Seleziona una pagina

Accelera il rimbalzo dell’azionario. La crisi di Governo deprime il BTP

Il rimbalzo di Wall Street è continuato, ieri sera, fino a riportare gli indici ad una chiusura marginalmente positiva (+0.08%). Niente male, in considerazione del fatto che nei primi 15 minuti l’indice aveva accumulato un passivo di 2 punti percentuali. Si è parlato delle indiscrezioni del South China Morning Post (citate già ieri) come giustificazione per il recupero del sentiment. Ma in verità non è che il newsflow sia migliorato granchè, sul fronte trade.
Più rilevante, ai fini del mood sui mercati, mi è parsa la correzione dei bonds globali, i quali, dopo aver staccato una raffica di record ieri, ed aver raggiunto livelli di ipercomprato siderali, hanno iniziato a correggere: sia il 10 anni treasury che il 30 anni hanno chiuso ieri sera con rendimenti in marginale rialzo, dopo aver mostrato cali superiori ai 10 bps in giornata.
Poichè la violenza del rally dei bonds era tale da far sospettare la presenza di qualche “cadavere” (inteso come entità in difficoltà), il suo rientro (insieme con la correzione di altri beni rifugio come i metalli preziosi) sta forse contribuendo a attenuare la tensione. La ridotta liquidità di Agosto.

L’Asia stamattina ha preso spunto da questo buon mood, con i principali indici in recupero. A giovare al sentiment anche una bilancia commerciale cinese di luglio sorprendentemente buona: le esportazioni sono cresciute del 3.3%, da precedente -1.3% e vs attese per -1%. L’export è cresciuto parecchio nei confronti del resto dell’Asia, ed è andato bene anche verso l’Eu, mentre ha continuato a contrarsi verso USA (chi l’avrebbe mai detto?) e Giappone. Il dato sembra indicare che i beni cinesi stanno trovando destinazioni alternative. Prepariamoci comunque ad altre distorsioni visti i recenti annunci di Trump. Agosto potrebbe vedere un aumento del traffico, a discapito dei mesi autunnali in cui è prevista l’entrata in vigore dei nuovi dazi.
Un’altra news che può aver aiutato (in particolare Seul) sono dei segnali distensivi tra Giappone e Corea del Sud, con il primo che ha autorizzato l’esportazione verso la seconda di alcuni componenti tecnologici, la prima mossa in questo senso da parecchio tempo a questa parte. La piazza coreana resta però depressa dai venti freddi sul global trade, e rivaleggia con Hong Kong (danneggiata dalla proteste) per la palma di peggiore a 30 giorni.

Anche l’Europa è partita bene stamattina. Intanto, c’era da fattorizzare il recupero di Wall Street in serata. In secondo luogo, i bonds, che avevano chiuso su livelli surreali ieri sera, hanno fatto parziale catch up con il rimbalzo dei rendimenti USA. Catch up affrontato con particolare entusiasmo dal BTP, che ha dovuto vedersela con ricadute più pesanti delle attese della frattura avvenuta sulla mozione No tav.
Salvini sembra metterla giù più dura del previsto. In giornata si è passato da ipotesi di rimpasto di Governo (con però Tria tra gli epurati), a dichiarazioni sempre più bellicose di parte leghista (“qualcosa si è rotto”, “o Governo o Elezioni” ) fino al comunicato ufficiale della Lega dopo l’incontro di Conte con Mattarella, che definisce l’esperienza del Governo “finita”.
Al momento l’ipotesi riportata dai media è crisi, con elezioni eventualmente a ottobre. Sentiremo cosa dirà Salvini al comizio previsto a Pescara, dove si sta recando. Personalmente, non escluderei che vi sia un ricompattamento nelle prossime ore, ma appare evidente che per Salvini le sirene delle elezioni col 40% nei sondaggi sono diventate irresistibili.
Su queste basi, il BTP ha perso supporto fino dai primi scambi, aiutato in questo dalla discesa del bund, che ha imposto una pausa alla compressione dei rendimenti su tutti gli altri emittenti, periferici in testa.
Ma gli effetti delle tensioni politiche italiane sono rimasti confinati allo spread, e in misura ridotta, su Piazza Affari, mentre il resto degli indici Eurozone ha continuato a recuperare terreno in mattinata.

Nel primo pomeriggio, il selloff del bund ha preso improvvisamente momentum. Reuters ha riportato indiscrezioni secondo cui il Governo tedesco starebbe in effetti considerando di abbandonare la politica del pareggio in bilancio, ed investire un po’ di risorse in misure a protezione del clima.
** 08-Aug-2019 02:54:00 PM – GERMANY MULLS U-TURN IN FISCAL POLICY, CONSIDERS ISSUANCE OF NEW DEBT TO FINANCE CLIMATE PROTECTION PACKAGE – SENIOR GOV’T OFFICIAL
** 08-Aug-2019 02:54:00 PM – GERMAN FINANCE MINISTRY TO LINK POSSIBLE NEW DEBT STRICTLY TO CLIMATE MEASURES TO AVOID OPENING BUDGET FLOOD GATES – SENIOR GOV’T OFFICIAL
** 08-Aug-2019 02:54:00 PM – GERMAN SENIOR COALITION MEMBER SAYS FISCAL GOAL OF NO NEW DEBT IS NO LONGER TENABLE IN LIGHT OF CLIMATE CHALLENGE

Vuoi vedere che a forza di dati pessimi i tedeschi si sono convinti a sfruttare un po’ il loro bilancio per politiche di stimolo fiscale? La prospettiva di un aumento di emissioni obbligazionario ha accentuato lo storno del Bund e del resto degli emittenti Eurozone, mentre l’azionario ne ha approfittato per aggiungere qualcosa al rally. Anche l’€, che aveva subito il ritorno del risk appetite e il rimbalzo dei rendimenti USA, ha ripreso un po’ di vigore.
Successivamente la storia si è ridimensionata. Un altro funzionario ha negato l’abbandono del pareggio di bilancio (GERMANY: THERE’S NO DECISION TO GIVE UP BALANCED BUDGET), si è parlato di importi ridotti e quindi i movimenti sono un po’ rientrati.
Sta di fatto che stamattina sul Handelsblatt era comparsa la notizia che 2 dei candidati a succedere a Nahles alla guida del SPD avevano chiesto pubblicamente di abbandonare il pareggio per finanziare investimenti in rinnovbabili. Quindi direi che il pessimo stato dell’economia tedesca sta infine alimentando il dibattito in Germania su una spinta allo stimolo fiscale.

Nel pomeriggio, Wall Street è partita forte, ed ha proseguito il movimento di ieri. In assenza di dati di rilievo ( i sussidi di disoccupazione restano bassi e le scorte all’ingrosso di giugno sono state riviste al ribasso, il che sposta pil dal secondo al terzo trimestre) ci ha pensato Trump, al solito a ravvivare la scena, partendo con una nuova serie di Tweet: il Presidente è contento della forza del $? Assolutamente no! La Fed lo tiene artificialmente alto, penalizzando Corporate America. Si vince comunque, grazie alle impareggiabili aziende USA, ma quanto andremmo meglio se la Fed fosse meno incompetente!
Alla comparsa dei tweet, il dollaro ha avuto uno scarto, ma, esauriti i flussi dovuti agli algoritmi, l’impatto risulta modesto. Vista l’insistenza del Presidente sul tema, non mi stupirebbe troppo che in tempi non troppo lunghi la Casa Bianca annunciasse un intervento, giustificandolo con “visto che il Fed è inerte, ci pensiamo noi”.

La progressione del sentiment ha permesso agli indici Eu chiusure sontuose. Alla fine, i rialzi dei rendimenti risultano comunque misurati, eccetto quelli italiani dove all’effetto generale si è sommato quello legato alla politica. L’impatto degli eventi odierni deve probabilmente completarsi domani, visto che le ultime news sono arrivate a marcati obbligazionari virtualmente chiusi.

Dopo la chiusura europea, Wall Street ha proseguito la marcia, portando il guadagno dai minimi di ieri in apertura, ad un mirabile 3.7%. Devo dire che non vedo il motivo fondamentale di tanto sollievo. Miracoli dello short covering!
Su questi livelli l’indice dovrebbe trovare un po’ di resistenza: sul grafico daily passa la media mobile a 50 giorni, mentre su quello orario (vedi figura) il ritracciamento è pari a circa il 50% dell’intero storno dai massimi, e l’indice scambia in corrispondenza del consolidamento del 2 agosto quando poi la reazione cinese ha causato la seconda gamba di ribasso.