Un altro rimbalzo è pressochè fallito a Wall Street ieri sera Mercoledì), con l’ S&P 500 in chiusura appena in progresso dello 0.16%. Sempre debole il Nasdaq 100 (-0.2%), che ha chiuso sui minimi dal 20 Luglio. Male le FAANG stocks (-.72% l’ indice) a dimostrazione che alti multipli e tassi in rialzo non vanno d’accordo.
In serata però vi è stata una schiarita sul fronte Shutdown negli USA, con un accordo di massima al Senato per approvare una misura che prolunga il finanziamento dell’attività dell’amministrazione fino al 3 Dicembre. Chiaro che dalla Continuing resolution è stato tolta la sospensione del Debt Ceiling, sulla quale i Repubblicani si rifiutano di collaborare. Questo dovrà essere elevato con l’approvazione del budget, tramite Reconciliation, cosa che mette fretta ai Democratici per approvarlo nelle prossime 2, massimo 3 settimane, per evitare un default tecnico degli USA che avrebbe del clamoroso. Nessuno si attende che arriveremo a questo punto, ma la deadline mette pressione ai Dem che sono ancora in alto mare con il piano a causa dell’opposizione dei Moderati come Manchin.
In ogni caso, per quanto scontata, la notizia dell’accordo ha dato un buon tono nella seduta notturna ai futures sull’S&P 500.
La seduta asiatica ha avuto comunque un tono contrastato, presumibilmente almeno in parte legato alle chiusure di fine trimestre. Se Tokyo, Hong Kong, le “H” shares cinesi, e Mumbai si sono assestate, le “A” shares cinesi, Taiwan, Seul, e soprattutto Sydney e Jakarta hanno mostrato guadagni.
Sul fronte macro gli occhi erano puntati sulla pubblicazione dei PMI cinesi di Settembre, anticipata perchè domani inizia la Golden Week.
A prima vista, è andata meglio delle cupe attese. Il manifatturiero calcolato dall’ufficio statistico nazionale è andato sensibilmente in contrazione (relativamente alla sua storia di indicatore stabile), ma quello non manifatturiero è rimbalzato per bene (quasi 6 punti) portando il composite a recuperarne quasi 3 riportandosi in espansione. Di sicuro i blackout energetici hanno impattato sull’attività manifatturiera, ma il calo dei new orders (-0.3 a 49.3) mostra anche debolezza della domanda. E i blackout non hanno fatto in tempo a impattare per intero. Sul non-manifatturiero, ad un rimbalzo violento dei servizi (da 45.2 a 52.4) fa da contraltare un calo del settore costruzione (-3 punti a 57.5) che potrebbe aggravarsi con l’evolversi del caso Evergrande.
Il PMI manifatturiero calcolato da Markit ha outperformato recuperando 0.8 a 50 punti. Bel rimbalzo dei new orders (+2.8 a 50.8) ma gli export orders si sono deteriorati (-0.3 a 47.7). Male anche l’Employment (-0.9 a 48.9).
Difficile dire quanti dei recenti problemi cinesi siano stati catturati da questi indici.
Nel frattempo la PBOC ha iniettato oggi 100 bln Yuan di liquidità (ne scadevano 60 quindi 40 bln netti) il che porta l’iniezione netta per la settimana a 280 bln.
Secondo Bloomberg ( link ) le autorità hanno esortato le banche a fornire assistenza ai governi locali per stabilizzare i prezzi degli immobili. Evergrande nel frattempo avrebbe ripreso a lavorare in 20 progetti (*EVERGRANDE RESUMES BUILDING OF ABOUT 20 GUANGDONG HOME PROJECTS), e avrebbe pagato una cedola del 10% su un wealth product (prodotto di risparmio venduto alla clientela retail cinese), mentre all’estero non hanno ancora visto una lira dei coupon in scadenza sui bonds. Forse sarebbe utile che le Autorità approfittassero di questo dissesto per insegnare ai risparmiatori cinesi che rendimenti del 10% non vengono senza rischi, invece di proteggerli sempre.
Sul fronte Covid i casi sono in calo o stabili più o meno ovunque tra i paesi monitorati, tranne in UK. La questione sembra ormai in secondo piano, tanto che Deutsche Bank ha smesso di aggiornare le sue tabelle. Speriamo che lo resti anche con i primi freddi.
L’apertura europea è stata, una volta di più improntata alla positività, con gli indici lesti ad accumulare un po’ di progressi, sollevati anche dalla stabilità dei cambi, e soprattutto dei tassi. Un GDP sopra attese in UK nel secondo trimestre (+5.5% vs +4.8% della prima stima) sia pure grazie alla spesa pubblica e all’export, ha frenato il crash della Sterlina.
Oggi era la giornata dei CPI in Eurozona, con Italia, Germania e Francia. Le cose sono andate abbastanza bene rispetto alle attese, ma le variazioni anno su anno sono belle elevate, e visto cosa stanno facendo le bollette energetiche, non c’è da pensare che nei prossimi mesi la cosa migliorerà.
In tarda mattinata, l’entusiasmo sull’azionario ha iniziato a scemare, senza un catalyst preciso, se non la sensazione che la stabilizzazione dei rendimenti perdesse di fermezza. Settorialmente parlando, banche, energy e risorse naturali hanno continuato a fare bene, mentre industriali e auto hanno visto qualche presa di beneficio e i difensivi e rate sensitive hanno continuato ad essere venduti. Il ritorno della risk aversion ha riportato domanda di Dollari, in particolare contro €, mentre la Sterlina ha recuperato risentendo del rialzo dei rendimenti e dell’aggressività relativa di quanto scontato dalla curva dei tassi in termini di politica monetaria (*MONEY MARKETS PRICE THREE BANK OF ENGLAND RATE HIKES IN 2022).
Come osservato ieri, la situazione inglese è emblematica dei rischi che corrono le banche centrali globali: essere costrette a reagire ad un rialzo delle aspettative di inflazione dovuto a cause che sono negative per la crescita, come strozzature all’offerta e aumenti dei costi di voci di spesa come l’energia, la cui domanda è abbastanza rigida.
Erano previsti dati nel pomeriggio anche in US.
La stima finale del GDP del secondo trimestre ha portato in dote una revisione marginale al rialzo che la scia le cose come stanno. Il punto è se quella personal consumption monstre sarà sostenibile nella seconda metà del 2021.
Piccolo ridimensionamento per il Chicago PMI di Settembre, che resta su livelli assai elevati.
Venendo alle dolenti note, i sussidi di disoccupazione settimanali escono ancora in rialzo, per la terza settimana di seguito, e sopra attese. Ancora la California, con le sue distorsioni, responsabile di gran parete della sorpresa negativa. Il numero di percettori è stato influenzato invece da un balzo abnorme dell’Illinois.
Ora i sussidi straordinari sono definitivamente scaduti, cosa che, come mostra questo grafico di Oxford Economics, potrebbe avere un impatto negativo su reddito, consumi e confidence, se effettivamente le assunzioni non aumentano, come i recenti numeri sui claims sembrano indicare.
Wall Street ha aperto in modesto progresso, ma una volta di più il movimento non ha tenuto alla distanza, anche se oggi il Nasdaq outperforma.
Al Congresso i Dem hanno intenzione di mettere al voto il piano infrastrutture stasera, ma non si sa se hanno i voti per passarlo, visto che alcuni “progressisti” vogliono che prima sia approvato il Budget “Build Back Better”, sul quale, come si vede dalle dichiarazioni di Manchin, siamo ancora in alto mare.
*MANCHIN: MY OFFER REMAINS $1.5T FOR SPENDING PLAN
*MANCHIN SAYS DEMOCRATS SHOULD FIRST AGREE ON TAX PART OF RECONXILIATION BILL
La perdita di momentum USA ha impattato sulla chiusura europea, che vede i principali indici in arretramento. Ancora debole l’€, ma il $ cede contro quasi tutto il resto, cosicchè il Dollar Index rimane invariato. La tendenza a salire dei rendimenti si conferma anche nell’ultima seduta del trimestre. Diciamo che chi sperava un un po’ di window dressing di fine trimestre è rimasto deluso sia sui bonds che sull’azionario (anche se non sappiamo ancora come chiudera New York). Tra le commodities si fa notare il rimbalzo di tutti i preziosi, che insieme al Natural Gas (+7%) contribuisce a mantenere positivo il paniere di Commodities di Bloomberg. Nel caso di oro e argento, protagonisti di un settembre da dimenticare, sembrano ricoperture di fine trimestre.
Dopo la chiusura, Wall Street ha prima accentuato il calo, per poi rimbalzare. Trattandosi di fine trimestre, eviterei di attribuire eccessivo significato ai livelli segnati oggi al ribasso, così come a eventuali rimbalzi finali. Domani si ricomincia.