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A fine settimana corregge l’azionario EU, non i rendimenti globali.

Ieri sera (Giovedì) un lievissimo ripiegamento finale ha lasciato all’S&P 500 (+1.21%) larghissima parte dei guadagni accumulati in corso di seduta. Leggermente meno buona la performance del Nasdaq 100 (+0.92%), che ha avvertito in minima parte la massiccia salita dei rendimenti.
Già perchè per i bonds ieri è stata una Caporetto, con il  10 anni Treasury che ha terminato in rialzo di 13 bps a 1.43%.  Analoga la salita del Gilt 10 anni (11 bps a 0.9%) sospinto dalla hawkishness della Bank of England, mentre meno forti ma comunque notevoli sono stati i rialzi dei bonds Eurozone (+6/7 bps). Come commentato ieri, il  gruppo di Banche Centrali in procinto (o nell’atto, come quella norvegese) di inasprire la stance, cosa che per molte  consiste inizialmente nel ridurre gli acquisti di bonds, alla fine ha fatto breccia. Una certa attenzione ha poi ottenuto  un pezzo di Greg Ip  sul  WSJ in cui il  Fed watcher si chiede se questo  concetto della transitorietà dell’inflazione non stia venendo tirato  un po’ troppo in lungo, e immagina che nella salita delle previsioni di inflazione dei vari membri Fed si nasconda la  percezione che i rischi al rialzo sono robusti ( link Fed Sees ‘Transitory’ Inflation Enduring ).

Stanotte, la seduta asiatica ha avuto un andamento contrastato. Tokyo, che era chiusa ieri, e si era quindi persa 2 giorni di rally (chiude ogni giorno 6 ore prima che Wall Street apra) ha fatto catch up, aiutata forse in questo dal recupero del PMI flash di Settembre (+2.2 punti a 47.7, grazie ad un +4.5 a 47.4 del settore servizi, mentre il manifatturiero è  calato di 1.5 punti ma resta in espansione a 51.2).
Male, per contro, Hong Kong e le “H” shares: per poco sorprendente che possa essere, il pagamento delle cedole dei bonds in $ di Evergrande non è  arrivato ieri. Abbiamo ora 30 giorni di periodo di grazia, dopodichè è default tecnico. Visto il tenore dei debiti del colosso con banche pubbliche cinesi, banche private locali, investitori retail cinesi (via wealth management products) e acquirenti di case che hanno versato anticipi, che andassero a rimborsare bonds in mano a investitori istituzionali esteri sembrava davvero bizzarro. Se qualcuno avesse ancora dei dubbi, in mattinata europea Bloomberg ha riportato sull’atteggiamento dei regulator locali:
** China’s housing regulator has stepped up oversight of China Evergrande Group’s bank accounts to ensure funds are used to complete housing projects and not diverted to pay creditors. ( link )
*CHINA OVERSEES EVERGRANDE ACCOUNTS TO ENSURE HOUSING GETS BUILT.
Male, ma meno (come spesso in questi giorni) le “A” shares cinesi. Lo Shanghai Composite è ancora a +4% da inizio anno. Personalmente penso che essendo Evergrande un problema più  economico che finanziario (se non hai in mano i bonds) non vedo così giustificata l’outperformance delle “A” shares sulle “H” shares (-20% da inizio anno, un relativo di -24%). Il resto dei principali indici si è distribuito attorno alla parità, a parte Taiwan, che ha mostrato un rimbalzo maggiore.

La seduta europea è iniziata con un tono consolidativo.  D’altronde le notizie dall’Asia erano quelle che erano, e gli indici venivano da 3 sedute di seguito con progressi superiori all’1% (Eurostoxx 50). A spingere la  risk aversion, in mattinata, oltre al parere dei regulator su come Evergrande dovrebbe usare i propri soldi, anche un improvvisa quanto violenta scomunica delle criptovalute da parte della Cina. La Banca Centrale ha definito illegali tutte le transazioni, e l’attività connessa (anche se non ha vietato il  possesso, per ora)
*PBOC SAYS ALL CRYPTO-RELATED TRANSACTIONS ARE ILLEGAL
*PBOC: FIN. INSTITUTIONS NOT ALLOWED TO OFFER SERVICE FOR CRYPTO
*PBOC:CRYPTO-RELATED BUSINESSES ARE ILLEGAL FINANCIAL ACTIVITIES
*CHINA BANS FISCAL, FINANCIAL SUPPORT FOR CRYPTO MINING PROJECTS
*CHINA BANS INVESTMENT IN CRYPTO MINING PROJECTS: NDRC
*CHINA TO CRACK DOWN ON CRYPTO MINING, NDRC SAYS
Come spesso succede, lo storno delle valute, e delle azioni collegate ha accentuato la risk aversion, con gli indici lesti ad accumulare cali parenti del punto percentuale. Il bello è che i rendimenti hanno continuato a salire, restando completamente immuni al cambio di sentiment. Se non altro questo ha supportato le azioni delle banche, cosa che è riverberata su Piazza Affari, in outperformance.
Sul fronte macro, oggi era prevista la pubblicazione dell’IFO tedesco di Settembre.

La survey ha mostrato un ridimensionamento dell’attività assai inferiore a quello indicato dai PMI ieri. In particolare le expectations sono perfino migliorate, e comunque la situazione coincidente è calata poco (le attese vere erano probabilmente più basse, dopo i PMI). L’impressione è che però il sentiment in Germania nelle aziende di dimensioni medio piccole debba ancora fattorizzare in toto il rallentamento cinese. Bene la consumer confidence italiana di Settembre, ai massimi storici (il precedente record era del giugno del 2001).
A proposito di Germania, nel week end si tengono anche le elezioni tedesche. E’ un tema che mi ha appassionato poco finora, per l’erraticità dei sondaggi che lascia abbastanza aperti i giochi. Le ultime indicazioni danno SPD in pole col 25%, ma la CDU CSU è ad una distanza inferiore al margine d’errore, col 23%. Seguono i Verdi grandi promesse di primavera, con il  16%. L’esito più probabile  è quindi la successione del leader SPD Schollz alla Cancelleria, al posto  della Merkel, che lascia. Come si nota dal grafico di Citigroup, sulla  base degli attuali sondaggi, le possibilità di coalizione sono piuttosto ampie.


Un buon risultato di SPD la pone come candidato obbligato, specie se la CDU fa un bagno cosa che lascherà il partito alla mercè dei regolamenti di conti interni. Il suo interlocutore naturale sono i Verdi, che ambiscono con forza a entrare al Governo. Il terzo potrebbe essere o la  destra moderata di FDP o la  Sinistra. Nel caso SPD – Verdi – FDP avremo una politica fiscale moderatamente espansiva, e forse un taglio alla corporate tax, ma le  ambizioni di riforma delle regole  EU e maggiore mutualità di SPD e Verdi verranno un po’ frustrate da FDP. Nel caso invece il terzo  sia la  sinistra,  avremo un  Governo molto  europeista e favorevole al burden sharing,  ma sul  fronte fiscale un forte stimolo  sarà compensato da  maggiore pressione fiscale su ceti alti e aziende. Se invece la CDU resta al governo con Verdi e SPD, avremo una versione simile  al primo caso, con minori resistenze a spinte europeiste. Una sorpresa potrebbe essere un sorpasso nelle urne della CDU alla SPD, che lancerebbe la candidatura di Laschet a Cancelliere e potrebbe portare ad un esclusione del SPD a favore presumibilmente di Verdi e FDP.
Vedremo.

Siamo così  arrivati al  primo pomeriggio, con l’azionario giù,  i tassi in salita, il Dollaro riportato in auge dalla risk aversion.
L’apertura di Wall Street ha però visto l’S&P recuperare rapidamente il modesto calo e poi inserirsi in un movimento laterale attorno alla  parità. Davvero una resilience degna di nota, se si osserva che proveniamo da 2 sedute di buoni guadagni, e andiamo verso un week end carico di potenziali news dalla Cina, e dal Congresso, dove per il momento le negoziazioni vanno avanti, ma l’impressione è che uno shutdown sarà  evitato solo se i Dem passeranno una misura di finanziamento di parte, inserita nel budget, perchè i Repubblicani non collaborano.
Scarsi i dati macro. Le vendite di case nuove di Agosto sono uscite più robuste delle attese e anche il numero di Luglio è  stato rivisto al rialzo.
Nel pomeriggio hanno ripreso la parola i membri FED George e Mester e le loro dichiarazioni non hanno certo aiutato i bonds:
*GEORGE: CRITERIA FOR SUBSTANTIAL FURTHER PROGRESS HAVE BEEN MET
*GEORGE: MOVING SOONER RATHER THAN LATER ON TAPER APPROPRIATE
*GEORGE: ‘I’VE BEEN WORRIED ABOUT LOW FOR LONG FOR A LONG TIME’
*GEORGE: DON’T WANT TO BE LOWER ANY LONGER THAN WE NEED TO BE

*MESTER SUPPORTS FED TAPERING IN NOV., CONCLUDING OVER 1H 2022
*MESTER SEES CONDITIONS FOR RATE LIFTOFF MET BY END OF 2022
*MESTER: AFTER LIFTOFF, NEED ACCOMMODATIVE POLICY FOR SOME TIME
*MESTER: INFLATION SOMEWHAT ABOVE 2% OVER NEXT COUPLE OF YEARS
*MESTER SAYS UPSIDE RISKS TO INFLATION OUTWEIGH DOWNSIDE RISKS

Powell,  dal canto suo,  nell’introduzione a un panel, ha dichiarato di non aver mai visto un mercato del lavoro così contrastato, e delle difficoltà  di approvvigionamento così forti.
*POWELL: NEVER HAD ECONOMY COMBINING SUCH JOB SHORTAGES, SLACK
*POWELL: `NEVER REALLY SEEN’ THESE KIND OF SUPPLY-CHAIN ISSUES

In chiusura,  l’azionario continentale non si è fatto allettare dalla forza di quello USA, e ha chiuso in calo sostenuto. E’ anche vero che i giorni scorsi aveva outperformato parecchio. E forse gli investitori temono uno scherzo da prete di Wall Street nella seconda parte di seduta. Tra i settori, bene ovviamente le banche, e le auto, mentre i quelli sensibili ai tassi come utilities, tech e difensivi hanno fatto male. I rendimenti continuano a salire allegramente col Bund 10 anni ora a -0.23% osservato l’ultima volta a inizio luglio. La salita oggi è da ascrivere interamente ai tassi reali. E’ strano che la cosa non si rifletta positivamente sull’€ ma è vero che è stato molto forte ieri. In allargamento gli spreads. Moderatamente positive le commodities, con il petrolio di nuovo nei pressi dei massimi, e in rimbalzo l’oro dopo una settimana molto dura.
Wall Street si è issata sopra la parità, ma non sembra aver ancora deciso cosa fare, con il Nasdaq che continua un po’ a soffrire il rialzo dei rendimenti.