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Inatteso rimbalzo del sentiment. Nasdaq ai massimi storici

Inatteso rimbalzo del sentiment sin dalla seduta asiatica.
Apparentemente, il catalyst sarebbe costituito da un pezzo di Bloomberg, in cui si fa un vago riferimento alla possibilità di ripresa di un dialogo tra USA e Cina. Un pretesto, a mio  modo di vedere, visto la tenuità delle argomentazioni. Oltretutto la smentita, comparsa poco dopo l’apertura europea ( *CHINA, U.S. NOT IN TOUCH FOR RENEWING TRADE TALKS: MOFCOM ) non ha avuto che un lieve ed effimero impatto sul sentiment.
L’impressione personale è che, superato lo shock dell’annuncio,  gli investitori abbiano realizzato che la pubblicazione della lista dei dazi non è che la conseguenza di quanto annunciato da Trump a metà giugno. In quanto tale, non costituisce una significativa modifica del quadro, che per altro resta assai incerto.
Shanghai, che ha recuperato più di quanto lasciato sul campo ieri, si è anche avvantaggiata del brusco rimbalzo di ZTE (+25%), che ha siglato un accordo con il Dipartimento del  Commercio US che gli permetterebbe di ricominciare a fare affari con le  aziende US (previo versamento di 400 mln in un conto segregato). A ben vedere, si tratta in effetti di un segnale positivo sul  fronte riapertura negoziazioni , anche se una soluzione era almeno in parte attesa. Meno attenzione ha destato la notizia che il Senato US ha approvato una mozione mirata ad attribuire al Congresso un maggior controllo sulla determinazione di dazi motivato da sicurezza nazionale. Le  probabilità che la  mozione passi alla House of Reps sono ridotte, ma è  comunque un sintomo di nervosismo del  Congresso per la  tattica aggressiva della Casa Bianca sul  trade. Considerando che l’impatto delle rappresaglie cinesi si rafforzerà nelle prossime settimane,  è  possibile  che i segnali di insofferenza del  Congresso si amplifichino. A tale  proposito, è  interessante notare che BMW ha annunciato il possibile  spostamento della produzione di SUV via dalla North Carolina, per  evitare l’imposizione di dazi da parte della Cina, importante mercato di sbocco per l’azienda bavarese. Secondo il pezzo, BMW occupa 10.000 lavoratori in South Carolina. Chissà che felicità, per i Congressmen eletti dallo Stato della east coast al Congresso.

Gli altri principali indici asiatici hanno seguito le “A” shares con minore entusiasmo. Tokyo si è  avvantaggiata della debolezza dello Yen che ha superato quota 112 vs $. Apparentemente, al movimento ha contribuito un rinnovato appetito dei risparmiatori giapponesi per l’azionario internazionale.

In considerazione di questo mood positivo, la price action dell’azionario europeo in mattinata è stata francamente deludente. Il rimbalzo iniziale è evaporato  quasi subito e gli indici hanno stentato a rimanere positivi durante le prime ore di contrattazione, zavorrati da un sistema bancario europeo che è tornato pesante. Contro l’azionario continentale può aver giocato un po’  l’incertezza riguardo l’outcome del meeting sulla Nato, con il circolare di indiscrezioni,  poi smentite, che Trump avrebbe minacciato un uscita degli USA dall’alleanza. Un altro catalyst negativo può essere costituito dall’estrema debolezza degli asset turchi (divisa in primis), in conseguenza del fatto che Erdogan continua ad aumentare l’influenza del suo entourage sulle istituzioni .
Sul fronte macro, il dato di produzione industriale europea di maggio ha confermato il recupero che si intuiva dai dati nazionali, sorprendendo marginalmente in positivo un consenso che la vedeva salire di 1.2% (1.3% la variazione da un aprile a -0.8% rivisto al rialzo di 0.1%). Diciamo che anche sui dati consuntivi si comincia a notare una stabilizzazione dopo la debolezza dei mesi scorsi.
Ma l’attenzione oggi era rivolta al CPI US di giugno, alla ricerca di segnali di surriscaldamento dei prezzi in America.
Nossignore. Nonostante i segnali derivanti dai sottoindici dei prezzi nelle survey, e la  Underlying inflation gauge NY Fed, i prezzi continuano a tenere un comportamento composto, e il  dato  di giugno (2.9% headline  e 2.3% core) risulta solo in linea con le  attese,  grazie ad un arrotondamento per eccesso. In generale, nulla che forzi la mano alla FED.

Incassate le news, Wall Street ha intrapreso la via del rialzo, e la  sua forza ha contagiato un po’ le borse europee, che hanno chiuso sui massimi, recuperando la metà di quanto perso ieri, più o meno.
Il risk appetite europeo non è stato sufficiente a indebolire i bonds core, che chiudono coi rendimenti in marginale calo. Un asta btp assai ben coperta, in particolare sulle scadenze più brevi, ha offerto supporto alla carta italiana, che chiude la  seduta con significativi cali di rendimento e di spread.
Il quadro tecnico sul BTP future 10 anni si fa interessante. Il contratto è andato incuneandosi in un triangolo e il recente calo della volatilità lascia intendere che a breve dovremmo avere una svolta  direzionale di qualche tipo.


L’insistenza con cui il  contrato batte contro la resistenza in area 128  lascerebbe intendere una rottura rialzista. Vedremo.
Altrettanto interessanti gli sviluppi tecnici a Wall Street. Nonostante la ripresa delle tensioni commerciali, gli indici sono rapidamente tornati ad aggredire le resistenze. Il Nasdaq 100 sta segnando proprio oggi i nuovi massimi storici, ed una chiusura su questi livelli configurerebbe un breakout.

L’S&P 500 è tornato a contatto con il livello di 2800,  ed un test sembra nelle carte.

Il fatto che questi test avvengano con un contesto geopolitico cosi tumultuoso è da considerare un fattore positivo, a  mio modo  di vedere.