questa misura? Questa scelta rafforza la mia impressione che le autorità abbiano definitivamente messo in soffitta il concetto di moral hazard, e che quindi, se non avremo un evento in grado di minare normalizzazione, crescita  e aumento degli utili l’anno prossimo, è probabile una price action da bolla.

La seduta odierna è iniziata con un tono sorprendentemente resiliente in Asia, visto il contesto. A trainare il gruppo, le “A” shares cinesi, dopo che venerdì sera, da un meeting nell’ambito della  Central Economic Work Conference, è emerso che l autorità continueranno a supportare la ripresa ed eviteranno bruschi cambi di politica ( link ). In generale l’area si sente poco minacciata dalla nuova mutazione, vista l’entità dei focolai riportati nei principali paesi (India esclusa, che infatti ha patito). Sul fronte macro, continuano i segnali positivi. Le esportazioni coreane dei primi 20 giorni di Dicembre hanno riportato, una volta aggiustate per i giorni lavorativi, un incremento del 4.5% anno su anno, da +6.1% di Novembre.

La faccenda ha cominciato a scricchiolare assai di più all’apertura europea, visto che il vecchio continente è di gran lunga il più impattato dal nuovo focolaio in UK, e relativi disturbi all’attività economica. Gli indici hanno aperto in forte ribasso, con banche e ciclici a guidare la ritirata, e hanno rapidamente accumulato perdite per oltre 3 punti percentuali ( Eurostoxx 50). Sui cambi, comprensibilmente massacrata la Sterlina, penalizzata anche dall’ennesimo rinvio sul Deal brexit. Anche l’€ ovviamente ha patito, arrivando a perdere quasi un punto percentuale. In forte calo i rendimenti core Europe, mentre per la periferia è stata una mattinata volatile, ma priva di direzione, con gli spread ad allargare a causa della performance del bund. Pesantissimo il petrolio, e in calo i metalli industriali, mentre i preziosi hanno avuto un ottimo inizio, ma poi qualcuno deve essersi ricordato della loro performance nell’ epicentro della crisi a marzo, e sono stati pesantemente venduti.
La risk aversion ha raggiunto il livello massimo in tarda mattinata, dopodichè si è assistito ad una stabilizzazione, sia pure su livelli assai sacrificati. Meglio è andata sui tassi e cambi dove l’iniziale movimento è stato in gran parte ritracciato.
Nel primo pomeriggio, in assenza di dati rilevanti, anche Wall Street si è fatta coinvolgere dalla risk aversion, arrivando a perdere quasi il 2%. Ma successivamente è partito un rimbalzo, trainato dal settore bancario, che ancora doveva prezzare appieno le notizie di venerdì. E naturalmente c’era da fattorizzare anche una parte residuale dell’accordo fiscale, con la chiara percezione che una parte del 165 bln dedicati agli assegni finanzierà ancora acquisti in borsa.
La chiusura europea vede naturalmente grossi cedimenti per gli indici, ma, commodities e Sterlina a parte, il resto degli effetti si è in gran parte riassorbito. La divisa unica al momento cede meno di un quarto di punto, e i tassi sono quasi stabili, a confermare che a questi livelli la capacità dei bonds di fungere da hedge è ridotta.

L’incertezza legata alla diffusione della nuova mutazione giunge in una fase critica, con sentiment e positioning alle stelle, e i mercati che approcciano un periodo di scarsa liquidità che tenderà ad amplificare l’impatto delle news. Detto questo, dovessimo nei prossimi giorni ricevere conferma che l’efficacia dei vaccini non viene alterata, il quadro per il 2021 non dovrebbe modificarsi troppo. La fase di volatilità si configurerà come una salutare correzione degli eccessi, personalmente a lungo attesa.
Sul fronte Brexit, continuo ad attendermi una soluzione in extremis. in assenza, potrebbe avvenire come ha suggerito oggi il Primo Ministro scozzese Sturgeon. Un estensione del periodo di transizione, motivata dall’insorgere della nuova crisi. Mi pare la soluzione più sensata.