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La Fed taglia i tassi per la prima volta dal 2008.

La giornata del FOMC più atteso dell’anno è iniziata con un mood un po’ migliore rispetto a ieri sera.
Certo, l’Asia aveva da fare un po’ di catch up con il deterioramento del sentiment occorso ieri. E a pesare sugli indici, in particolare a Hong Kong, Tokyo e Seul, sono intervenute trimestrali del tech poco esaltanti (vedi Samsung). In generale, comunque, tolto Hong Kong, sempre zavorrato dai problemi politici, il resto degli indici si è tenuto ben lontano dalle sonore perdite europee di ieri.

Sul fronte macro, faro sui PMI ufficiali cinesi di luglio. La buona notizia è che quello manifatturiero è migliorato più delle attese (49.7 da prec 49.4 e vs stima 49.6), una forza rispecchiata nei sottoindici (buono in particolare il dato sulla produzione). Resta il fatto che il numero segnala ancora contrazione, e che il miglioramento è concentrato nelle grosse aziende, mentre per quelle di medie e piccole dimensioni sono restate sui valori di giugno. Inoltre, il settore servizi ha moderatamente rallentato (53.7 da prec 54.2 e vs attese per 54). Domani vedremo se i PMI calcolati da Markit, solitamente più volatili, danno un messaggio diverso.

La stabilizzazione del sentiment si è notata leggermente di più all’apertura europea.
Intanto, ieri sera la temuta discesa di Wall Street non c’è stata: l’S&P ha chiuso a -0.27%. Inoltre, La trimestrale di Apple è stata accolta bene, in aftermarket, il che ha dato un po’ di supporto al Nasdaq. Infine, le scarne notizie uscite dal summit USA – Cina a Shanghai, terminato a tempo di record, non sono state particolarmente entusiasmanti (non erano certo quelle le attese), ma nemmeno in linea con i toni di Trump ieri sera. Non vi sono stati comunicati stampa congiunti, ma le indiscrezioni hanno comunque parlato da entrambe le parti di un clima costruttivo e di un accordo per la ripresa di acquisti di derrate agricole USA da parte della Cina (una circostanza confermata successivamente dalla Casa Bianca).
L’omnipresente Hu Xijin, caporedattore del Global Times, ha aggiunto che, “in base a quanto gli risulta”, gli USA si sono impegnati a facilitare gli acquisti agricoli cinesi, le controparti si rivedranno in settembre (notizia confermata) e in agosto vi saranno ferventi colloqui per preparare il summit “quindi l’esito è positivo”.
Peraltro, gli asset europei non sono andati oltre una stabilizzazione, entrando poi rapidamente in quel tipo di price action erratica che precede i grandi eventi.

In attesa del FOMC, la mattinata europea era abbastanza piena di dati:
** Le retail sales tedesche di giugno hanno sorpreso in positivo (+ 3.5% da prec -1.7% e vs attese per +0.5%). Questo riporta marginalmente in positivo la traiettoria della serie nel secondo trimestre, anche se si tratta di una serie piuttosto volatile, e soggetta a revisioni (maggio era originariamente indicato a -0.6%)
** Il GDP Eurozone del secondo trimestre è uscito su per giù in linea con le attese. Un bel rallentamento dal +0.4% del primo trimestre, ma il quarto trimestre del 2018 è stato rivisto a sua volta a +0.2% (da + 0.1%), il che spiega il +1.1% anno su anno vs l’atteso +1%. Purtroppo le ultime survey non lasciano intendere alcuna accelerazione per il momento.
** L’inflazione EU resta debole. Il CPI flash core Eurozone di luglio ha rallentato più delle attese (0.9% da 1.1% vs attese per 1%).
** Il GDP italiano del secondo semestre è uscito invariato sia trimestre su trimestre che anno su anno, un livello che comunque è leggermente migliore delle attese che erano per un calo di 0.1%. Buono il dato di disoccupazione (-0.1 a 9.7%), ai minimi dal 2012, ma il calo dipende interamente dalla discesa della forza lavoro, mentre i nuovi occupati sono calati di 6.000 unità.

Nel primo pomeriggio, l’ADP survey di luglio, anticipazione del labour market di venerdì, non ha prodotto shock particolari, uscendo grossomodo in linea con le attese (156.000 nuovi occupati, da 112.000 di giugno e vs attese per 150.000). Decisamente peggio il Chicago PMI (44.4 da prec 49.7 e vs attese per 51) a indicare forse una particolare difficoltà del settore automobilistico, particolarmente significativo per il distretto.
Diversamente da Giugno, caratterizzato da una debolezza diffusa, Luglio, a livello di survey manifatturiere regionali USA, è risultato assai contrastato, con NY (+12.9 punti a 4.30) Philadelphia (+21.5 a 21.8) e Dallas (+5.8 a -6.3) in significativo recupero, e Richmond (-14 a -12), Kansas, Milwakee e Chicago in calo.


Vedremo domani l’ISM a chi darà ragione, ma in generale il manifatturiero resta un punto a favore del taglio dei tassi.

Coerentemente con quanto detto sopra sulla price action pre grandi eventi, Wall Street non è stata in grado di prendere una direzione. Così l’azionario europeo ha chiuso con recuperi marginali. Londra ha pagato il promo giorno di recupero della Sterlina. Per il resto, le sistemazioni pre FOMC hanno penalizzato l’€, e hanno visto un generale calo dei rendimenti, con il Bund a segnare il nuovo minimo storico a -0.44%.

Alle 20, l’azione. Il Fomc ha optato per tagliare i tassi di 25 bps come atteso. La mossa è stata giustificata con i rischi imposti alle prospettive macro dagli sviluppi internazionali, e con la debolezza del quadro inflattivo. Piccola sorpresa, i membri dissenzienti che avrebbero preferito lasciare i tassi invariati, sono stati 2, George e Rosengren. La normalizzazione del bilncio Fed verrà arrestata in agosto. Nello Statement non vi sono indicazioni specifiche che vi saranno altri tagli, ma si accenna al fatto che il quadro resta incerto.
In generale un outcome leggermente meno accomodante delle attese, non tanto perchè non hanno tagliato di 50 (pochi se lo attendevano) ma per i 2 dissensi.

Nella Conference Powell ha elaborato il concetto che l’economia USA sta performando bene, ma alcuni sviluppi (trade, debolezza investimenti e manifatturiero, basse pressioni inflattive) hanno fatto si che il livello di tassi che il Committee giudicava adatto a supportare il ciclo si abbassasse.
Peraltro, a fronte della domanda se 25 bps sono sufficienti, Powell ha osservato che il FOMC non ha fatto solo quello ma ha cambiato anche la direzione della politica e gli effetti si sono visti.
Questo ha evidentemente rafforzato lnegli inestitori l’impressione che il FOMC sia soddisfatto di quanto ha fatto e che ulteriori mosse seguiranno al bisogno, ma non sono garantite.
Così i mercati, che erano rimasti abbastanza fermi dopo lo statement, stanno abbracciando con maggior forza lo scenario “hawkish” e mostrano delusione : Wall Street perde 0.8%, e il $ è salito a 1.1085 vs €.