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Fase di sollievo sui mercati, dopo 2 sedute pesanti.

La  giornata di ieri si è chiusa degnamente a Wall Street,  con l’S&P 500 (-1.57%) che ha interrotto a 74 la serie di sedute senza un calo superiore all’1%. Peggio, per una volta il Nasdaq (-1.89%) zavorrato dal tech (il Philadelphia semiconductors ha ceduta quasi il 4%).

In effetti, stando ai numeri ufficiali, i contagiati hanno raggiunto il numero di 4.500 circa, e i morti accertati sono 107. Uno sguardo al grafico sotto mostra bene l’accelerazione del contagio negli ultimi 10 giorni, e sembra sensato attendersi che il numero totale di infetti della SARS (circa 8.000) verrà superato agevolmente in settimana.

Non sono in pochi ad osservare, però, che in questo caso il tasso di mortalità è assai inferiore: di Sars morirono 774 persone (poco meno del 10% degli infettati) mentre qui saremmo di fronte a meno del 2.5%.
Not so fast.
Calcolare il ratio dividendo i morti per i contagiati implica che gli infetti muoiano immediatamente. In realtà, ipotizzando un decorso anche rapido, il numero attuale di decessi  va messo in relazione con il numero di infetti di qualche giorno fa, e quindi – teoricamente – meno di 1.000. Anche questo metodo, in verità, presenta dei problemi:
** ci può stare che alcuni pazienti vengano individuati in fin di vita e quindi il decorso sia brevissimo.
** E’ più facile contare i morti, che gli infetti (il che però porta a sottostimare un numero di infetti, che già cresce a grande velocità)
La verità è che qualunque indicazione di mortalità in questa fase rischia di rivelarsi alquanto approssimativa, e quindi ragionamenti che la utilizzano come base devono essere presi con beneficio di inventario. Per il momento quello che sappiamo è che il contagio viaggia veloce, agevolato dalla  trasmissione in fase di incubazione, e che le imponenti misure di contenimento cinesi devono ancora mostrare di avere un impatto apprezzabile sulla  diffusione. Ma sicuramente lo stanno avendo sull’economia cinese. I dati ne porteranno  i segni per mesi.

Stanotte gli indici asiatici (quelli aperti, l’intero China complex resta chiuso, con proroga fino al 3 Febbraio) avevano ancora un po’ di catch up da fare con la debolezza di ieri e così le performance sono state nuovamente negative, con Seul, chiusa ieri, a fare l’andatura (-3%). Un moderato segnale di sollievo è arrivato dai futures USA, che hanno recuperato, nelle ore che precedevano l’apertura europea, lo 0.7%. A favorire il recupero anche le indiscrezioni di Nikkei, secondo cui Apple (che riporta stasera post market) avrebbe chiesto ai fornitori di produrre un 10% di smartphone in più nei primi 6 mesi del 2020. Vedremo, ma lo  stesso  pezzo sottolinea che le vicende legate al  coronavirus potrebbero impattare non poco la capacità produttiva destinata a Apple. E io osservo che anche la domanda cinese/asiatica potrebbe risentirne.

La mattinata EU ha avuto comunque un tono nervoso, con gli indici incapaci di tenere gli iniziali guadagni, e il DAX in costante sottoperformance, presumibilmente in relazione allo stretto legame tra l’economia tedesca e quella cinese.
In mattinata non c’erano dati macro in Europa è il ritmo è rimasto scandito dalle news provenienti dalla Cina e legate all’epidemia, e connesse reazioni delle autorità.
CHINA C.BANK SAYS WILL USE MONETARY POLICY TOOLS INCLUDING OPEN MARKET OPERATIONS TO INJECT FUNDS TO KEEP BANKING SYSTEM LIQUIDITY AT REASONABLY AMPLE LEVEL

Più  animato il pomeriggio in US:
** i Durable goods orders di Dicembre, una volta depurati delle componenti volatili (aviotrasporti e difesa) hanno parecchio deluso (-0.9% da prec +0.1% e vs attese per +0.2%) a dimostrazione che gli investimenti in USA restano assai deboli, nonostante stimolo monetario elevato e sentiment positivo.
** Decisamente un’altra aria tra i consumatori USA, con la Consumer Confidence in brusco rimbalzo (131.6 da prec 128.2 e vs attese per 128). Significativi miglioramenti si per situazione presente (+4.8) che aspettative (+2.5) e la  percezione del mercato del lavoro è tornata nei pressi dei massimi.
** Buono anche il Richmond Fed manufacturing (20 da prec -5 e vs attese per -3). A Gennaio tutte le survey regionali manifatturiere finora uscite (NY, Philly, Dallas, Kansas City e Richmond) hanno migliorato, il che lascia intendere un miglioramento dell’ISM a fine mese ( a Dicembre aveva marcato i minimi da Giugno 2009).

Wall Street è partita bene, e ha accumulato rapidamente un buon progresso. La sua forza ha infine scosso i mercati Eurozone, che hanno anche loro messo a segno un rimbalzo. A alimentare il  sollievo sembra aver contribuito la notizia riportata dal South China Morning Post che i ricercatori ad Hong Kong avrebbero già scoperto un vaccino (anche se serviranno mesi per produrlo e testarlo). E’ in effetti plausibile che la headline abbia alimentato una precipitosa chiusura di shorts tattici messi in piedi ieri. A parte ciò, l’S&P si era fumato 2.5 punti in 2 sedute, e una fase di rimbalzo era nelle carte.
L’attenuazione della risk aversion ha portato in dote un rimbalzo dei rendimenti e un calo dei beni rifugio (clamorosa la batosta presa dall’argento, mentre l’oro cede assai meno vistosamente). Il Petrolio però resta poco coinvolto dal rimbalzo.
L’effetto Bonaccini continua a supportare gli asset italiani : il BTP è praticamente l’unico bond che vede il suo rendimento scendere oggi in Eurozone, mentre Piazza Affari, che ieri era stata travolta nel finale, oggi recupera – interamente – le perdite, anzi chiudendo sopra 24.000, a  un passo dal record del 17 gennaio. Alla forza ha contribuito un bel rimbalzo del settore bancario europeo, che aveva cominciato a scendere ben prima della comparsa del virus.

In questo contesto, domani abbiamo il FOMC. Non essendoci particolari attese di movimenti (c’è chi vede un marginale rialzo del tasso di remunerazione delle riserve ma è assai incerto), il focus sarà quindi sui messaggi di Powell, in particolare in relazione a:
1) la percezione dei rischi per l’economia, con la certa comparsa nel Q&A di qualche domanda sull’impatto della Coronavirus, anche se in questo contesto anche loro non hanno troppa visibilità.
2) l’evoluzione dello scenario Fed in relazione alle iniezioni di liquidità, ovvero il programma di acquisti di T-Bills e la conduzione dei repo. le ultime indicazioni vedono una continuazione degli acquisti almeno fino al secondo semestre, e una riduzione dei repo nei prossimi mesi per portarli a scadere interamente nel secondo trimestre. La cosa non è banale perchè il wind down implica un ritiro di liquidità che andrà parzialmente a compensare quella iniettata cn il non-QE.
3) Qualche indicazione sul risultato della revisione dei dettagli del mandato.

Dal punto di vista tecnico, l’S&P col rimbalzo odierno è sembrato voler andare a chiudere il gap 3280 – 3258 aperto ieri. Finchè non si torna stabilmente sopra la trendline, e sopra 3.300,  qiuestp movimento va visto come un rimbalzo nell’ambito di una fase correttiva già  iniziata. Il superamento confermato dell’area 3280-3.300 può inficiare questo scenario.