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Brexit deal dead on arrival?

Ieri sera, Wall Street ha continuato la serie negativa (5 sedute) chiudendo con un discreto passivo (-0.8%) trainata al ribasso da Finanziari e Tecnologia. Apparentemente, hanno contribuito al deterioramento obiezioni dei Democratici sul nuovo NAFTA e sulla deregulation finanziaria. Evidentemente, la nuova realtà del Congresso diviso comincia a produrre i primi intoppi sull’attività legislativa. Volendo trovare un aspetto positivo, nella seconda parte di seduta l’S&P 500 ha messo un po’ di distanza tra i minimi e la chiusura, terminando marginalmente sopra 2.700.

La seduta asiatica ha tratto beneficio da un nuovo spunto rialzista del “China complex”, apparentemente in reazione a indiscrezioni su l’invio da parte della Cina di una risposta scritta alle richieste USA contenente concessioni sul fronte trade, anche se pare si tratti solo di una riedizione di vecchie proposte, utile solo come base per le trattative. Di sicuro la schiarita sul fronte trattative è alla base della recente stabilizzazione a Shanghai. Poi, ieri un altro report ha mostrato che il tasso di crescita dei prezzi delle case nelle principali 70 città cinesi si è stabilizzato a ottobre dopo  rallentamento di settembre. Per il resto, Tokyo è restata al palo dopo che un paio di trimestrali bancarie sono state accolte male, Seul è rimbalzata, mentre le altre principali piazze hanno mostrato progressi modesti.

Una certa attenzione ha catalizzato l’intervento di Powell, assai costruttivo sull’ economia  USA e scarsamente impressionato dalla volatilità sui mercati. Il Presidente Fed ha però sottolineato i rischi derivanti dall’impatto dei dazi sull’inflazione, dal diminuire dello stimolo fiscale e dal rallentamento globale. Powell ha aggiunto che dal 2019 in poi la presenza di una conferenza stampa ad ogni FOMC renderà possibili rialzi in qualsiasi meeting.
Sul fronte Oil, le scorte API hanno mostrato un incremento assai più forte del consenso (8.8 mln barili contro 3.2 attesi) ma la reazione del greggio è stata modesta ed effimera, un indizio di un mercato assai più equilibrato.

E poi, abbiamo avuto le ricadute della serie di eventi sulla Brexit.
Ieri in sersta è comparsa la bozza dell’accordo con l’EU e approvata dal Consiglio dei Ministri. Peccato che di primo mattino abbiano cominciato a grandinare le dimissioni dei ministri (4 tra titolari e vice), tra cui quella notevole del Ministro della Brexit Raab. Su alcuni media sono comparse inoltre indiscrezioni che sarebbero in partenza sufficienti lettere di sfiducia da parte dei membri del Parlamento da produrre una mozione (devono essere 48). Insomma, non solo l’approvazione del deal in parlamento assume i contorni di un impresa, ma lo stesso Governo May sta rischiando.
A latere, l’Economist nota che un secondo referendum sulla permanenza nell’€ non è più un evenienza cosi remota. Si tratta di un percorso impervio, ma le alternative non sembrano più attraenti, e i sondaggi danno un certo vantaggio al Remain.

La May ha pronunciato un discorso fermo, e apparentemente punta tutto sull’approvazione dell’accordo, come male minore rispetto a una “No deal Brexit”. L’EU la supporta, lasciando intendere che non c’è spazio per modifiche e che il Consiglio dsi sta preparando a un “NO deal” (RTRS – BREXIT: EU OFFICIAL SAYS DRAFT BREXIT AGREEMENT “EXHAUSTS MARGIN FOR MANOUVRE” IN EU-UK NEGOTIATIONS UNDER EXISITING MANDATES *EU SAID TO MULL USING NOV. 25 SUMMIT FOR NO-DEAL PLANNING).

Dovesse cadere il governo, la probabilità di un “NO deal BREXIT” aumenta. Se il governo regge, potremmo avere l’approvazione di questo deal, o in caso contrario la convocazione di un altro Referendum diventa più probabile.

Cosi, la Sterlina di primo mattino ha perso completamente supporto, giungendo ad accumulare in tempi brevi passivi parenti del 2% vs $ e €, mentre i rendimenti dei Gilt sono collassati, finendo col comprimere anche quelli Eurozone core. Il sentiment non è stato aiutato dalla pubblicazione delle retail sales UK di ottobre, bruttine, nonostante la revisione al rialzo del dato precedente.
Su queste basi, il buon sentiment  ereditato dalla seduta asiatica è progressivamente evaporato, e l’azionario continentale si è assestato intorno alla parità, cimentato dalla sottoperformance, manco a dirlo, del settore bancario, e di Piazza Affari. D’altronde, un “no deal brexit” è una pessima notizia sia per UK che per Eurozone, e il tempo comincia a stringere.
L’agenda macro oggi prendeva vita in US:
** Le retail sales US di ottobre hanno marginalmente deluso, una volta depurate delle componenti volatili, e messo in conto le revisioni ai dati precedenti. Consumi un po’ meno brillanti in autunno ma per il momento nessun allarme (+2% anno su anno). Qualche impatto dagli uragani.
** Il Philly Fed ha deluso significativamente (12.9 da prec 22.2 e vs attese per 20), e le componenti anticipatrici (new orders) confermano il rilassamento. Il più volatile Empire NY fed ha però sorpreso in positivo (23.3 da 21.1 vs attese per 20).
** Sempre bassissimi i sussidi di disoccupazione settimanali, mentre i prezzi alla produzione di ottobre hanno accelerato sopra attese ma le revisioni e i sottoindici depotenziano il dato.

Ma l’attenzione oggi era per la Brexit, e assenti particolari squilli i dati sono passati quasi sotto silenzio.
Nel primo pomeriggio, il circolare sui media di una pretestuosa interpretazione di un Tweet del presidente della Commissione Bilancio Borghi sull’uscita dall’€ ha causato un po’ di sussulto su asset italiani che già soffrivano dell’opaco sentiment generale. Al giungere della smentita, Wall Street aveva già aperto al ribasso, trascinando con se le borse europee.
Difficile interpretare bene la price action dell’€ oggi. pare quasi che i flussi in uscita sulla sterlina si siano diretti verso la divisa unica quanto verso il $. E’ vero che i dati macro USA non hanno impressionato.
La pubblicazione delle scorte di greggio IEA, alle 17, ha sortito lo stesso effetto di quelle API: il dato, molto sopra attese, non ha granchè scalfito il rimbalzo del Greggio. Vedremo domani dal report CFTC che modifiche ha subito il positioning dopo la capitulation di martedi.
Il recupero della parità da parte di Wall Street ha concesso agli indici Eurozone solo il dimezzamento delle perdite accumulate nel pomeriggio. Al di la dei malumori Brexit, deve aver pestato il sospetto che, come nelle ultime 2 sedute, il rimbalzo si dimostrasse effimero. Invece a meno di 2 ore dalla chiusura l’S&P sembra deciso a interrompere la serie negativa.
Il calo dei rendimenti core in simpatia col Gilt ha prodotto un allargamento dello spread anche in presenza di rendimenti stabili, e Piazza affari ha sottoperformato gli altri indici.