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Distensione geopolitica e trimestrali trainano i mercati

Continua la fase di distensione sul fronte geopolitico. Ieri sera a mercati europei abbondantemente chiusi, il WaPo ha riportato che, contrariamente a quanto annunciato dall’Ambasciatore US all’ ONU, Trump non avrebbe intenzione di varare altre sanzioni contro i Russi per punire le  forniture ad Assad, e si sarebbe irritato per l’annuncio. Al momento ulteriori sanzioni potrebbero avvenire solo in razione a nuove provocazioni russe.

Meno tranquillo il  fronte trade,  ove,  in attesa delle nuove proposte di dazi sulle  importazioni cinesi, il Commerce department US ha vietato alle aziende US di dare forniture al produttore di smartphone cinese ZTE.
Sarà  anche per questo che stamattina l’Asia si è fatta coinvolgere poco dal buon sentiment di  origine US.
Sanzioni a parte, l’attenzione era concentrata sui dati macro cinesi in pubblicazione stanotte. Al solito, il GDP ha centrato in pieno le attese (6.8%) con la segnalazione di un marginalissimo miss sul dato trimestre su trimestre (1.4% vs 1.5% atteso). Forti i consumi (+10.1% le retail sales, da +9.4% di febbraio e vs attese per 9.7%), sotto  attese la produzione industriale (+6% da +6.2%vs stime per +6.3%). Sotto attese anche gli investimenti fissi di marzo  (+7.5% da +7.9% e vs stime per +7.7%). Inequivocabile  il messaggio: “l’economia continua il ribilanciamento in direzione di maggiori consumi, meno investimenti”.
Nel dettaglio, negativo  il contributo delle esportazioni, e forte quello del settore immobiliare, che sta nuovamente accelerando.

Tutto tranquillo quindi? Manco per niente. I mercati non l’hanno bevuta, preoccupati come sono dell’impatto delle frizioni sul trade, e dell’impatto delle liberalizzazioni sulla  politica monetaria (Le banche continuano a soffrire per i timori che la  liberalizzazione dei tassi conduca a maggiore  costo per la  raccolta).
Cosi,  è stata una terza seduta di vendite pesanti per  l’azionario cinese, con Shanghai a toccare i minimi da 11 mesi nel processo,  cosa che non è sfuggita ai media. Qualcuno si è un po’ sorpreso che i veicoli di investimento statali non siano intervenuti a sostegno al livello di 3.100 di Shanghai composite,  per evitare la rottura ribassista e le  connesse celebrazioni sui media citate sopra.
Ma le  autorità  hanno preferito fare sfogare i mercati,  anche perchè avevano già  in caldo un provvedimento a supporto:  alle 12 europee, a mercati cinesi ampiamente chiusi, la  PBOC ha varato un taglio dell’1% della  riserva obbligatoria per la maggior parte degli  istituti. Il sollievo si è  ampiamente notato sul future sullo HSCEI.
Ma questo è successo dopo. nell’attesa, c’è  poco da  sorprendersi che, degli altri indici dell’area,  solo Mumbai abbia prodotto un marginale  rialzo.

Diversamente, la seduta europea è iniziata con un tono cautamente positivo supportata dai future USA, ma resa guardinga dalla forza dell’€, comodamente attestato sopra 1.24 vs Dollaro, senza altri motivi immediati che gli effetti del tweet di Trump ieri.
Tra gli elementi a supporto del sentiment azionario,  alcune concessioni da parte della Cina al  global trade:
** CHINA TO ALLOW FOREIGN AUTO COS. TO SET UP MORE THAN 2 VENTURES
** CHINA TO REMOVE FOREIGN LIMIT IN COMMERCIAL CAR VENTURE IN 2020
**CHINA TO REMOVE FOREIGN LIMIT IN AIRCRAFT MANUFACTURING JV 2018
Naturalmente il settore auto ha gradito.

A metà mattinata, la  pubblicazione della  survey ZEW di aprile ha riservato un altra delusione. Se l’indice relativo  alle condizioni correnti è uscito in moderato calo in linea con le attese (87.9 da 90.7), le attese a 6 mesi sono crollate ai minimi dal 2012 (-8.2 da 5.1 e vs stime per -1)  a dimostrazione del livello di preoccupazione degli  analisti per l’economia tedesca,  in caso di una trade war.
Personalmente,  attribuisco poco peso a  questa survey, che a mio modo di vedere,  in una certa misura ripropone agli operatori la loro stessa opinione. Trovo assai più indicative quelle condotte sulle  aziende,  come i PMI.
Detto questo, il dato è  sembrato ricordare in particolare al mercato dei cambi che il quadro macro europeo non è più quello di gennaio. L’€ ha iniziato a perdere terreno, e l’azionario europeo,  Dax in testa ne ha ulteriormente beneficiato. Certo, anche i rendimenti hanno preso in parte coscienza, e cosi il settore bancario europeo, che era partito bene, ha perso progressivamente il  primato.

Nel  pomeriggio,  buone notizie in US sul fronte macro.
** I nuovi cantieri di marzo  sono usciti in marginale salita (+1.9%) in linea con le  attese, ma  il dato  di febbraio ha visto il calo del  7% essere ridimensionato ad  un -3.3%.  La  composizione è meno felice,  con i condomini a fare la parte del  leone.  Buone le  richieste di permessi di costruzione.
** La  produzione industriale di marzo ha sorpreso  in positivo  (+0.5% da prec +1% e vs attese per +0.3%)

Sul  fronte earning season, il newsflow è stato positivo,  con Netflix ieri sera, J&J e Goldman Sachs tutte sopra attese, anche se sulle  ultime 2 sono comparse un po’ di prese di beneficio.
Wall Street ha rotto gli indugi ed è  partita solidamente al  rialzo. L’azionario  europeo, gratificato  da un €  in calo e tassi stabili, e  trainato da quello  USA in stato di grazia, ha trovato una seduta decisamente positiva, che ha permesso all’Eurostoxx, al Dax e a Parigi di chiudere sui massimi da oltre 2 mesi. Spettacolare Milano, che trainata dalle banche si trova non troppo distante dai massimi di gennaio.

Nonostante  gli agguati dei membri dello staff del Presidente (“WHITE HOUSE ECONOMIC ADVISER KUDLOW SAYS NO CONFUSION ABOUT RUSSIA SANCTIONS WITHIN WHITE HOUSE, ADDITIONAL SANCTIONS ARE UNDER CONSIDERATION ” – rublo e $ non hanno molto  gradito) Wall Street, a 2 ore dalla chiusura, mostra ancora solidi guadagni.
L’S&P sta testando la resistenza in area 2700, dopo aver superato  in gap  la  media mobile a 50 giorni. Il Vix sta testando a sua volta il livello di 15, violato  in chiusura solo una volta da inizio febbraio in poi. Diciamo che gli astri sembrano allineati per un cambio di scenario tecnico in direzione costruttiva. Vediamo.