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La Bank of England e la prima a fare una parziale caputulation.

Che 48 ore.
La seduta di ieri ha visto Wall Street cedere per la sesta seduta di seguito, al termine di una giornata in cui i mercati hanno dovuto stomacarsi una nuova esplosione dei tassi UK, con contagio a quelli EU, e anche negli USA, e i sabotaggi ai gasdotti, insieme con le minacce di sospensione dei flussi di gas residui in arrivo dall’Ucraina, a causa di uno scontro tra Gazprom e la società di distribuzione Naftogaz, chiari segnali che Putin vuole utilizzare la leva del Gas a fondo contro l’Europa, finche ce l’ha a disposizione. Ovviamente la pressione globale sui rendimenti, con l’aggiunta degli scricchiolii del sistema finanziario UK (i fondi pensione sono pieni di Gilt a lunga scadenza, con conseguente esplosivo sbilancio tra impegni e assets) ha alimentato la risk aversion che ha prodotto perdite moderate per gli indici Eurozone (anche per l’Eurostoxx 50 quarto calo di seguito, decimo su 11 sedute) ed è poi esplosa in serata, col superamento del 5% da parte del Gilt 30 anni che ha cancellato anche il tentativo di rimbalzo dell’S&P 500 ( -0.21%) e Nasdaq 100 (+0.16%)

L’Asia ha gradito pochissimo il sentiment consegnatole dagli USA . Tutti i principali indici hanno mostrato perdite significative. Molto male il China complex, in particolare Hong Kong e le “H” shares, ma non solo. La People Bank of China non sa più che fare per arrestare il calo dello yuan, che minaccia di causare una nuova fuga di capitali.
** CHINA PBOC WARNS AGAINST ONE-WAY BETS ON #YUAN RATE – BBG
** PBOC ASKS KEY BANKS TO SAFEGUARD AUTHORITY OF YUAN FIX
** ONSHORE YUAN PARES LOSS AFTER PBOC ISSUES STATEMENT ON FX
Bloomberg rivela che, secondo alcuni osservatori, la discesa della divisa potrebbe trattenere la Banca Centrale da fare ulteriore easing monetario, di cui l’economia avrebbe bisogno (Yuan at 2008 Low Fuels Speculation Monetary Easing to Slow link )
Il sentiment è stato anche colpito dalle indiscrezioni secondo cui Apple avrebbe rinunciato ad aumentare la produzione di smartphone a causa di scarsa domanda, una news che ha pesato anche su Taiwan, Seul, e i semiconduttori in generale in giornata (Apple Ditches iPhone Production Increase After Demand Falters link ) .
In generale solo Sydney, Mumbai, e Jakarta hanno ceduto meno dell’1%.

L’apertura europea è stata estremamente difficile. I rendimenti Eurozone hanno preso ancora la via del rialzo, andando a fattorizzare il superamento del 5% da parte del Gilt 30 anni, cosa che ha penalizzato le parti lunghe delle curve. Inutile dire che lo spread ne ha risentito, con la carta italiana a 10 anni giunta a rendere il 4.9% in tarda mattinata. L’€ ha stazionato su 0.955 e naturalmente gli indici hanno da subito accumulato grosse perdite, con le banche a sottoperformare pesantemente, cosa che insieme allo spread ha depresso Piazza Affari. In questa atmosfera pesante sono girate indiscrezioni di tutti i generi tra cui che il Cancelliere UK avrebbe chiesto alle banche di non speculare contro la sterlina ( poi smentito  KWARTENG WON’T ASK BANKS TO NOT BET AGAINST POUND: REUTERS).
Sul fronte macro, posto, senza parole, la GFK Consumer Confidence tedesca di ottobre

Il contesto non ha dissuaso i membri ECB da continuare con le loro dichiarazioni incendiarie, o, se vogliamo, contraddittorie: Holzmann ha lasciato intendere che il rialzo ECB al prossimo meeting potrebbe essere di 75 bps e che la questione della riduzione del bilancio della banca Centrale potrebbe essere discussa a Cipro la prossima settimana. Uno spunto ideale in una giornata in cui tassi esplodono.
*ECB’S HOLZMANN: OFFICIALS WILL DISCUSS QT IN CYPRUS NEXT WEEK
*ECB’S HOLZMANN: 75 BASIS POINTS IS `GOOD FIGURE’ FOR OCTOBER
*ECB’S HOLZMANN: 100 BASIS POINTS IS CURRENTLY TOO MUCH
Dal canto suo, la Lagarde ha dichiarato che la situazione è troppo incerta per dare una guidance, ma poi l’ha data. E non è particolarmente benigna.
LAGARDE: SITUATION TOO UNCERTAIN FOR FORWARD GUIDANCE
*LAGARDE: WE’LL CONTINUE HIKING RATES IN NEXT SEVERAL MEETINGS
*LAGARDE: WE’RE NOT AT THE NEUTRAL RATE YET
*LAGARDE: ENERGY HAS BEEN KEY INFLATION DRIVER IN EUROPE

Proprio quando uno iniziava a chiedersi cosa potesse intervenire a invertire questo gigantesco circolo vizioso, ecco che è comparsa la Bank of England, che 2 giorni fa aveva deluso con la sua mancanza di proattività, con un intervento di salvataggio.
I fatti innanzi tutto.
La BoE, in risposta al deterioramento delle condizioni del mercato obbligazionario nazionale, in particolare sulle scadenze più lunghe, ha deciso un programma di acquisti di “long dated Gilt” da oggi fino al 14 ottobre, ma di ammontari non specificati, se non nel fatto che devono essere sufficienti a stabilizzare il mercato. Il Committee però resta determinato a iniziare la riduzione del bilancio, al ritmo stabilito . L’inizio della stessa è però posticipato dalla prossima settimana al 31 ottobre ( link al comunicato ). Gli acquisti fatti sulla base dello schema annunciato oggi verranno liquidati una volta che “i rischi per il fuzionamento del mercato saranno rientrati”
La mossa della BOE presenta parecchi problemi. E’ di fatto un QE temporaneo, portato avanti in una fase di rialzo dei tassi, quindi in contraddizione con la politica monetaria. In quanto acquisto di assets, è negativo per la divisa, che già è in ambasce. E questo tende ad aumentare il potere inflazionario del programma di acquisti, che sarebbe modesto, in condizioni normali. Il QE annunciato vanifica quindi, in una certa misura, lo sforzo per combattere l’inflazione e quello per sostenere la divisa con una politica di rialzi dei tassi.
Ma la Bank of England non aveva scelta: l’esplosione dei rendimenti stava massacrando i fondi pensione che a fronte delle loro obbligazioni, che dipendono quasi esclusivamente dallo stock di pensionati che servono, subivano un collasso degli asset, largamente parcheggiati sui Gilt lunghi. La deriva andava arrestata, per evitare un oceano di margin call (questo pezzo del FT spiega bene la questione link ). Si tratta quindi di una soluzione sub ottimale, come tutte quelle in mano alle Banche Centrali in questo periodo.
Detto questo, la mossa BOE costituisce un segnale importante di una questione generale che recentemente il mercato sembra dimenticarsi: è la dimostrazione che, per la BOE come per le altre banche centrali, la lotta all’inflazione passa in secondo piano, se emerge la necessità di evitare una catastrofe finanziaria. In questo senso, la mossa odierna costituisce la prima parziale capitulation di una banca Centrale del G10, di fronte allo stress del mercato. Se le cose dovessero precipitare altrove, i comportamenti saranno simili. Questo non è certo la soluzione di tutti i problemi, ma solo la dimostrazione che anche i banchieri centrali hanno una soglia del dolore.
Il risultato della strategia BOE è stato che la curva dei tassi UK ha violentemente invertito la rotta, e il movimento è “tracimato” sui tassi e spread Eurozone, e in US. La correzione dei rendimenti ha levato pressione alle borse, che stanno vedendo, come i bonds, importanti flussi di ricopertura. E il rientro precipitoso della speculazione ha fatto rimbalzare violentemente l’€ e anche la Sterlina, che come specificato sopra, ha ben poco da guadagnare da questo provvedimento. Evidente il sollievo anche sulle commodities.

Su questo scenario di mercato rivoluzionato sono arrivati i dati US del pomeriggio.

Sorvolando sul good trade balance di agosto con deficit in calo e sulle scorte all’ingrosso e al dettaglio in aumento per lo stesso mese, mi soffermo sulle pending home sales di agosto ancora in calo enorme, a indicare un autunno deprimente per le vendite di case. Ieri abbiamo avuto un dato molto forte di new home sales per agosto (+28.8% vs -2% stimato e con revisione al rialzi di luglio). Ma come fa notare Pantheon Economics, i numeri proprio non tornano con le richieste di mutui.

E non possono tornare, visto e considerato che in US i tassi dei mutui hanno quasi sfondato il 7% e i prezzi delle case sono saliti del 30% in meno di 2 anni, un enorme colpo per l’affordability dell’immobiliare. Tra l’altro ieri il Case Shiller ha mostrato un calo dei prezzi a luglio dello 0.44% in US, e considerando che è una media dei 3 mesi precedenti, il calo di luglio deve essere stato enorm).

In ogni caso, oggi ci ha pensato la Bank of England a offrire un catalyst per un rimbalzo che aveva solo bisogno di quello, visto quanto erano compressi sia azionario che bonds (vedi pezzo di martedì link ). Così l’azionario respira, i rendimenti restituiscono parte delle salite dei giorni scorsi, guidati ovviamente da UK (vedi schema sotto), le commodities recuperano e perfino il Dollaro trainate da oil e preziosi, e perfino il Dollaro si prende un po’ di riposo.
prima di mettere target al movimento, vediamo le chiusure di stasera.