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I PMI europei confermano la resilienza dell’economia europea.

Il  periodo di feste pasquali è stato decisamente positivo per i dati macro:
** Il Venerdì Santo è stato pubblicato un labour market report USA di marzo stellare. i nuovi occupati sono 916.000, contro attese ufficiali di 660.000, e una revisione ai 2 mesi precedenti che aggiunge 156.000 posti. Gli incrementi sono avvenuti nella maggioranza dei settori e non solo in quelli favoriti dalle riaperture. Anche la Household Survey ha confermato il messaggio con la disoccupazione in calo di solo 0.2% al 6% a causa di un aumento della forza lavoro di 0.1% ad un partecipation rate del 61.5%.
** Lunedì l’ISM Services ha fatto segnare 63.7, il livello massimo da inizio serie, nel ’97. Estrema forza confermata  anche nei sottoindici, con new orders a +15.7 a 67.2 e business activity +13.9 a 69.4, entrambi a loro volta  livelli record. I prezzi pagati hanno segnato 74 (+2.2 punti) massimo dal 2008. Ricordo che i servizi sono quasi il 90% dell’economia USA.
Insomma, il quadro di una robusta accelerazione ciclica nel secondo (e presumibilmente terzo) trimestre del 2021 in US sta ricevendo una conferma dietro l’altra. Con queste premesse, che Wall Street abbia proseguito al rialzo, guadagnando ulteriore margine sopra quota 4.000 di S&P 500, non sorprende più di tanto. Un po’ più sorprendente è notare che i rendimenti USA hanno leggermente ritracciato in queste prime sedute del secondo trimestre, infischiandosene della clamorosa forza dei dati. Ma personalmente attribuisco a questo movimento un significato relativo. Che i dati sarebbero stati forti, c’erano pochi dubbi. Il positioning sui tassi, dopo un trimestre di massacro, era piuttosto scarico. In più si parla  insistentemente di aumento delle tasse, cosa che, se e quando verrà realizzata, andrà a contenere il deficit.
Ancora più sorprendente, se vogliamo, è il ritracciamento del Dollaro. Ma li entra in gioco il fatto che anche in Europa i dati sono decisamente buoni e sopra attese, e li non era così scontato come in America. Ma è anche vero che l’€ in recupero è solo un aspetto di una debolezza del $ che è stata abbastanza generalizzata . Un tema possibile è in effetti che adesso sia il resto del mondo, in particolare dei paesi industrializzati, ad avere di fronte il miglioramento di prospettive più corposo, in quanto in US, giustamente, le attese sono ormai elevatissime.
Per avere un esempio, basta dare un occhio ai casi Covid. Probabilmente prima di trarre conclusioni, è il caso di far passare un paio di settimane dalle vacanze di Pasqua. Però il  quadro europeo non è più così brutto come settimane fa.


Il grafico dei nuovi casi sta piegando la testa in Italia, e in Germania. In Spagna non è mai diventato particolarmente aggressivo, e anche in Francia la rapida salita si sta interrompendo. Anche nell’Est europeo le salite verticali hanno lasciato il posto a consolidamenti e iniziali cali. Tra gli Emerging se in India la situazione resta brutta, in Brasile abbiamo un inizio di decrescita. Dove il  quadro si è  un po’ deteriorato è per l’appunto negli USA, dove vi sono stati come il Michigan dove i casi stanno salendo rapidamente. Quadro positivo invece in UK dove i casi continuano a scendere. Vedremo come evolverà la situazione in Europa, dove misure di contenimento e clima dovrebbero favorire un ulteriore rientro. In US questa ripresa in alcuni stati (vedi Alaska anche) non dovrebbe condurre a significativi aumenti delle ospedalizzazioni, grazie alla vaccinazione quasi completa delle categorie fragili.

In Europa in generale siamo tra il 12 e il  13% di popolazione vaccinata. Entro metà mese i ritmi di vaccinazione dovrebbero salire ovunque e quindi entro qualche settimana anche in Europa le fasce più fragili dovrebbero essere immunizzate. Qui sotto il  consueto schema di DB con evidenziati i paesi principali.

Venendo alla seduta odierna, questa è cominciata con un tono contrastato  in Asia. L’intero China Complex è stato affondato dalle recenti indiscrezioni del FT secondo le quali le autorità  avrebbero chiesto alle banche di contenere i credit alle aziende, in quanto il recente boom sta alimentando bolle ( link ). Il resto degli indici mostra moderati guadagni, con Mumbai a trainare, dopo che la Banca Centrale Indiana ha lasciato tutte le misure invariate ma ha espresso cautela sull’ outlook e si è detta pronta ad agire. In generale il calo del  $ e dei tassi USA ha dato sollievo alla parte emergente dell’area.

La seduta europea è  iniziata con un tono un po’ consolidativo. Intanto, il calo di Wall  Street ieri, marginale (-0.1%) era maturato dopo la chiusura europea. E poi, il recente recupero dell’€, da poco sopra 1.17 del 31 marzo al temporaneo 1.19 di oggi, con oltre una figura nelle ultime 2 sedute, ha ovviamente posto un moderato freno alle borse EU.
In ritardo, per le festività, sono stati pubblicati anche i PMI europei finali di marzo. Le notizie sono generalmente buone:
Balzo in Irlanda, accelerazione sopra attese in Spagna. In Italia lieve delusione sui servizi e quindi miglioramento inferiore attese sul composite che però è saldamente in territorio di espansione, cosa che non è male per un paese che ha passato il grosso del mese in lockdown e con le scuole chiuse.

Le  revisioni ai dati  flash di Francia, Germania e EU migliorano tutte le  letture in maniera significativa. Anche qui, niente male considerando che le misure sono state quasi ovunque inasprite ed estese. Sembra evidente che la domanda globale e l’attesa delle riaperture stanno sostenendo l’attività.  inoltre, le economie si stanno progressivamente adeguando ai lockdown, come più  volte osservato di recente.
Così la mattinata è  passata con l’€ in recupero, i bonds che hanno visto la forza iniziale attenuarsi, e l’azionario chiuso tra le buone notizie macro e la forza incessante della divisa. C’era anche un po’ di nervosismo forse per l’attesa conferenza stampa dell’EMA su Astra Zeneca, anche se questo vaccino è stato oggetto di continue discussioni ed ora anche in UK stanno pensando di non somministrarlo ai più giovani. Questa cosa ha pesato sulla Sterlina, per il possibile  impatto sul ritmo delle vaccinazioni. D’altronde il Pound aveva fatto anch’esso molto bene e può  essere anche in parte vittima della stessa sindrome del $. Alla fine l’EMA stabilirà che i fenomeni di trombi non sono sufficienti a rendere necessarie limitazioni generalizzate ( link ).
A metà  mattinata ci si è messo anche Knot. Il Governatore della banca Centrale olandese ha dichiarato che a suo parere se il quadro macro si evolve secondo lo scenario ECB, dal terzo trimestre in avanti si può cominciare a ridurre gli acquisti di bonds operati con il PEPP. Sappiamo bene che Knot è tra i membri più hawkish, ma questo non ha probabilmente aiutato il BTP nella giornata in cui venivano piazzati il 7 anni e il  50 anni nuovo via sindacato (totale di 12 bln emessi). L’annuncio di queste emissioni aveva ieri pesato  sullo spread, terminato sopra 100.

Nel  primo pomeriggio, il trade balance di Febbraio al nuovo record di deficit (-71.1 bln $, superati i livelli del 2006) ha sottolineato nuovamente l’impatto dello stimolo fiscale USA sullo stesso, e quindi sulla domanda globale. In realtà a Febbraio gli scambi sono calati sia come import che come export. Mi immagino marzo e aprile, con gli assegni a gonfiare le capacità di spesa dei consumatori USA.
Wall Street ne ha tratto scarsa ispirazione, restando attorno alla parità per la  prima parte della seduta, in attesa delle minute FED in uscita alle 20.
Si chiude così per l’azionario continentale una seduta di tranquillo consolidamento, con i principali indici a mostrare moderate correzioni dai massimi di periodo, segnati i giorni scorsi. Settorialmente parlando, bene le banche e assicurazioni e male auto, pharma e tech. Alla fine l’€ chiude con progressi ridotti, dopo aver superato tempoaneamente 1.19 nel pomeriggio, e lo stesso si può dire dei bonds che dopo una partenza brillante chiudono con tassi invariati o leggermente in calo.
Wall Street,  a 2 ore  dalla chiusura oscilla poco  sopra la  parità.
Personalmente, resto costruttivo  sull’azionario per il  secondo trimestre, sulla base di considerazioni fondamentali più  volte citate (crescita e utili). Detto questo,  dopo la volata della parte finale di marzo (un 5% in 7 sedute e un +8% dai minimi di inizio marzo) sono propenso ad attendermi un consolidamento, con test di quota 4.000 ed eventuale della media mobile a 50 giorni, che sta superando  ora 3.900.

Le headlines delle minute FED non propongono molte novità, ma osservo che “some time” non è una misura di tempo così lunga come quelle indicate da Powell qualche settimana fa, quando i rendimenti erano visti come una minaccia per l’azionario.
*FED OFFICIALS SEE `SOME TIME’ BEFORE SUBSTANTIAL PROGRESS
*FED SAYS GUIDANCE DOESN’T NEED TO BE RECALIBRATED OFTEN
*FED: HEALTH CRISIS CONTINUES TO POSE CONSIDERABLE RISKS
*FED MINUTES: RISE IN YIELDS REFLECTS IMPROVED ECONOMIC OUTLOOK
*FED STAFF: PANDEMIC UNCERTAINTY TILTS ECONOMY RISKS TO DOWNSIDE
*FED MINUTES: ECONOMY REMAINED FAR FROM LONGER-RUN GOALS
*FED STAFF: RISKS TO INFLATION INCREASED, NOW BALANCED OVERALL