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Aumentano le complicazioni nell’approvvigionamento dei vaccini e i mercati si spaventano.

NB LAMPI SALTA 2 USCITE E TORNA MERCOLEDI’ 20 GENNAIO

La giornata è iniziata con un tono opaco sin dalla seduta asiatica.
Ieri sera, Biden ha parlato dopo la campana a Wall Street, ma i dettagli del suo piano sono circolati prima, e hanno contribuito ad una chiusura mesta per l’azionario USA. Come mai? Principalmente per 3 motivi:
** Il piano conferma più o meno le indiscrezioni, con 1.9 trilioni di ammontare. Ma i famosi 2000 $ di assegni sono da considerare comprensivi di quelli già inviati. In programma c’è un ulteriore invio di 1.400 $pro capite (con le  consuete esclusioni).
** Biden ha annunciato un nuovo piano generale da illustrare a febbraio, comprendente spesa in infrastrutture e rimedi contro il  cambiamento climatico. Ma anche aumenti delle tasse. Questo era un argomento che recentemente era rimasto defilato,  anche per via della campagna elettorale in Georgia. Quindi gli investitori sono stati presi in contropiede. Tra i vari provvedimenti un aumento della corporate tax dal 21% al 28%,  tasse per i ricchi e sui capital gains. Ovviamente i Repubblicani faranno muro, e visto che alzare le tasse non è popolare, anche qualche Democratico potrebbe avere da ridire.  Visto che la maggioranza al Senato è  di 1, sarà un processo di approvazione difficoltoso. Ma le tasse saliranno, sotto Biden.
** Una volta illustrato il piano, è naturale pensare a quanto potrà effettivamente essere realizzato, con una maggioranza così risicata al Senato. Già giorni fa il  Senatore democratico Manchin aveva espresso dubbi su piani troppo generosi.
In generale un po’ di sell the news, dopo l’accoppiata Powell e Biden, ci andava. Nessuno dei 2 ha deluso, ma significative delusioni erano fuori discussione, e gli investitori si erano ben caricati in vista degli appuntamenti.

Così l’S&P 500 ha chiuso giù dello 0.38%, e il  Nasdaq dello 0.58%, ma al Russell 200 Small cap le news sono piaciute (+2.05%) ovviamente, avendo una maggiore vocazione domestica. Il futures sull’S&P ha accumulato altro ribasso nella seduta asiatica, approcciando l’apertura europea con oltre mezzo punto di ulteriore calo.
Per quanto riguarda gli indici asiatici, le  prese di beneficio hanno colpito pesantemente Seul, e Mumbai, e in parte Tokyo e Taiwan. L’azionario cinese non ha subito granchè. D’altronde le “A” shares cinesi non avevano performato molto i giorni scorsi. L’amministrazione Trump, a meno di una settimana dall’uscita, ha dato  un altro colpo di coda: altre 9 aziende, tra cui Xiaomi, sono state messe sulla lista nera che vieta investimenti da parte degli USA.
Sul fronte macro, interessanti i numeri del trade balance indonesiano di dicembre: export +14.6% da +9.4% di novembre, e vs attese per +6.2%. Dopo il  dato cinese di ieri, un altro segnale  che l’economia asiatica e la  domanda globale a fine 2020 erano molto robuste. Sorprende poco che Seul, Tokyo etc siano così arzille di recente, e forse le “A” shares dovrebbero esserlo di più (ma li è sempre un po’ un mistero).

La mattinata europea è  quindi partita con un tono un po’ uggioso, gli indici in moderato calo, i ciclici in sofferenza, e un clima di attesa per l’esordio alle trimestrali delle grandi banche,  e per gli importanti dati macro del pomeriggio. Se non altro, le notizie di una possibile maggioranza alternativa per Conte lunedì hanno ridato un po di forza al  BTP, che ha recuperato terreno in mattinata, pur senza incantare. L’€ è però  rimasto debole, e prese di beneficio si sono viste anche sulle commodities.
A metà giornata, le trimestrali bancarie hanno visto JPM e Citi stracciare le previsioni di utili, ma la  seconda, come anche  Wells Fargo, ha deluso sul fronte fatturato. Tutte e 3 sono state oggetto di prese di beneficio dopo i risultati, in particolare Citi e WFC, che ieri in anticipazione avevano fatto molto bene.

Nel primo pomeriggio, un altro mini shock dai dati di retail  sales di dicembre in US, veramente orrendi.


I dati depurati delle componenti volatili sono davvero deboli, e le revisioni a novembre sottraggono ulteriormente forza al profilo dei consumi del  quarto trimestre 2020, che ora sembra deboluccio. Ma vogliamo davvero  stupirci di questi numeri? Le  retail sales erano giunte a ottobre in crescita di oltre il  5% anno su anno. Negli ultimi mesi Covid e lockdowns sono stati pesanti in US. Abbiamo avuto la querelle dello stimolo  fiscale, con gli schemi di sussidio alla disoccupazione che sono stati estesi qualche giorno prima della scadenza. Che incentivo avevano gli Americani a consumare? Adesso  il  quadro sull’impulso fiscale è  cambiato.
Per il  resto, Empire manufacturing NY gennaio lievemente peggio delle attese, ma i new orders sono saliti (+3.2 a 6.6). Bene la  produzione industriale di dicembre. Interessante, nel  U. of michigan confidence, rimasta stabile  più o meno, la  crescente percezione di inflazione.
Ma su un sentiment già  un po’ uggioso è andata a impattare la notizia che Pfizer non riuscirà a rispettare le  scadenze di consegna dei vaccini in Europa nelle prossime 4 settimane, in quanto il suo stabilimento di produzione verrà sottoposto a modifiche per aumentarne la capacità produttiva ( link ).
**GERMAN HEALTH MINISTRY EUROPEAN COMMISSION, MEMBER STATES HAVE BEEN TOLD THAT PFIZER WILL MISS CORONAVIRUS VACCINE DELIVERY TARGETS FOR NEXT WEEKS
**SIX NORDIC AND BALTIC GOVERNMENTS SAY “SITUATION IS UNACCEPTABLE” AFTER PFIZER-BIONTECH CUTS COVID-19 VACCINE DELIVERIES
**CANADA SAYS PFIZER PRODUCTION DELAY IS DUE TO WORK EXPANDING MANUFACTURING CAPACITY AND IS TO BE EXPECTED WHEN GLOBAL SUPPLY CHAINS ARE STRETCHED WELL BEYOND LIMITS – PROCUREMENT MINISTER
**EU COMMISSION HEAD SAYS PFIZER CEO REASSURED ME SCHEDULED VACCINE DELIVERIES WILL BE MADE IN Q1, DESPITE CURRENT DELAYS
**EU COMMISSION CHIEF VON DER LEYEN SAYS VERY GOOD THAT PFIZER CEO SAID WILL DO EVERYTHING POSSIBLE TO REDUCE TIME OF DELAYS -RTRS

Prima il  flop di Sinovac, poi il  ritardo di Johnson & Johnson, i dubbi sulle capacità di Moderna, l’attesa per Astra Zeneca in Europa. Il newsflow non è stato molto benigno di recente sulla distribuzione dei vaccini. Aggiungiamoci la variante UK, più  contagiosa e che quindi richiederebbe un tasso di immunizzazione più elevato, ed ecco che l’obiettivo dell’immunità di gregge si allontana. Questa news di Pfizer, sia pure con le attenuanti e le dichiarazioni della Commissione EU, dimostra ulteriormente che i target di vaccinazione della popolazione sono, in molti paesi, un filo ottimistici.
Così, i mercati hanno accentuato le perdite, con epicentro geografico sull’Europa, e settoriale sui ciclici (mentre gli “stay at home business” hanno tenuto). Colpiti dalle vendite anche l’€, le commodities e anche oro e bitcoin, ad indicare che il mercato ha preso la notizia a pretesto  per ridurre i rischi un po’ ovunque.
La chiusura europea vede significativi cedimenti per  i principali indici, per la divisa unica, ai minimi dal 9 dicembre contro un Dollaro chiaramente supportato dal derisking (visto che sono tutti corti), e petrolio e rame a guidare il  ribasso delle commodities. In miglioramento lo spread, in linea con le news dall’Italia sulle  prospettive del Governo Conte.
Dopo la  chiusura EU il sentiment si è un po’  ripreso.

La notizia di Pfizer sottolinea il problema di accelerare con le vaccinazioni, ma è più un pretesto per correggere che un vero e proprio motivo, a mio modo di vedere. Vero, ci sono state delle complicazioni. Ma la corsa al vaccino non avviene di settimana in settimana. A breve anche le forniture di Moderna dovrebbero diventare “fluide” e in poco tempo Astra Zeneca dovrebbe aggiungersi, e li la disponibilità è ampia. Times ha riportato stamattina che il  governo UK ha in programma di vaccinare tutti gli individui oltre 50 anni entro fine marzo.
Al momento la  situazione sembra ancora molto pesante. In Italia hanno inasprito ancora i lockdown, in Germania continuano ad allungarli etc. Ma è anche la  stagione meno favorevole: è pieno inverno, le  feste, coi relativi assembramenti, sono passate da poco, la variante UK ha fatto balzare i casi in Gran Bretagna, anche in Asia si è visto un deterioramento. Ma in 6 settimane potremmo avere una situazione in cui la stagione allenta la morsa, i vari paesi potranno giovarsi del periodo “virtuoso” senza feste di quasi 2 mesi, i vaccini avranno raggiunto magari il 20/25% delle popolazioni, e la maggioranza delle frange più fragili e/o esposte. E non dimentichiamo che, a seconda delle zone un 20% della popolazione potrebbe essersi immunizzato avendo fatto la malattia. Diciamo che, se parlare di immunità  di gregge prima dell’estate è prematuro più o meno ovunque, in tempi non troppo lunghi potremmo assistere ad un miglioramento del quadro di nuovi casi, ospedalizzazioni e decessi, che farebbe sicuramente bene al sentiment, ed eventualmente potrebbe indurre le autorità a ridurre un po’ le misure di contenimento.
Ribadisco che il paese sentinella per questo tipo di fenomeno è  Israele,  che al momento è in piena crisi di contagi, ma ha vaccinato il 25% della popolazione, e  dovrebbe, entro qualche settimana, se la  scarsità di vaccini non lo fa rallentare troppo, iniziare a vedere effetti positivi.
Speriamo