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Boom dell’economia USA ad Aprile. Le fonti anonime ECB frenano l’equity e spingono l’€.

Le indiscrezioni raccolte da Bloomberg si sono rivelate sufficienti ad affondare New York ieri sera (l’altro ieri per chi legge la mattina dopo), con  l’S&P 500 che ha chiuso in calo di 0.92% dopo essere stato in guadagno fino a poco oltre metà seduta. Peggio ha fatto il Nasdaq 100 (-1.24%) forse visto come maggiormente legato alla parte più ricca della popolazione.
Un pretesto più che un buon motivo, direi, visto che
** l’idea di raddoppiare la tassa capital gain per i ricchi era nota: era stata inserita da Biden nelle ultime proposte elettorali ( link ) a ottobre scorso.
** Non è affatto scontato che venga approvata, e probabilmente non lo sarà nella sua interezza. I Repubblicani al Senato faranno muro. E, come noto, li la maggioranza democratica si regge sul voto della vicepresidente Harris, mentre il Senatore Manchin non è molto favorevole a queste iniziative. Ha già dichiarato di essere favorevole ad un aumento della corporate tax, ma al 28% indicato dall’amministrazione contropropone un più tenue 25%.
Improbabile comunque di vedere una misura del genere prima dell’autunno, nell’ambito di un pacchetto di misure che comprende piano infrastrutturale e  una riforma fiscale più completa. Riforma che potrebbe essere rinviata al 2022.
In ogni caso le news sono state un motivo come un altro per alimentare una prosecuzione del consolidamento. Il catalyst si è rivelato efficace anche su Bitcoin, che ha fatto un’altra gamba di ribasso bucando quota 50.000 $.

La seduta asiatica non si è  fatta troppo spaventare dalle tasse di Biden. Le  uniche piazze a mostrare cali sono state Tokyo, quella più legata a Wall Street, e Mumbai, con l’India che ha visto  per la  seconda  volta sopra i 300.000 casi giornalieri ( un mese fa erano meno di 50.000, 2 mesi fa meno di 15.000).
Un aggiornamento di fine settimana vede in Eurozone stabilità (con Germania in difficoltà e Italia in moderato calo), mentre negli USA il calo dei casi sembra ripreso. Bene UK e benissimo Israele che ha ormai meno di 15 casi per milione. In Giappone il Premier ha raccomandato stati di emergenza a Tokyo, Kyoto, Osaka e Hyogo.

Tornando all’Asia, ben impostato l’intero China Complex (Shanghai, Shenzen, HSCEI, Hong Kong e Taiwan) supportato da trimestrali buone, e dalle prospettive di investimenti in energie pulite in patria e in altri paesi, che hanno favorito i settori green e tech.
**China’s Xi calls for international collaboration to reduce global carbon emissions at U.S.-led summit
**BIDEN TO VOW 50-52% U.S. EMISSIONS CUT, DOUBLING OBAMA TARGET
**JAPAN RAISES EMISSIONS REDUCTION TARGET TO 46% FROM 26% BY 2030

Sul fronte macro, i PMI flash di aprile hanno aperto la serie molto bene in Asia, con Australia sopra attese, e perfino il Giappone in grado di portarsi oltre la  soglia della stagnazione,  grazie all’ulteriore recupero del PMi manifatturiero.

La seduta europea  doveva fare i conti con la brusca discesa di Wall Street ieri sera dopo la chiusura. Con queste premesse,  l’apertura è stata un po’ tribolata. Ma di li a poco sono arrivati i PMi flash a supportare il sentiment. Spettacolare il  rimbalzo dei servizi francesi (oltre 4 punti) che ha portato  il dato composite su un livello che indica una discreta crescita (51.7). Il report tedesco ha visto un marginale calo del manifatturiero,  che resta su livelli record, e un maggiore calo dei servizi, che ha ridimensionato un po’ il dato composite, che rimane su livelli eccellenti.


Il report composite Eurozone ha mostrato un ulteriore accelerazione dell’attività, contro un consenso che si attendeva un calo modesto a causa dell’inasprimento delle misure di contenimento. Il  settore manifatturiero ha segnato  il massimo storico su oltre 20  anni di rilevazioni, con Markit che ha specificato che anche il  ritmo di attività nel resto  di Europa è ai massimi. I servizi sono ancora  penalizzati dal lockdown ma sono ritornati a crescere.  E’ ormai assodato che le economie si sono adattate ai lockdown ed entrano in questo trimestre di riapertura con un passo già accelerato. Spettacolari i report UK, tutti superiori a 60. Il  quadro di forza è  completato dalle retail  sales UK di marzo, +5.4%  vs +1.5% atteso, e +4.9% e c carburanti vs +2% atteso.

L’azionario europeo ha inizialmente reagito bene, arrivando ad assorbire interamente il calo di Wall Street ieri sera, e mettere il naso in positivo.  E’  durata poco, e gli indici hanno ricominciato a perdere momentum, fiaccati dalla comprensibile forza dell’€, e da un rinnovato catch up con gli indici USA, che non avevano recuperato che le briciole del calo di ieri sera.
Su questo scenario di progressivo indebolimento, sono andate a impattare le le consuete fonti anonime ECB, che il giorno dopo il meeting intervengono puntualmente a correggere il tiro, anche quando non ce ne sarebbe bisogno. Oggi il messaggio del funzionario, rimasto senza nome, è che al  Governing Council ci si attende un dibattito arroventato a giugno, perchè alcuni membri vorrebbero iniziare a parlare di rallentamento degli acquisti del  PEPP nel terzo trimestre, mentre altri preferiscono mostrare maggior cautela ( link ). Ma va? E io che avevo scritto nel pezzo di ieri ( link )?
Ovviamente il mercato ha preso questa precisazione scontata per quello che è: una mossa dei falchi per far sentire la loro voce. Dopo un meeting in cui le colombe hanno ancora avuto un netto sopravvento, loro ci mandano a dire che esistono e la prossima volta daranno battaglia.
Così l’azionario si è progressivamente inabissato, andando ad accumulare perdite parenti dell’1% nel  primo pomeriggio, mentre la forza della divisa unica si è  accentuata.

Poco dopo l’apertura di Wall Street era prevista la pubblicazione dei PMI flash US. Anche qui i numeri sono stati spettacolari


Il dato composite, a 62.2 ha marcato anche qui il massimo da inizio serie, nel 2009. Il record storico è  condiviso anche su manifatturiero (qui la serie è iniziata nel 2007) e nei servizi. Record storici anche nei sottoindici new orders. La nota di Markit segnala che l’attività sul manifatturiero è frenata dalla difficoltà di reperire materiali. La forza dell’accelerazione sta imponendo un nuovo impulso alle assunzioni, col sottoindice employment ai massimi dal novembre scorso. Parecchio spazio è riservato alle pressioni sui prezzi, con il commento dell’economista che conclude che l’offerta deve adeguarsi alla domanda, altrimenti lo scenario prospettico sui prezzi si farà molto preoccupante. A completare il  quadro di una crescita arrembante, le vendite di nuove case di marzo, balzate del 20%,  ai massimi dal 2006. Le scorte di case in vendita, aggiustate per il numero di transazioni sono giunte all’equivalente di meno di 2 settimane di vendite.  Non c’è che dire, il  cocktail  riaperture / stimolo fiscale  sta  imprimendo una spinta incredibile  all’economia USA.
Vuoi per questa dimostrazione di forza esagerata, vuoi perchè il catalyst della discesa di ieri non era dei migliori, Wall  Street ha preso a recuperare, con gli interessi, quanto lasciato sul campo 24 ore fa, trainando, nel processo, le borse europee a cancellare il loro passivo. Succede così che gli indici continentali chiudono la seduta con perdite marginali, contenendo di parecchio quelle settimanali (Eurostoxx 50 – 0.49% a 5 giorni). L’ Euro è però rimasto forte, in virtù di un Dollaro che resta succube dei deficit e dello stallo nei tassi,  che ancora stanno sopportando bene la forza dell’economia (ma se quello che dice Markit sui prezzi è vero…).
Generale stabilità sui tassi core, mentre il  BTP ha sofferto un po’, fosre a causa di sottoscrizioni del BTP futura leggermente sotto attese (5.48 mld) forse le aste di fine mese in arrivo martedì (8.5 bln su 3 linee, 5, 10 anni e cct). in spolvero le commodities mentre i preziosi cedono qualcosa. Bitcoin entra nel  week end con un calo di oltre il  3%.