Seleziona una pagina

Il Covid deprime il Sentiment in EU. La Fed medita di accelerare.

Riprendo a commentare dopo 2 giorni, ed effettivamente gli argomenti non mancano:
1) I dati macro hanno continuato a uscire sul robusto, come si nota dai PMI flash di Novembre ieri dove abbonda il verde in Eurozone (per la prima volta da da 3 mesi)


Bene anche gli USA nel manifatturiero mentre i servizi rallentano un po’,  da livelli elevati, ma a giudicare dagli altri dati non sembra davvero che negli USA ci sia un problema di attività.  Discreto anche UK e infine in accelerazioen il Giappone, pubblicato oggi.

2) Purtroppo, l’accelerazione della nuova ondata Covid rischia di rendere un po’ “old news” questi numeri. Infatti le robuste salite di casi stanno producendo sempre più  insistenti misure contenitive nei paesi più  colpiti, e lasciano intendere che i temuti lockdown, che sembravano ormai memoria  del  passato,  potrebbero avere un rientro, magari non in grande stile, ma non di entità  trascurabile.

Quello che sta emergendo è che, complice un calo dell’efficacia dei  vaccini contro le infezioni (non contro ospedalizzazioni e decessi, per fortuna), accentuato  dal  clima,  il  quadro dei contagi risulta  parecchio peggiore delle attese, e non è da  escludere che i destini di Austria e Olanda possano essere seguiti da altri paesi (la Germania è  già  sulla strada). Le esperienze di UK e USA non lasciano affatto tranquilli. E’ vero che i vaccini proteggono dalla  sintomatologia severa.  Ma ovviamente esiste un residuo di fragili a cui si aggiungono i non vaccinati. E così già i numeri di ospedalizzati stanno crescendo, e i decessi iniziano ad aumentare.

E’  chiaro che si tratta di una situazione difficile da accettare politicamente, ed ecco che ricompaiono le misure in Austria e Olanda, e in Germania si riflette attivamente. E’ evidente che queste misure un peso sul  ciclo,  sia pure moderato lo dovrebbero avere. E anche se alcuni Governi dovessero resistere alla tentazione, l’impatto ci sarà perchè gli strati più  “risk adverse” della popolazione ridurranno la circolazione e le  attività. Una dimostrazione ce ha ha data il  GDP USA del terzo trimestre (2.1% anno su anno vedi sotto). Detto questo, sembra improbabile che all’effetto (lievemente) depressivo sul ciclo se ne aggiungerà uno uguale sull’inflazione. Questo perchè all’impatto  sulla  domanda, se ne aggiunge uno potenzialmente anche più accentuato sull’offerta (vedi un ulteriore riduzione della forza  lavoro che renda più tirato  il mercato) col  risultato che le pressioni sui prezzi non caleranno (se non magari sui carburanti).

3) il che ci porta al terzo argomento, ovvero le crescenti attese di inasprimento della politica monetaria.  Negli ultimi  giorni si moltiplicano i segnali che le  principali banche centrali (a cominciare dalla  FED) stanno diventando più impazienti di inasprire le  stance. Tra  l’altro Powell è  stato infine confermato, ma ha promesso a Biden che si focalizzerà sull’inflazione.
Questo ha portato i mercati a scontare un anticipo dei rialzi con impatto sui rendimenti e, attraverso un rientro delle attese di inflazione (prese di beneficio sui breakeven, perchè  le banche centrali vigilano di più)  una nuova impennata dei tassi reali.

Ciò ha contribuito, insieme alle news Covid, a portare un po’ di volatilità  sull’azionario, in particolare in Eurozone, pietra dello scandalo, mentre in US il tema sembra meno sentito, e così le borse sono più  resilienti, e il  Dollaro, aiutato dal  differenziale tassi, spadroneggia sui mercati. Non a caso l’Eurostoxx 50 ha messo a segno 5 sedute di calo di seguito (6 con oggi) mentre l’S&P 500 ha interrotto ieri la serie a 2, salendo marginalmente (+0.17%).

Venendo a oggi (ricordo che questa è una settimana semifestiva per la presenza del  Ringraziamento in US domani) la seduta asiatica stamattina ha avuto  un tono sobrio, con solo Hong Kong, le “A” shares cinesi, e Jakarta a mostrare marginali guadagni. Male Tokyo (ieri chiusa) che ha ceduto marcatamente nonostante uno Yen debole. Difficile capire il motivo. Tradizionalmente è un paese in cui le aziende faticano a trasferire sui prezzi l’aummento dei costi,  ma questo è un tema di lungo periodo. Cali tra il moderato e il marginale  per le “H” shares cinesi, Taiwan, Seul, Mumbai e Sydney.

L’apertura europea ha visto gli indici rapidi ad accumulare un ribasso,  sempre innervositi dal newsflow sul  Covid, con l’Olanda ad annunciare nuove misure di distanziamento. Un accelerazione al  ribasso è  stata favorita dalla notizia che la Germania sta considerando un nuovo lockdown “full” e obbligo  di vaccini ( link ).
A metà mattina l’IFO tedesco di Novembre non ha confermato la sorpresa  positiva per il paese dai PMI di ieri,  continuando la  discesa (96.5 da prec 97.7 e vs stime per 96.7).  Il calo è leggermente più presente sulle expectations (94.2 d aprec 95.4 e vs stime per 94.6) mentre la situazione contingente (99 da prec 100.1) è  risultata in linea con le  stime. L’IFO è una survey più vasta (9000 aziende contro le  poche centinaia del PMI) e come tale più  accurata ma anche meno sensibile alle inversioni di tendenza. Detto  questo, l’ outcome sembra più  in linea con una economia tedesca alle prese con Covid, rallentamento cinese e difficoltà  di approvvigionamento.
L’accoppiata Covid measures +  IFO ha depresso ulteriormente la divisa unica, arrivata a ridosso di 1.12 vs $. Non così i tassi, che hanno continuato a salire sulle parti lunghe delle curve e a prezzare un “risveglio” dell’ECB, con i tassi reali in ulteriore avanzata.

Nel  pomeriggio in US era prevista una marea di dati, molti dei quali anticipati dai giorni prossimi per via della festività.
il  tono resta abbastanza upbeat,  i particolare per i claims,  che sono improvvisamente crollati sotto i 200.000, minimo dal 1969,  anche se ci deve essere lo zampino della destagionalizzazione del Thaksgiving.

Il GDP Usa è stato  rivisto al rialzo meno delle attese, ma  dai dettagli e dal personal spending di Ottobre si nota quanto sta spendendo il consumatore USA. Forse l’anticipazione degli acquisti della stagione natalizia per paura di restare senza merce vi ha un ruolo. Ma comunque la domanda è massiccia. E comunque per il  quarto trimestre le  stime viaggiano sull’8%. I Durable Goods in ottobre sono calati, ma depurati delle componenti volatili  risultano forti.  I numeri sui prezzi sono sempre massicci.  Il trade goods deficit di Ottobre è risultato inferiore alle attese grazie alle esportazioni. Le New Home sales di ottobre sono risultate assai inferiori alle attese, anche grazie alla revisione al ribasso del numero di settembre. Il problema qui è che il prezzo medio delle nuove case è salito del 18% anno su anno, il che a mio modo di vedere spiega almeno in parte i numeri deludenti. Sembra che qui l’ “inflazione” stia iniziando a colpire la domanda.
Nel  pomeriggio il membro FED Daly della Fed di S. Francisco, uno dei membri più dovish, ha a sua volta segnalato la disponibilità ad accelerare sul tapering.  Naturalmente il  Dollaro ha gradito sia i dati che le dichiarazioni
*FED’S DALY SEES FASTER TAPERING IF THINGS CONTINUE AS IS: RTRS
*DALY SAYS SHE SEES CASE FOR SPEEDING UP TAPER
*FED’S DALY SAYS WOULD SUPPORT ACCELERATED TAPERING: REUTERS
*FED’S DALY NEEDS TO SEE MORE DATA TO DECIDE ON TAPER SPEED:RTRS

A  parziale supporto del sentiment, sono comparse indiscrezioni che il nuovo governo tedesco non sarebbe favorevole al nuovo lockdown ( MERKEL REQUEST FOR LOCKDOWN TURNED DOWN BY NEW COALITION: BILD). Ovviamente i nuovi entrati non vogliono che questo sia il loro primo atto dopo l’insediazione. Ma se i dati continuano così… (BFW: Germany Reports Record 66,884 New Covid-19 Cases)

Wall Street è partita in ribasso, ma, come spesso di recente, ha rapidamente recuperato. Ciò ha consentito all’azionario europeo una chiusura meno opaca di quanto mostrato nel pomeriggio, con Milano in grado addirittura di salire, aiutata dal fermento su alcune special operations (Vedi Telecom). Se sul mercato dei cambi il  $ continua a furoreggiare, tra le commodity spicca la tenuta del Petrolio dopo gli annunci di rilascio delle riserve strategiche da parte di USA e altri paesi. E’ anche vero che l’OPEC ha dichiarato di valutare una reazione (*OPEC+ Weighs Shift in Oil Policy After U.S.-Led SPR Release, Sources Say). Bene anche i metalli industriali, mentre l’oro continua a soffrire il rialzo dei tasis reali. In correzione le agricole.
Al momento la conferma da parte delle minute FED che alcuni membri parlano di accelerare il tapering e di alzare i tassi prima ha gravato un po’ sul sentiment e dato  ulteriore sprint al $. Il tema è ormai questo, e il FOMC del 15 di Dicembre sarà  la sede dove il dibattito diverrà ufficiale. Vedremo come saranno le chiusure
*FED MINUTES: PARTICIPANTS JUDGED PRICES MAY TAKE LONGER TO EASE
*`MANY’ OFFICIALS SAW EVIDENCE OF PERSISTENT ELEVATED INFLATION
*FED: SOME PARTICIPANTS SAID FASTER TAPER COULD BE WARRANTED
*FED:VARIOUS PARTICIPANTS SAID FED MAY NEED TO RAISE RATE SOONER